ISTITUTO STORICO
ITALIANO
FONTI
PER LA
STORIA D'ITALIA
PUBBLICATE
DALL'ISTITUTO STORICO
ITALIANO
SCRITTORI . SECOLO XV
ROMA
NELLA SEDE DELL'ISTITUTO
PALAZZO DEI LINCEI, GIÀ CORSINI, ALLA LUX GARA
1890
DIARIO
DELLA CITTÀ DI ROMA
DI
STEFANO INFESSURA
SCRIBASENATO
NUOVA EDIZIONE
A CURA
ORESTE TOMMASINI
VOL. UNICO
CON CINQ.UE TAVOLE
ILLUSTRATIVE
ROMA
FORZANI E C. TIPOGRAFI DEL SENATO
PALAZZO MADAMA 1890
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DIRITTI RISERVATI
PREFAZIONE
I.
Intorno al Diario di Stefano Infessiira, alla fede che ottenne e che merita, all'autore di esso, ai manoscritti che ci tramandarono questo fonte di storia, a quelli che valsero per le edizioni precedenti e per la presente, ai criteri secondo i quali questa venne condotta, qui non farò che riassumere le conclusioni dello studio prepara- torio che usci già n'^ Archivio della R. Società romaìia di sttrria patria \
Fu la scuola storica ecclesiastica principalmente che diede credito e diffusione ai brani del Diario di questo scribasenato, in specie per ragguagliar di conclavi e di cerimonie, per autenticare miracoli, reliquie e profezie ch'egli riferisce con semplicità medievale. Ma quando comparve la prima volta tutto alla luce per l'edizione dell'Eckhart*, nel 1723, potutasi comprendere l'importanza della cro- naca per la storia di Roma e d'Italia, il Muratori ebbe a dolersi di non averla data fuori pel primo e decise
' Arch. Soc. roi». sU patr. XI, 481-640. \^^ Io. Georgii Eccardi Corpus hisioric. tnedii aevi, voi. II.
vili O. TOMMASINI
di ristamparla nella sua grande raccolta. L' aveva l'Eckhart pubblicato secondo un manoscritto della bi- blioteca Reale d'Hannover, riscontrandolo con un altro della Reale biblioteca di Berlino; il Muratori lo die secondo un codice Estense, non migliore di quello usato dall'Eckhart, mutilandone in alcune parti il testo, per non irritare troppo i potenti, cui sapevano d'offesa le cose che quel Diario toglieva all' oblio. Pure, per quanto allora fosse difficile far meglio, né l'una edizione né l'altra parve bastare ai desideri della critica. Dei manoscritti del Diario si aveva grandissimo numero; né sembrò giustificata la preferenza dagli editori facilmente accordata a quelli che la ventura aveva loro posto dinnanzi. Quei manoscritti medesimi recavano tracce non poche e non lievi di dissenso tra loro, che neces- sitava o rimuovere o spiegare; intorno alla persona del- l'autore conveniva raccogliere notizie, e intender come, togliendo le mosse dall'anno 1294, ei si fosse disteso col racconto sorvolando sopra due secoli. Laonde si dubitò prima che non avesse incorporato nel suo Diario nota- menti d'antenati suoi, o d'altri che avessero esercitato come lui l'officio di scriba presso il Comune di Roma. Ma il Muratori, precorrendo alle investigazioni col suo felicissimo intuito, potè affermare « uni Infessurae tribuen- dum unicum hoc Diarium ». Io mi accinsi invece a ten- tarne la compagine e a farne minuta disamina, rappre- sentando in uno specchio complessivo, che qui riproduco, le note croniche di cui é contesto: .
PREFAZIONE. IX
(1303) ' X 8 ^ 1420, IX 28, (29).
1338, 1422, XI 30.
1376, 1423, V-...
15 14, 3. 1424, VI 2*, 16, VII 21, 8*.
1361, VIII 21. 143 1, II* 12, 19, 20,111 I, 3*, II*, 16*.
1378, VII 16, X ... . 1432, IV 15*, 23*, VI 3, 20*, vn 17*,
1379*, XI 9. X 22, VI 4*.
1389*, ..... 1433, IV 7 (8), 17, V 21*, 31, VI 17,
1404, I I, ITI 17, IX I, X IO, ij. vili 25, XII s-
1405, IV 25, VIII 2, 3, s, 6, 20, 2T, 1434*, X s, V 29, 31, VI 14, 20*, 23, 26, IX I. X 27.
1407*, III* 13, XI 7*, 14, XII I. 1436, III 20, V 19, VI 3, Vili ...
1408, IV 18, 21. 1437, IV ..., VII ...
1409, IV 25*, VI 19*, 21, 27. 1438, , rv 12, vin 22*, ix 4, xi
1410, X ..., XII 27, 30. 8, 2, 4.
1411, , IV 2*. 1439, V ..., XI ..., Ili 19, IV 2.
141 3, VI ..., Ili 13, VII ... 1440, V (26).
1414, IX 13 (15), 16, X ..., XII 9*. 1442, XII 15.
1416, Vili ..., xn ... 1443*, V 27, IX 28 (29), XII 8*.
1417, , vili 28*, XI II*. 1444*, IX 12.
* S'indicano con numero romano i mesi, secondo il loro ordine pro- gressivo dall' I al XII, cominciando dal gennaio. Le cifre arabe dopo queste indicano i giorni dei mesi. I puntolìni dopo il numero romano significano che manca nel Diario l' indicazione del giorno nel mese ; dopo il numero dell'anno, che manca ogni indicazione particolare. I numeri in parentesi son quelli che, desunti dal contesto, non si trovano esplicitamente determinati nel Diario. Nel pseudoprincipio s'incontrano le date 1294, VII 24; 1295, XI 30.
* Data erronea, originata probabilmente dall'aver l'I. interpretato dop- piamente male il testo latino di Bernard Gui: « obiit Rome .v. id. oct., se- « quenti vero die fuit in tumulo, quem sibi vivens praeparari fecerat, tumu- « latus in eccl. S. Petti». È ovvio che l'I. pose anzitutto per inavvertenza gl'idi d'ottobre ai 13, come nei mesi comuni del calendario, e non ai 15 dì, e che dopo errò anche d'un giorno il computo. Gio. Villani, Cron. Vili, 63, ponendo la morte di papà Bonifècio a' di 12, sbagliò pur egli probabilmente nel tradurre la data dal latino. Quanti errori consimili non anno forse la causa istessa !
3 Alcuni mss. anno 1324, altri 13 14. L'equivoco della cifra i per 7, del 6 per 9, del 9 per 2, la sostituzione di cifre arabiche o di parole a nu- meri romani o viceversa àn dato luogo a frequenti discrepanze dei mss. e ad errori delle edizioni e degli storici che vi si sono affidati. Sì notano con asterisco le date intorno alle quali vi à nei mss. discordanza.
b
X O. TOMMASI'NI
1446, VII* 5. 1473. I 23, IV 29, V^ 7, (8, 9, io),
1447, I 9, II 12, 23, III 4, 6*, 18, VI VI 29.
8, 24*. 1474, I 5-
1448, IV 2$, V 23*, VIII 29, IX..., 1475, I 6, XI II,...
X 23, XI 4, Xir 20*. 1476, IV 30, I 8, IV 25, VI IO*, 12,
1449, IV 23, 27. 13, VII 6, XII 17, 26.
1450, XII 19*, 1477, in 15, VI 23, 26, vili 21, IX 3,.
145 1, XII ... 15.
1432, III 8*, 9, IO, 18*, IV 22. 1478, IV 27, V 4, 12, VII 12*, 29,
1453, I S. 9% '2*, 30, 31, VII 8. IX 16.
1454, X 12, 13*. i479> XI I-
1455, III II*, 24*, IV 8, VI 29, XI 1480, I 8, V 17*, VITI 2, IX 8.
21*, 23. 1481, III 3, V 28*, IX 13*.
1456, VII ..., 24, Vili 22, XII 24*. 1482, IV 4, 14, V 21, 22, VI 2, 3,
1457, XII 24. 5, 6, VII 12, 8, 13, 16, 21, 27*, 1458*, II ..., X* I*, VII* 13*, Vili 6, 20*, Vili I, 8, 12*, 15, 16, 19,
14*, 19, IX 3, XII 22. 22, 24, 30, IX 15, XII 27, 30.
(1459), I 22; 1459, III •••*. V 16, 25, 1483, V 27*, XI 15.
X 5, 29, (30). 1484, V 30, VI I, 2, 4, 5, 7, (I i), (1 3),
1461, III 27*, (VI 29). 18, 20*, 23, 25, 27, 29*, 30,
1462, IV 12, V 4. VII 2, 4, 16, (17), (18), 20,
1464, VI 19, (Vili)' 14, 28*, 30, 23, 24, 27, 30, 31, VIII ..., 5,
IX 3, 16, XI 6*, II*, XII IO*. 6, 9*, IO, II, 12, (13), 14, (is)>
1465, IV 22,Vl2*,IX 14*, 2o,Xl25. (16), 17, (18), 22, 24, 25, 26,
1467, VII 8*, IX 18, 29, XI 20. 29, XI 22.
1468, XII 24*, (31). 1485, I 6 3, III ..., VI (23), (24), VII
1469, I I, 9, 23. 14, 20, 21, X 16*, 19, . ., XI ...,
1470, V 18, VI 26, XI 5, VII 8. (30), XII IO, 15, 16, 28.
1471, IV I, VII 25, VIII 6, 9, 25, i486, I 4, s, 6, 7, 21, II 20*, III 17*, XII ... V ..., 30, VI (9)^ (12), ...,
1472, I ..., II 27*, V 28. 19, (24), 28*, 29, VII 2, 15, 17,
* Quantunque l'ed. Muratori, col. 11 39, r. 59, legga in questo luogo: « eodem anno a di 14 di agosto si mori lo detto papa Pio II », i mss. da me riscontrati e l'ed. d'EcKHARD non recano alcuna menzione del mese.
^ Il Muratori corregge : « mense iunii » ed a ragione ; ma i codici da me riscontrati danno: «mense may». Si lascia però l'inesattezza all'I. 3 La data « .xxii. novembris 1484 » si trova intercalata dopo questa.
* Il testo à : « prima hebdomada iunii die veneris ». Deve pertanto in- tendersi o il 2 o il 9 del mese. Cosi fu interpretato il 12, dal dato: «die « lune proxima tunc futura ».
PREFAZIONE. XI
19*, 26, 28, VITI 4, II*, 12, 14, 149^ VI I, 18, 6,9, VIII„., 23, 15, 24*, IX ... 24.
1487, V .., VI 20', 26, 29, VII 5, 1492, n I, IV (19), (22) 3, V 27,
VITI 9, 17*, 18*, 2S, X 15*. 31, VII* 16, 22, 25, 26, 28,
1488, I I, IV 8, V I, VI 2, 13, VII vili I, 6, 30*, II, 26*, IX 3, 8*, 15. 4, XII ...
1489, m (21) ^ VI 13, 14, 30, IX 1493, IV 25, VI 10, II, 12, 29*, vn
4, X 19, 27, XI 15. 3, (7), 23, 24, 28, 20, X,2 1,27.
1490, , V, 7, IV 27, 28, X 26, XI 1494, I 25, II 4, IV 22.
20, 30, XII 28, 39*.
Donde ci venne fatto di rilevare, innanzi tutto, il gran numero di date intorno alle quali i manoscritti di- scordano ; poi la relativa scarsezza dei notamenti, se si eccettuano quelli degli anni 1482, '84, '85, '86, '92, '93; poi la rarità delle note croniche che comincino dal gen- naio ne' singoli anni, e il procedere talvolta saltuario delle date, e soprattutto i molti anni e lontani fra cui si tra- scorre neir introduzione. Che se non poche date potemmo restituire all'originai lezione, le cause dell'aberrazione in- vestigammo, sia che fossero talvolta ad ascrivere a ine- sattezza dell'autore, che mal ricordò o mal trasportò i giorni dell'antico calendario latino nella datazione volgare; o a trascuraggine di copisti, i quali tradussero in cifre arabiche i notamenti segnati in numeri romani; oppure errarono, e qualche volta cumularono errori, nell' inter- pretare la data astronomica dalla festa ecclesiastica con
' Il testo à: «die vigesima vel circa».
* Il testo à: « mense martii, in die qua itur ad lerusalera », cioè la do- menica laetare.
3 I mss. anno : « die dominica, videlicet die pasquae et secunda die dicti «mensis». E così le edizioni; ma parve naturale di supplire « vigesima et « secunda dicti mensis », restituendo colla parola sfuggita agli amanuensi la data vera della pasqua di quell'anno.
XII O. TOMMASINI
cui l'autore indica i tempi. Ponemmo poi in chiaro nel mutilo principio genuino con cui la narrazione incomincia, il concetto che indusse l'autore a raggruppare tempi tanto remoti fra loro in una stessa unità logica, e a rappiccare quasi colle fantasiose Istorie dello filosofo romano i suoi notamenti contemporanei ' ; rilegammo in fine, quasi ad appendice, l'esordio fittizio dato dai codici meno autore- voli *, che è evidente azzimatura posteriore di amanuensi non indifferenti o di compilatori non disinteressati; e ci sembrò non inadeguato di concludere che i due brani de bello Sixti (pp. 89-107) e il Ricordo della pre- sura e morte del protonotario Colonna (pp. 107-152) ebbero a nascere probabilmente indipen- denti r uno dall'altro; e però furono scritti in diverso idioma, e determinati dall'occasione ch'ebbe lo scrittore d'esser testimonio oculare delle vicende narrate, dall' im- pulso di simpatia e di clientela che nutriva per la popolare famiglia Colonna, ma furono i primi nuclei di narrazione che lo determinarono a comporre la storia'.
Intorno a questi due nuclei, raccozzando appunti di- spersi ne' protocolli d'ufficio o di notaio, non tutti lì per li redatti forse da lui, incorporando leggende foggiate per interesse gentilizio, raccolte o ne' porticali de' Colonnesi o nel palagio di Campidoglio, tra romaneschi o tra fo- r usci ti, ebbe poi a foggiarsi il resto del Diario, nella strana ma spontanea forma in cui ci pervenne.
Non parve che si dessero ragioni sufficienti per attri- buire a Branca de' Tedallini l'ultimo frammento volgare,
' Cf. Arch. Soc. rom. st. patr. XI, 563 sgg.
* Cf. Arch. Soc. rom. st. patr. loc. cit. p. 538 sgg.
PREFAZIONE. XIII
e si aggiunse al testo, come nelle precedenti edizioni, senza scrupolo. Non cosi si fece dell'altro architettato inizio del Diario, che, come si disse, fu aggiunto in ap- pendice, rivendicando poi all' I. quella parte che a torto fu insinuata nei diari del cerimoniere Burcardo.
II.
Dello scrittore e della famiglia di lui poco o punta notizia ebbero i primi editori. Il ricordo che Stefano fa di sé stesso all'anno 1478, accennando che a quel tempo ei < stava per podestà ad Orte » , fu tesoreggiato da co- pisti e bibliografi/ Ma i registri del camerlengo della Camera e quelli della Depositeria della gabella dello Studio nel R. Archivio di Stato, i numerosi documenti nell'Archivio Storico Comunale di Roma, le carte sopra- vanzate nella famiglia de' Savorgnan di Brazzà, cui, per la parentela co' Simone tti, pervennero quelle dei GiovenaH e dei Ghislieri, ci pongono in grado di saper quanto basta del nostro cronista, e di ravvisare come l'antica casata degl' Infessura, ch'era delle romane natie, s'andasse, col volger dei tempi, assottigliando e nascondendo fra le romane fatte, commemorate per censo largo e per pro- fittevoli relazioni colla curia.
or Infessura ebbero le case nel rione di Trevi, in- nanzi al « locus qui dicitur la Sede et locus qui dicitur < la IVIesa » , non lungi dal Quirinale ' ; ebbero la tomba
' Cf. Ardì. Soc. rotti, st. patr. XI, 490.
XIV O. TOMM ASINI
, in Santa Maria in via Lata; l'arme d'un
|{|iiii{ii{|||i||[iip|{l|||!|||ll|l||{j|ljl|l I , . , _ .
I r^k ItII I bacinetto sopra ad asta connccata in f \| li i II I . . ,
B^ 1' ''fili ^^^ monti pari. L'avo di Stefano, Lello ^^^^^^^^^1^ 1^^ degT Infessura, comparisce nel 1397
V|iiiH arbitro tra Lorenzo di Cecco Palochi
\^ W^r e Ludovico de' Papazzurri, sentenziando
^s*/^ in una questione di loro orti contigui.
Ebbe pertanto ad essere, secondo probabilità, dottore di legge. Poi Giovanpaolo, suo figliuolo, aromatario o speziale nella regione di Trevi, è dei caporioni nel 1428. Non risulta con cui s'ammogliasse, ma ebbe buona fi- gliolanza : la Vannozza, maritata ad un Benedetto di Fe- lice de Fredis di Valmontone, antenato di quel de Fredis che diventò famoso per aver ritrovato, scavando in una sua vigna presso le Sette Sale, il gruppo di Laocoonte ; poi Lello, il nostro Stefano, Lorenzo, Antonio, Domenico e Cec- colo, che fu celebrato come uom faceto e « da supplire ogni «defecto»'. Ma non sembra che costoro godessero di numerosa prole o vivessero a lungo. Lello era già morto nel 1483; e appunto in quest'anno il nostro Stefano, cu- ratore d'Antonina, figlia di quello e sua nipote, compa- risce come « eximius iuris doctor » e stipula patti dotali fra lei ed Antonio, figlio di Giovan Battista della Pedac- chia. La « subarratio » segui « in regione Tri vii in domo « habitationis dicti domini Stephani » ; le nozze si fecero in Santi Apostoli. Testimoni spettabili intervennero all'atto solenne. Ceccolo aveva pur egli già nel i5i6 lasciato vedova la sua Maria, con tre figliuoli. Maddalena de Fredis, figlia della Vannozza, sposò Pietro di lacovo
* M. A. Altieri, Li Nuptiali, p. 15.
PREFAZIONE. XV
« condam Galeotti de Normandis olim de regione Co- « lumpne et nunc de regione Tri vii » . Cosi gì' Infessura s'imparentarono coi discendenti di quel Galeotto Nor- mando che re Ladislao fece cavaliere a San Marcello nel 1404, e cui la fazione Orsina ed ecclesiastica cinque anni dopo, a' 2 1 di giugno, tagliò la testa '. E Stefano, ammogliatosi a Francesca vedova«già d'un Paparoni, ebbe pur e^so due soli figliuoli : Marcello e Matteo. Quest'ultimo nel i5o5 era già morto; quasi fosse destino che citta- dini amanti della libertà dovessero avere in Roma vita agitata e breve.
E agitata ebbe a menarla nella sua giovinezza anche il nostro Stefano. Si trovò ai rumori e alle giustizie per la congiura di Stefano Porcari. « Veddilo io » , esclama, € veddilo io vestito di nero in iuppetto et calze nere pen- € nere quell' huomo da bene, amatore dello bene et li- « berta de Roma » \ Egli e suo padre e tutti i fratelli ebbero brighe con tal Gasparraccio della Regola, brighe che nel 1470 si terminarono con atto di securtà e di pace solenne \ ma che prima ebbero a perturbare non poco la pace della loro famiglia.
L'anno in cui Stefano nacque non ci risulta da do- cumenti. Sappiamo che nel i5oo era morto, dacché ap- punto in quel mese Marcello e Matteo suoi figli convengono col camerlengo della chiesa di S. Maria in via Lata, promettendo al Capitolo un'annua cavallata di mosto in compenso d'una messa alla settimana, in giorno di lunedi,
' Cf. Diario, pp. io e 17.
* Diario, p. 54.
3 Cf. Arch. Soc. rom. st. patr. XI, 592.
XVI O. TOMMASINI
da celebrare in perpetuo a suffragio de' morti nella cap- pella di S. Nicola, di cui il padre loro sin dal 1481 aveva acquistato il diritto di patronato per la famiglia sua e pei discendenti. Ma la vigna acquistata, per cor- rispondere alla chiesa la cavallata di mosto su cui Stefano aveva costituito vincolo, era fatta deserta, né dava frutto ; però i figliuoli convennero nel i5oo coi canonici di sod- disfare il debito in altro modo. E probabile che Stefano circa a quell'anno uscisse di vita e fosse sepolto nella tomba gentilizia della medesima chiesa, ove già nel 1483 era stato deposto suo padre.
Ora, se egli nel i5oo era morto, se nel 1478 sì trovava già pretore ad Orte, e però doveva aver com- piuto almeno i trenta anni d'età, se ricorda d'aver visto pendere il Porcari appiccato nel 1453, è da credere che probabilmente circa all' anno 1440 nascesse. Innanzi al 1471 era già rinomato per la sua perizia nel diritto. Gaspar Veronese lo designa già in quell'anno come « iuris « peritissimus » '. Nel raro opuscolo delle lettere d'Aga- pito Porcio o Porcari, dedicato a Luca de' Leni, che mori nel i486, edito senza né nota di tempo né nome di stampa- tore, una ne à, e lo afferma il Marini che vide l'opuscolo, diretta dal Porcari a Stefano Infessura. Questo docu- mento ce lo mostra pertanto in relazione viva anche colla famiglia Porcari. Fu Stefano inoltre lettore in civile nella università di Roma; e ne' pochi registri che ci rimangono al R. Archivio di Stato ^ della Depositeria della gabella
' Cf. Marini, Archiatri, II, 183; Arch. Soc. rotti, si. patr. XI, 493. * Arch. di Stato in Roma, Registro della Depositeria della gabella dello ■v Studio, anni 1481-82, ce. 40*», 44, anni 1482-84, ce. 11, 16, 19^ 28, 28b.
PREFAZIONE. XVU
per lo Studio capita il nome di lui non infrequente, e vi s'incontra compagno con quello di Mario Salomonio e di colui che esso e i contemporanei chiamarono « messer « Pomponio » e che fu il grande Pomponio Leto. Se non che, in mezzo alla coltura del rinascimento Stefano vive come un uomo del medio evo. Sa di giure, e, seppur ne scrive un libro De comu7iiter accidentibus, che già si con- servò manoscritto nella biblioteca del cardinale Slusio e scomparve con questa ', ei si ravvoltola tutto nell'esercizio della sua pratica. L'onda classica lo lambisce ma non lo vivifica ; l'accademia gì' inocula, come un pregiudizio di più, la trista passione dei distici messi a servigio dei pettego- lezzi e dell'odio ; ma il latino di lui non è mai quel del Valla, bensì quello che si travolgeva in curia al gergo dei cerimonieri; quello, a un dipresso, dell'autore delle Gesta Be^iedicti XIII ^^ dove le «matelacia», le « scu- « tellae si ve piati » , le « taxeae » , i « picherii » invadono, colle necessità barbariche del linguaggio vivo, la rigida e pulita immobilità della lingua morta. Cosi Stefano scrive « prò bono foro » per « a buon mercato » ; « in ca- « pite quinque dierum » ed « erexit se in pedes » per « a « capo di cinque giorni » e « si levò in piedi » ; e poi « magazena » , « fumarii » , « fortelicia > , « barilia > , < boti- « glios » , « butiglionem » , « petias drappi imbroccati » , « artellaria » , « tendae et padigliones > , « partisciana > , « sotolare » . Che distanza da questo latino a quel del Biondo, di Poggio e del Valla! Né del resto i contatti
Cf. Catalog. bibl. Slusianae, Romae 1690; Blume, lUr itaì. Ili, 197; Mabillon, Iter itaì. p. 96.
^ Muratori, Rer. It. Scr. Ili, 777 sgg.
XX O.TOMMASINI
« solum vitam animarum et spiritualia curabit » ' ; per la speranza cioè di quell'era del Santo Spirito che doveva seguire a quella del Padre e del Figliuolo, le cui colonne sarebbero state l'abate Ioachim, san Francesco e san Do- menico, come nel principio della nuova alleanza erano stati Zaccaria, Giovanni Battista e Gesù. Pertanto il commovimento profetico che, agitando i luminari del se- colo, scende da questi sino all'infime plebi, come freme nel veltro dantesco e nella cronaca di fra Salimbene, cosi parla in quella del nostro scribasenato. Se l'I. accoglie la leggenda della morte di Benedetto XI « attossicato 'n « uno fico » , è pel vaticinio ioachimistico che lo predice ^ Se al mancare dell'imperatore Federico III, nel 1493, annota: «et cum eo perierunt omnes prophetiae»^ egli è appunto perché colla morte di lui, profeticamente tanto formidabile alla Chiesa, quanto storicamente innocuo, vede cadere a vuoto tutte le predizioni guelfe che avevano di- pinto coi più foschi colori quel qualsiasi Federico tedesco, che fosse venuto dopo il secondo, dopo l'Hohenstaufen, aborrito e formidato dalla Chiesa pur nella memoria e nel nome.
Ma dopo l'influenza dei dettami profetici, quello del sentimento popolare e colonnese è il più caldo e cospicuo nel Diario di Stefano. La catastrofe di papa Bonifacio, con cui la cronica di lui s'incomincia, sta come segno della vendetta di Dio, contro chi s'attenta a colpire la virtuosa casa dei Colonna, e i Riario dovevan meditarne l'esempio. L'esilio babilonico, il trapasso della sede pon-
' Cf. Diario, p. 265. * Diario, p. 4. 3 Diario, p. 292.
PREFAZIONE. XXI
tificia in Aviornone, da cristiani e da romani si conside- rava come la principale iattura per la Chiesa e per la città ; e il primo principio di tale iattura il popolo voleva ripeterlo da casa Orsina. Cosi l'I. racconta che fu Na- poleone degli Orsini da Monte Giordano che « ruppe lì « cardinali > esitanti a coronare Clemente V fuori di Roma ; « e givosene in Francia et tutti li altri lo seguitorono et « allhora fu coronato > '. Ed oggi, se la storia imparziale riduce a più stretto limite la responsabilità dell'Orsini, non però Io scagiona del tutto ^ La stessa leggenda dei Rosselli, che l'I. accoglie nel suo Diario, à positiva ori- gine nella clientela di casa Colonna K Questa che da Paolo Petroni fu maledetta come nemica della Chiesa e di Roma *, più giustamente rappresentata da Stefano sic- come popolare e civile, vien da lui servita con fede. Quando nell' infelice città tutto era tumulto e violenza, e si gridava da una parte: Chiesa ed Orso, Orso e Cre- scenzio e dall'altra: Valle e Coloftìia, Stefano non pur compiè fedele l'ufficio suo di scribasenato, ma quello di amico affettuoso e devoto presso la salma tormentata di Lorenzo Colonna, l' infelice protonotario ; mentre il no- taio dell' Antiposto alle guerre si contentò di mettere « doi « carratelli alla porta carichi de sassi et pontellare molto « bene » ', Stefano invece nota : « con li miei occhi lo veddi, « et con le mie mani lo sepelii > ^.
' Diario, p. 5.
^ Cf. SoucHON, Die Papstwahkn voti Bonifai FUI bis Urban VI, Brunn- schweig, 1888, p. 29; ibid, App. 2', p. 183 sgg. 3 Cf. Arch. soc. rom. st. patr. XI, 564-572. * Paolo Petroni, Mesticanza, in Rer. lu Scr. XXIV, 1114, 5 Cf. Diar. in Rer. It. Scr. IIP, 1088. ^ Diario, p. 141.
XXII O. TOMM ASINI
Cosi, Spesso, egli è a' fatti che racconta testimonio di veduta, quantunque non paiano contemporanei i nota- menti ch'egli ne fa. Ne reca sovente in mezzo i docu- menti che vede. Se si eccettuano una lettera del conte Girolamo Riario al pontefice \ una cedola del collegio dei cardinali di cui dà la sostanza *, certi capitoli d' Inno- cenzo Vili da lui veduti nel palazzo de' Conservatori ', ei non ne produce altri. Ma gl'incisi della sua cronaca guadagnano bensì luce e importanza straordinaria quando vengon messi a rimpetto dei documenti contemporanei, dei regesti dei pontefici, dei libri della Camera di Roma; quando le lettere del Senatore fanno riscontro ai nota- menti dello scribasenato ; nel quale ufficio, che il nostro Ste- fano ricoperse, ei fu l'ultimo in cui fremette ancora l'amore della città e del viver libero, tanto malamente oppresso dalle arti del clero.
III.
Circa ai manoscritti cogniti del Diario e a quelli che servirono per l'edizione odierna, poche cose riassumo qui. Il Valesio e un manoscritto del museo Britannico accen- nano a un codice autografo, che non è niente più, niente meno del manoscritto citato dal Rainaldi ne' suoi Annali ecclesiastici, e che nell' archivio Vaticano recò il num. 1 1 1 . Questo ora più non vi si trova ; da taluno fu indicato come
' Diario, p. 153. * Diario, p. 168, 3 Diario, p. 176.
PREFAZIONE. XXIII
autografo, ma il Rainaldi per altro non lo cita per auto- grafo mai. Degli altri manoscritti ecco l'elenco e l'indi- cazione delle sigle, con cui vennero distinti nelle varianti che si recano a' pie del testo ' :
Roma. Arch. Vaticano (arch. di Castello, armar. IX, ord. i r.), sec. xvi
(0,350 X 0,190) A
Arch. Vaticano, arm. XV, n. 61, sec. xvii (0,250 Xo>i9o) A*
Bibl. Barberini, ms. LIV, 51 (numero antico 3160), sec. xvn
(0,271 XO)2 io) B
Ivi, ms. LIV, 52 (n. a. 1087), sec. xvii (0,290X0,210) B*
Ivi, ms. LV, 5, sec. xviii (0,290X0,210) B*
Ivì^ ms. LV, 56, sec. xvii (0,325X0,227) B3
Napoli. Bibl. Brancacciana, ms. 11, F, io, sec. xvii (0,260X0,198) B*
Berlino. Bibl. Reale, ms. Beri. it. fol. 37, in-4°, sec. xvii B5
Bologna. Bibl. Universitaria, ms. 848, sec. xvii (0,197X0,260) B^
Roma. Libreria dell'editore, ms. sec. xvi (0,307X0,210) C
Bibl. Chigi, ms. G, II, 62, sec. xvi (0,307X0,210) C
Ivi, ms. G, II, 61, sec. xvii (0,257X0,190) C*
Bibl. Corsini, ms. 1344, segn. 38, E, 21, sec. xvii C3
Bibl. Casanatense, ms. XX, VI, 7, sec. xvm (0,261 Xo,i90 C*
' Per la descrizione particolare di questi mss. si rinvia aìVArch. Soc. rom. si. patr. XI, 504-424. Solo qui si descrivono i mss. CS G^ P'°, che non s'incontrano in quella serie, perchè mi furon cogniti dopo la pubblicazione dello studio preparatorio all'edizione del Diario. Ilms. G^ mi fu corte- semente fatto conoscere dal signor dott. P. Giovanni Zannoni ; gli altri due mi vennero segnalati dall'egregio signor prof. Guido Mazzoni. Il primo è scrit- tura del sec. xvii e non offre nulla di notevole. Il codice cortonese, indicato nel catalogo del Mancini G. (7 mss. della Uhi. del Comune e dell' Accad. di Cor- tona, 1884, n. 382), fu scritto da Onofrio Baldelli, che visse in Roma dal marzo del 1712 all'ottobre del 1714. Consta di carte 427. S'intitola: Stephani \ Infestare \ civis romani \ Diaria Rerum Romanarum \ suorum temporum post Curiam \ Romanam ex Galliis ad Urhem | reversam \ usque ad AUxandri papae VI crea- tionem. Precede il Diario una Prefazione del Baldelli « al lettore carissimo », e, nella carta seguente, una tavola | di tutto ciò che si contiene nella | presente opera cavata \ dalle postille \ marginali. Indi « Incipiunt diaria Stephani Infe- « stuor. Civis Romani»: «Nell'anno Domini 1294 nella vigilia di Natale ». Expl. (e. 327): «per andare a' campo ad Ostia». È singolare che il Bal- delli, a quando a quando, racconci la sintassi e la frase. Così al noto pas- saggio dell'a. 1484 scrive: « capsam marmoream coopertam marmorea lapide
XXIV
O. TOMMASINI
Cortona. Bibl. Comunale e dell'Accademia Etrusca, ms. 302, sec. xviii
(0,270 X Oj200) C5
Hannover. Bibl. Reale, arm. V, 5. È il testo dato dall'Eckhart il quale lo
ragguagliò anche col ms. B5 E
Firenze. Bibl. Nazionale, cod. CXXVII Gino Capponi, sec. xviii (0,260
X 0,190) F
Ivi (sez. Magliabecchi) ms. II, III, 422, Magi. XXXVllI, 3, 61, sec. XVI (0,280 Xo>2 io), di carte 365 non numerate F^
Bibl. Riccardiana, ras, 1182, in-4°, sec. xviii (0,280X0,2 io),
di carte 510 F^
Roma. Bibl. Ferraioli, ms. sec. xvii, di carte 510 non numerate
(0,240X0,186) F3
Ivi, ms. sec. xvii, di carte 106 numerate nel retto (0,280 X 0,200) F^
Bibl. Nazionale V. Emanuele, ms. 304, XVIII, fondo Gesuiti, sec. XVII e xviii, di carte 193 numerate (0,275 X 0,205) G
Bibl. Giustinianea, presso il Seminario Vescovile, ms. sec. xvii, senza segnatura (0,220 X 0,250) G'
Museo Britannico, ms. 8431, in-8° gr., fine del sec. xvii (0,227 X 0,205) L
Ivi, ras. 8432, in-4°, sec. xvir (0,297X0,194) L'
Ivi, ras. 8433, sec. xvii (0,280X0,200) L^
Ivi, ms. 8434, sec. xvii (0,315X0,215) L3
Ivi, ms. 26, 802, sec. XVII (0,308X0,205), di carte 191 nu- merate L'* Modena. Bibl. dell'Arch. di Stato, sez. Mss., cod. sec. xvii (0,254 X 0,191), di quaderni numerati 54, scritto in una sola co- lonna. È il testo del Muratori M
Albano Laziale.
Londra.
« implumbatam invenerunt, quam cura aperuissent, unum corpus cuiusdam « mulieris (quod TuUie Ciceronis filiae fuisse creditur) integrura invenerunt ». Finalmente il ms. della Comunale di Poppi, di poco valore, provenienza dal lascito del conte Fabrizio Orsini de' Rilli, che legò la sua biblioteca al co- mune di Poppi nel 1825, ine: «Nell'anno del Signore 1294 », reca al luogo citato la postilla marginale : « Si crede che fusse il corpo di Giulia figliola di « Cicerone», e al punto ove nel Diario riprende il testo latino (vedi p. 153) traduce in italiano: « Il di 6 d'agosto essendosi un figliolo di Niccolò Vitelli « da Castello, capo della cohorte, avvicinato al castello di Palliano, posto quivi «il campo, fece battaglia con i Colonnesi», e cosi segue sino a e. 236: « e si « disse che il Gran Turco era morto ». Segue poi il consueto frammento italiano, sino alle parole : « per andare ad Ostia ». Sopprime tutto il lungo brano delle accuse contro Sisto IV e gli epigrammi che seguitano.
PREFAZIONE.
XXV
Modena. Bibl. del marchese Carapori, ms. sec. xvm (o,27oXo>2o8) M'
Venezia. Bibl. Marciana, ms. Ital. App. ci. VI, n. CXLIX, in-fol. piccolo, sec. XVII M*
Roma. Arch. de' Cerimonieri pontifici, ms. M, 4, sec. xvi (o,54oXo>2So) M3 Ivi, ms. A, I, sec. xviii (0,298 XOj25o) M*
Napoli. Bibl. Nazionale, ms. X, D, 25, sec. xvii, in-fol. (0,307 X 0-222) N Roma. Bibl. Vaticana, ms. Ottob. 11 16, sec. xvni, di carte 190 non nume- rate (0,304X0,202) O Ivi, ms. Ottob. 2626, sec. xvii (0,230X0,350) O' Parma. R. Bibl., ms. HH, III, 1086, fine del sec. xvi, in-4° gr. (0,200 X 0,280) P Parigi. Bibl. Nazionale, ms. lat. 8988, sec. xvu, codex Colbertinus 234, Re- gius 9920-2, di carte 391 (0,335X0,235) P* Ivi, ras. lat. 13733 ancien St,-Germain fi-an^ais, Gévres 116, sec. xvxi, di carte 503 (1006 facce) numerate (0,250X0,186) P^ Perugia. Bibl. Comunale Podiani, ms. A, 30, sec. xvii, di fol. 151 nume- rati (0,290X0,210) P3 Ivi, ms. E, 7, sec. xviii, di carte 897 (0,260X0,187) P^ Parigi. Bibl. Nazionale, ms. lat. 12541, sec. xvii, di carte 357 numerate, St.-Germain 932 (0,266 XO)i95) P' Ivi, ms. lat 13732, Gévres 109, sec. xvii, dì carte 465 numerate (0,250X0,188) P6 Ivi, ms. ital. 670-671, sec. xvii, due tomi di 235 e 241 carte nu- merate (0,245 X 0,190) P" Ivi, ms. ital. 672, sec. xvii, di carte 301 (0,248 X 0,200) P* Ivi, ms. ital. 193, sec. xvii, di carte 448 numerate (0,257 X 0,185) P^ Poppi. Bibl. Comunale, ms. CCXII, di carte 238 non numerate, della fine del sec. xvi e principio xvii (0,268 X 0,200) P'° Roma. Arch. Storico Comunale, cred. XIV, tomo 5, ms. sec. xvii-xviii, proviene dal Valesio (0,200X0,228) R Bibl. Vaticana, ms. Vat. 6389, sec. xvii (0,264X0,200) R' Bibl. Vallicelliana, R. Società di storia patria, ms.I, 75 (num. mo- derno 00834), sec. xvi, carte 134 numerate (0,270X0,200) S Ivi, ms. I, 74 (num. moderno 00833), sec. xvi e xvii, di carte 257 (0,278X0,210) - S' Torino. Bibl. Nazionale, ms. II, 49 (segnatura antica nel catalogo stampato dal Pasini LXXII, 1. II, 29) sec.xvi, di carte 195 (0,860 X 0,300) T Roma. BibL Vaticana, ms. Vat. 5294, sec. xvi, di carte 163 numerate nel retto (0,300X0,210) V Ivi, ms. Vat. 1522, sec. xvi in fine (0,170X0,230) V Ivi, ms. Vat. 6823, sec. xvi, di carte 267 numerate nel retto (0,264 X 0,202) V» Londra. Bibl. Yelverton, ms. sec. xvi in fine (0,260X0,200) Y
XXVI O. TOMMASINI,
Di tutti questi manoscritti assai diverso è il valore'. I più antichi e pregevoli recano nel testo la lezione schietta, favorevole alla causa popolare e Colonnese, cui lo scrittore è devoto "" ; gli altri l' ingarbugliano e sovente l'alterano secondo contraria inclinazione di amanuensi, favoreggiando la fazione ecclesiastica ed Orsina. Inoltre i manoscritti più antichi, o che da questi derivarono, serbano più fre- quenti le vestigia del volgare romanesco, proprio dell'au- tore ; gli altri invece vanno toscaneggiando e racconciando periodi secondo grammatica ; quelli si contentano di co- minciare dal brano di leggenda da cui fu iniziata l'edi- zione presente, annotando che manca il principio; quesd invece principiano colla solennità della narrazione, da me relegata in appendice; taluno vuol ridurre tutto il testo ad una lingua sola, latina o italiana che siasi; tal altro incorpora postille nella lezione primitiva. Secondo i criteri accennati i manoscritti si distinguono pertanto in due classi principali :
Comincia la classe i*: «. . .pontificalmente, e disseli : « piglia tesauro » :
A B' B3 e C F F' F^' G L* U M' M^ M3 O O' P P5 P» R R' S S' T V V V=* Y.
Comincia la classe 2*: «Nell'anno del Signore 1294 « nella vigilia di Natale » :
A' B B* B* B5 B6 C^ C3 C* C? H G' L L' L3 M M* N P' P^ P3 P^ P6 p7 p? pio
' I frammenti di rass. a e b che citiamo tra le varianti a p. 174, corri- spondono alla descrizione che n'è data nell'are/?, Soc. rotti. sU pcUr. XI, 535, nota 2.
* Ci. Ardì. Soc. rotti, st. patr. Xi, 535 sgg.
PREFAZIONE. XXVII
Sono di parte ColcMinese ' :
A B' B3 B? C C^ E F' G U L* M" M^ M3 O O' P P5 P« R R' S S' T V V^ V^ Y.
Sono di parte Orsina:
A' B B^ B-* B6 C C3 C* C5 F C L L' L3 M M* N P' P^ P3 pt P6 p7 P' P'".
Ragguagliando tra loro le due serie, è dato di rav- visare che la lezione Colonnese e la classe i% la lezione Orsina e la classe 2* quasi si corrispondono. Le discre- panze sono minime. Tre codici (B' C* E) della classe 2* sono acquisiti alla lezione Colonnese; due (C F) dalla classe I* scendono alla lezione Orsinesca. Donde si potè indurre che l'alterazione determinata da partigianeria gen- tilizia fu anteriore a quella introdotta per preconcetti di forma. Del tentativo di ridurre tutto il testo ad una lingua sola, due manoscritti rimangono a testimonio di opposte prove : il Corsiniano O, tutto volgare, anzi ita- liano; e il frammento tutto latino che è nel codice Bar- beriniano XXXV, 37, numero antico 1088 *. Ma le primi- tive forme dialettali convenne raccapezzare, dove fossero superstiti, nei manoscritti tenuti a riscontro. Servi per- tanto di fondamento alla nuova edizione il codice C, del secolo decimosesto, già appartenuto alla biblioteca Gentili del Drago, ora presso di me. Su questo si fece com- parazione dell'edizioni dell'Eckhart (E) e del Muratori (M); si fece ragguaglio col Vaticano R' e col Capitolino R già
' V. Diario, p. io.
* V. Arch. Soc. rom. sL patr. XI, 537.
XXVIIl O. TOMM ASINI
collazionato e corretto dal Valesio ; e dalla comparazione parve risultare che se R' à il gran pregio di non al- terar mai la lezione per preconcetto dell'amanuense, se la presenta migliore, per esser certo condotto sopra mi- glior codice e però, anche dove erra, rimette non di rado sulla via di ritrovare la forma genuina del testo, guasta attraverso svarioni gradatamente trasformatisi per ignoranza e incuria di trascrittori; il ms. R, segnatamente nella parte latina del Diario, conduce a rettificazioni gram- maticali, che sembrano risultare più spesso dall'avere sciolto senza errore l'abbreviature di cui ebbe ad esser irto l'ar- chetipo, che dal proposito di correggere per dar garbo al dettato, con preconcetto di retore. Inoltre, nella scrit- tura dei numeri serba traccia dell'uso più antico, sia no- tandoli in caratteri romani, sia mescendo caratteri e cifre. Segna bensì le date giornaliere più spesso in numeri arabi, e talvolta dimostra a quali corrompimenti del testo potè gradatamente dar luogo quella promiscuità di pra- tica. I manoscritti Vallicelliani S, S' furon pure tenuti a costante riscontro; e questo secondo, che già servi al Rainaldi e porta note di lui, parve concorrere coll'altro codice Vaticano per supplire al danno dell'autografo smar- rito. I due codici Chigiani C C* e il Corsiniano C' rap- presentavano ciascuno una tendenza pregiudicata della critica rispetto alla schiettezza del testo, che era conve- niente non perdere mai di vista, dacché il primo offriva le alterazioni indotte nel Diario dallo studio di parte Or- sina ; l'altro tutte le azzimature del dettato, di che poteva esser capace un secentista; e però restringeva in cana- letti, secondo lui, scevri di melma, l'onda libera e qualche volta torbida o scarsa del nostro scribasenato. Il codice
PREFAZIONE. XXIX
Corsiniano, dando tutto il testo italiano, soccorse non di rado per l'interpretazione di forme guaste nell'edizioni, incerte e multiformi nei codici. Nei passaggi che par- vero caratteristici, procurai ragguagli di tutti i manoscritti di cui ebbi possibilità di giovarmi.
Le norme seguite per la stampa furono principalmente quelle determinate nell'Organico per le pubblicazioni del- l' Istituto Storico Italiano '. Al capriccioso impiego delle maiuscole e alla punteggiatura secentistica dell'edizioni precedenti e di non pochi codici non si die peso, né importanza paleografica al promiscuo uso dell' z/ vocale e consonante. Nelle varianti relative alla lezione furono indi- cati i codici secondo le sigle con cui vennero contraddi- stinti innanzi, curando che ne venisse conservata la serie alfabetica, ogni volta che non fu necessario di ordinarli in altra guisa per dare ad intendere come per progressiva alterazione si giunse all'estrema corruzione del testo, o come per l' inverso da questa si riusci per gradi a ricon- quistarne, forse, la forma prima ed originale.
A corredo dell'edizione, s'aggiunsero alcune tavole di monumenti che valgono d' illustrazione all' istoria. L' una rappresenta l' imperatore Sigismondo < addestrato dallo « soldano e da Mancino quali stanno scolpiti nella porta «di metallo di Santo Pietro»^. Due raffigurano il sup- plizio di Nicola da Valmontone canonico, di Capocciola e Garofalo beneficiati di S. Giovanni in Laterano, che rubaron le pietre preziose dalle teste di san Pietro e san Paolo, e ce li mostrano « rencarcerati nella piazza
' Bull deìl'htit. Stor. It. IV, 8. ^ Diario, p. 30.
XXX O. TOMMASINI
« di Campo de Fiore rilevati su in alto » e poi « strasci- « nati nella piazza di Santo Ioanni . . . tutti immetriati ...» e le mani loro «chiavellate accanto alla lopa de metallo « in quello muro, come delle preditte cose si vede la « memoria penta come s'entra la ecclesia de Santo Ianni » '. Disfatta la pittura, nei rifacimenti posteriori del tempio, l'archivio capitolare Lateranense ne conservò il disegno a contorno. Suli' indizio che ne dà il Soresini ^ ne feci ri- cerca ed ottenni per cortesia dal Capitolo di poter averne riproduzione; donde non solo risulta illustrazione al rac- conto dell' I., ma qualche lume ancora alla topografia del Laterano medievale. Finalmente dal codice Vaticano Regin. 5 80 che contiene le Auctoritates propketarum et verarimi cronicarum de catùsis, statu, cognitiane ac fine pì'esentis scismatis et tribulationum . . . maxime tempore fu- turi regis Aquiloms vocafitis se Federicimi imperatorem etiam usque ad tempora futuri pape vocati Angelici, fu- rono tratte le rappresentazioni figurate che rappresentano il « pastor angelicus » ' e il passaggio di Federico III a Roma '^ colla morte del quale, come l'I. si esprime, tutte le profezie perirono. Altre poche avvertenze avrei ad aggiungere, rispetto al modo che tenni nel compilare il glossario. Mi sembrò veramente in sul principio che sa- rebbe stato bene usare di gran parsimonia nell' ammet- tere in esso voci non registrate ne' lessici solo perchè
' Diario, pp. 39-40.
* Soresini, De capitibus ss. app. Pdri et iPauli in SS. Lettor, ecclesia as- servatis, p. 54 : « ex supr. lib. sign. Ut. E et ex delineatione huius «historiae in armar. I arch. Later. custodita ».
3 Diario, p. 265.
* Diario, p. 29J.
PREFAZIONE. XXXI
nel Diario compaiono talvolta alterate per tramutazione fonetica o per legge morfologica dialettale. Mi pa- reva però desiderabile di escluderne tutte quelle voci che non recassero nel loro radicale stesso un elemento nuovo, o almeno non notato in quella particolare si- gnificazione, dal Du Gange, dalla Crusca, o dal Tom- maseo. Poi cangiai d'avviso considerando che non esi- ste uno schema grammaticale pel dialetto romanesco a cui far rinvio, e che mal potrebbe determinarsi il para- digma delle flessioni sul solo testo dell'I., nel quale ap- pena si può dir che sopravanzano le ultime tracce del volgare della regione romana. Però, riservando ai filo- logi il campo intatto che loro appartiene, mi attenni a quella via pratica, a cui m'incoraggiavano anche esempi autorevoli.
Se con queste cure riuscii a rendere più schietta e certa l'effigie del Diario di Stefano Infessura, mi parrà d'avere in qualche modo giovato alla conoscenza della storia di Roma, curando un testo cosi spesso citato dagli sto- rici e dalla critica odierna non ancor bene saggiato.
Roma, novembre 1889.
O. TOMMASINI.
STEPHANI INFESSURAE
CIVIS ROMANI
DIARIA RERUMROMANARUM
SUORUM TEMPORUM
I. Post Curiam Romanam ex Galliis ad Urbem reversam usQUE ad Alexandri papae sexti creationem.
Manca lo principio.
W pontificalmente, e dissali: « piglia tesauro quanto tu vói ».
la campana di Anagni sonava a stuormo. lo conte Romano di casa Ursina veniva con gente, mandato dallo re Roberto che lo papa venisse a Roma, donne li cittadini da Anagna gridavano: «mora li forastieri » ; et fuoro cacciati da Anagni li Colomiesi (0, et in tre dy venne lo papa a Roma, et li cittadini romani gridavano pace (**\ [0 et lo papa respuse : « pace et sanitate ve tolla C'^) Iddio ». et entrò in Santo Pietro. Napolione di Castiello, lo cognato de Sciarra, lo papa lo invitò a pranzo et domannollo se sapeva dove era Sciarra: « lo quale me ha detto : soreta è prenna» W. et Napolione rispuse e disse : « tanti ragazzi sono in casa, che l' haveranno potuta impren- 5 nare, ma hora mai saria tempo di perdonare alli Colonnesi». e lo papa li disse che non voleva. Napolione li disse: «te bisogna di fare, et non partirai di qui», lo papa addolorato scrisse una lettera allo re Carlo che lo cavasse de Roma, || che voleva far peggio alli Ursini che alli Colonnesi, et la lettra venne in mano
(a) Danno questo principio i mss. A B^ B^ C C^ F F^ P G L' L* hP hP hP O O^ P PS P^RRi S S' T V V' V Y. (b) Cosi CC^; O O' R R' S S' V W gridavano pure (e) Cosi C C R R^ S S'; E M vi dona (d) E che socetta è pregna M che la sua zitta è pregna V che soreta ci prenda V che soreta ci prenni O^ che screta ci pregni R che soreta sia prena R^ che sorata è prena O^ che soreta è prenna
(i) Cf. Gio. Villani, Croniche, Vili, cap. 6j.
4 STEPHANI INFESSURAE [1304]
a Napolione <^*), et raddoppialo ^^^ le guardie, et quando lo papa lo seppe, dette tanto lo capo allo muro, mordennose '^"^ le mano, che così addolorato visse tre di. et così finì la sua profetia, cioè : « in- trabit ut vulpis, regnabit ut leo, morietur ut canis » ('). la morte soa fu alli 8 d'ottobre W, et iace in S. Pietro in quella cappella ferrata a' piedi della chiesa; et regnò otto anni nello papato (^>.
Dopo seguitò un altro papa che fu fatto a Peroscia^^), lo quale fu attossicato da uno suo cameriere 'n uno fico, perchè li haveva promesso di farlo cardinale e noi fece ; lo quale papa era frate predicatore, et durò nel papato otto mesi et fuit Benedictus XI(^)<^'\
li. Quando la corte era in Pranza.
ET dopo fu fatto papa l'arcivescovo di Bordella de Pranza (§), et fu fatto a Peroscia, lo quale s'aveva paura de venire a Roma a coronarsi per la-promessa fatta allo coUeio, che dovessino gire (^^
(a) R^ Neapolione (b) Così C C^ R S S^, (e) E M mandendosi (d) A questo punto C^ ed altri mss. recenti, che recano l' interpola:{ione da noi collocata in fine del Diario, si congiungono col testo piti antico. (e) E O Perusia C^ M Perugia C O
O' V^ Perosia C R^ S S^ V Peroscia (f) C^ et fuit Benedictus XI Domenicanus frater (g) Così C C^ O O' R R^ V V; Edi Bordella Pranza C di Bordeas de]!a di Pranza M di Bordeos dell,a provincia di Prancia (h) Mal collegio, che però ordinò che dovessero gire
(i) Questa profezia alquanto diversa nard Gui, Vita Bonijacii Vili, IH',
nella forma da quella del vaticinio VI 672. Cf. Gio. Villani, loc. cit;
di Ioachimo di Flora (cf. Ioachimi (3) La leggenda dell'avvelenamento
AB. Calabri Vatic. VI) s'incontra à radice in Ioachimi ab. Calabri
consimile in Fr. Pipini Chronicon, IX, Vaile. VII. Cf. Arch. Soc. rem. st. patr.
741. 'i^tW Aquila volanti attribuita a XI, 553; comparisce in Gio. Villani,
LE9NARD0 Aretino, V, cxxv (ed. loc. cit. VIII, cap. 80. Cf. anche Fr.
Venezia 1508) la leggenda di Bonifa- Pipini C/;roH. loc. cit. p, 714 e Ferreti
ciò VIII chiude: «Et cosi e verificata Vicentini Hist. IX, 1012. Si ritrova
« in lui la prophetia deMerlino la quale nella Chron. delle vite de! pontefici et im-
« àìqìa. cos\ : " intrabit ut vulpis " &c. ». peraiori romani composta per M. Fran-
Nelle Istorie pistoiesi (ed. Giunti 1578) cesco Petrarcha, alle quale sono state
in fine si cita il testo della profezia aggiunti quelle che da' tempi del Petrar-
« che si trova scritto nell' elezione cha insino all'età nostra mancavano (Ve-
« de' papi » con manifesto accenno netia 1507). G\ì Ann. di Perugia (Arch.
alle profezie pseudoioachimistiche. stor. il. XVI) p. 60, recano: « Alli 7 di
(2) Data erronea. Cf. Arch. Soc. «luglio 1304 passò di questa vita di
rem. st. patr. XI, 542, nota 2; Ber- « morte naturale papa Benedetto XI »,
[1309] DIARIA RERUM ROMANARUM. 5
in Francia a coronarlo, et messer Neapolione (■) de Monte W ruppe li cardinali e givosene ('') in Francia, et tutti li altri lo seguitorono, et allhora fu .^coronato, lo re di Franza pregò papa Clemente che dovesse restituire missore Pietro et missore lacomo in car-
5 dinalato l| et che l'ossa de Bonifatio papa ottavo W fussero arse, le- vosse 'no cardinale spagnolo et peti hcenza de poter parlare, et disse: « se si ardeno l'ossa di papa Bonifatio come heretico, et tu consenti questo, tu non sei vero papa, perchè esso ti fece arcive- scovo di Bordella. noi havemo eletto nel papato (^^ l'arcivescovo di
0 Bordella (^\ et però se non fu papa, non ti potè fare arcivescovo » ('). allhora il papa ruppe lo -consegUo et disse (^). allhora si levò missore Pietro, et Stefano delli Rosselli (^^ misse mano alla spada, et disse: che qualunque personale) voi dire che l'ossa di papa Bo- nifatio non se ardessino, mentono come traditori; e volelo pro- vare con la spata in mano, salvo che non contradicesse a nostro signore lo papa, allhora lo papa lo fece pigliare et volevali far tagliare la testa, lo re di Franza lo domandò per homo morto, et habbelo. et questo fece Jo re per lo piacere che fece alla mo- glie quando se attaccao foco nella cammera, perchè foria^'') stata arsa, che nuUo franzoso si forria messo a quello pericolo che se misse missore Stefano per campare la regina, missore Stefano e missore Pietro se missero ad andare per un travo et pigliarola in
(a) E Napolione de Marcici C^ A/Napolione de Marini C V de Monte Marini R^ Mon- telione de' Monti R sopra Marini corregge Monte C Napolione de Monte (b) M givo- sene C^ giunsero (e) Cosi R. (d) M per papa (e) In C M manca et disse
(f) C^ RosiDì (g) Cosi C C^; C S' qualunque vuol dire O' qualunque prima vuole o dice È evidente lo svarione di chi interpretò male l'abbreviatura pma S qualunque persona prima vuole dire (h) Così C R S; C C^ M R^ S^ saria
(i) Probabilmente le varie lezioni IX, 854, è detto « archiepiscopum
originarono dall'abbreviazione: «Nea- « Bordellae ». E « arcivescovo di Bor-
« pollone de M. Ursin » od « Orsin ». « della » negli Annali di Perugia, p. 60.
È noto che il monte Giordano, ov'e- (3) È evidente nello scrittore l' in-
rano le case degli Orsini, soleva chia- fluenza del passo delle Croniche di
marsi per antonomasia il Monte. Cf. G. Villani, Vili, cap. 91 : «e... del
Dante, Inf. XVIII, 3 3 . Nella Cronica « collegio de' cardinali v'avea di quegli
di M. Villani, III, cap. 18, capita : « fé- « ch'avea fatti papa Bonifatio; . . . e se
K ciono in fretta Giordano del Monte « la memoria di papa Bonifatio fosse
« degli Orsini capitano di guerra ». « dannata, conveniva che fessone di-
(2) Anche nel Chronicon Parmense, « sposti del cardinalato ».
STEPHANI INFESSURAE bS^?]
collo et camparola; donde lo re di Pranza hebbe questo in gran e. 2B servitio; et poi lo re lo fece sergente || d'arme sue. lo papa se ne gio ad Avignone, et li stette con la corte (^) fino ad Urbano VI, lo quale venne in Roma nell'anni Domini 1358W, et stette in Roma anni cinque ('), et poi se morse ; et li cardinali, finito lo exequio, 5 si misero in conclavi per fare lo altro papa, et era tra loro gran discordia, e fu cominciata la scisma, per questa casone li Ro- mani giro a palazzo, et petiero allo colleo lo papa romano o ita- liano, et li cardinali promisero de farlo, et non lo fecero perchè non se acconcordavano. per questa casone li -venne uno delli i( cardinali, et fu quello" delli Ursini, a notificare alli signori di Roma clie non volevano fare lo papa; et per questa cascione li Romani misero a sacco molti cortesciani W et de' cardinali; onde se partiero di Roma et girosene ad Avignone,' giurando di fare vendetta centra li Romani; et lì fecero papa Gregorio XI, et stette la corte i^ in Avignone fino allo ditto papa Urbano V^*^), lo quale venne a Roma nell'anno 1376.
Nell'anno I3i4(^)'^*)fu attossicato Ip imperatore a Bonconvento,
appresso di Siena, nello cuorpo di Christo da doi frati predicatori a
petitione dello re Roberto, questo imperatore Henrico era uno 2(
e. 3 A santo huomo, et ogni dì se confessava || et comunicava, et haveva
un crocefisso che ogni notte facevaselo cacciare et teneasolo da-
(a) M li stette la corte R' et li stette fin a papa Urbano Quinto (b) Così erroneamente icodd. i? 5^ 1318 Mi2,68, variante introdotta da copista avveduto. 5 1378 (c)Scor- tisani (d) li mal corregge Urbano V e reca in margine: allo cui tiempo furo retrovate le teste delli apli Pietro et Paulo et furo poste nello tabernacolo in S. Ianni che è frammento de IL- nota marginale che si legge in S ¥■' : quando la corte gì in Avignone 1305. li papi ci Pranza furo Clem. V, Ianni 22, Bened» 12, Clem" 6, a questo tempo fu Cola de Rienzo. i Inno 6, Urbano V, al cui tempo furo ritrovate le teste delli apli Pietro e Paulo e fumo 1 poste in quel tabernacolo in S. Ianni. Gregorio XI. stette la corte in Pranza 74 anni, (e) Così là maggio)^ parte dei fnss. R' S S^ 1324 C 1374
(1) Errata è la notizia e dell'arrivo e « commoratus per tres annos cum di- dei soggiorno d' Urbano V (e non VI) « midio ».
in Roma, quale la porge l'I.; dacché (2) Erroneamente l'I. in principio
egli v'entrò a' 16 d'ottobre 1567 e ebbe a scrivere forse 1314 invece di
nel settembre del 1370 riparti per la 13 13, Ci BonAim, Ada Henrici VII,
Francia. Cf. Vitae rom. pontiff. Ili, 2% VII, 279. Erroneamente forse i co-
618-34-44: «Et demum tractu teni- pisti trascrissero in seguito 1374, o
« poris Romam, et fuit in partibus illis 1324.
[1378] DIARIA RERUM ROMANARUM. 7
vanti <^*> et stava orando fino a di ; et poi se lo faceva reponnere et portavaselo con lui dovunque giva^''); et quando fu a Cesano io imperatore non si poteva partire, et maravigliandose stette suspeso et non se accorse dello segnale che non dovesse gire('>in Toscana. 5 et disse: «se io torno f"^), faccio in questo Cesano una bellissima ecclesia», perchè li Colonnesi lo havevano fatto incoronare.
Nell'anno 1361 del mese di agosto, a di 21 de giovedì ('), hora di nona, li mastri saliere nello tetto di Santo Ianni per rac- conciare certe tevole di piombo, et nell' hora dello vespero,
IO quando li canonici dicevano magnificat, vedde uno de essi cano- nici abbrusciare una tavola et subito gridò allo fuoco (*\ li maestri non se n'erano avveduti, et subito che lo videro, non potiero tanto aiutare che lo foco si li appresciava, et fuggiero via (^X al- Ihora furono arsi wcti li travi di S. Ianni, et cadiero tre colonne,
15 et tutte l'altre arse, et guastaro lo altare malore con quattro co- lonne di diaspro.
III. HlSTORIE DOPO IL RITORNO DELLA CORTE ROMANA
DA Avignone.
EL 1378 nel mese di luglio a. óì 16 vennero Bertoni a ponte 20 1-1 Salaro^^) et fecero granne occiditoria de Romani in quello
loco; li quaU Bertoni vennero a petitione delli cardinali, che sta-
(a) C M tenevaselo un pezzo dinanzi (b) C M R andava (e) M che gli era stato detto che non andasse C^ che non dovesse andare (d) C M R' se io tomo in questo
Cesano (e) In C^ Ci M manca et subito gridò allo fuoco C^ dicevano magnificat subito si gridò allo fuoco (f) M fuggirono via allora allora
(i) M. Villani, Cronica, X, cap. 69 : reca la scritta d'Angilotto « qui ob de-
« E ciò avvenne del mese d'agosto « fensionem reipublicae apud pontem
« del detto anno ». L'I. erra nel deter- « Salarium a Britonibus fuit mortuus
minare il giorno che o non fu a' di 21, « ann. 1378 die .xvi. mens. iulii ».
0 non fu di giovedì. Cf. Coppi, Atti Accad. archeol. XV,
(2) Theodoricus de Nyem, De ic/;t- 295. V. le inesattezze di Teodorico
striate, I, e. 13, cita solo « quemdam di Nyem, ragguagliandolo coll'I.,
« pontem super flumenTiberis existen- corrette dall' Erler, Dietrich vonKie-
« tem prope Romara ». Il Torrigio, heim, sein Leben una seine Schriften,
Sacre grotte Vaticane, par. 2*, p. 265, p. 48 sgg.
STEPHANI INFESSURÀE [^37^]
vano in Anagni, et lo papa stava a Tivoli ('), et fu papa Urbano VI. dopoi revenne lo papa a Roma et stettece fino ad maio ; et lo di di santo Agnilo li Romani hebbero la vittoria et tutti li Bertoni fuoro morti et ribellaose lo Castiello W et li Romani refecero le bastie dello mese de novembre fino all'ultimo d'aprile, et sì lo habbero et tanto lo desfecero, che a tiempo depoi ce givano le crape a pascere (*).
(3) Del mese di maio ('') li Romani iero 'n campo a Marini <^'=); et la cascione, perchè missore lordano era stato in favore delli Bertoni; et steronce a campo 18 dy: poi fu fatto l'accordo et promise missore lordano stare sempre a commannamiento dello popolo romano.
Del 1379 W del mese di novembre a' dì 9 (4)^ lo di del Salvatore de mercoredì (*=), la notte inanti cresce tanto lo fiume che giva quasi per tutta Roma et fece de moltissimo danno.
Dell'anno 1389 (^) (5) fu fatto papa Bonifatio IX et durò nello papato anni .xiiii. et dui mesi, et fu fatto || dopoi la morte di Ur- bano sexto. in tiempo sio hebbe lo Stato di Roma, lo quale li e. 4 A lo diero Natolo et Petruccio Savo (s) (^), perchè erano delli signori, et questi sì dissero allo papa : « se tu vuoi mantenere lo Stato di
(a) Così C C' C^ E O O' R R' S S' V V; M lo Castello Sant'Angelo (b) C^ M
maggio (e) C^ C^ M Marino (d) C C^ C^ O 1376 (e) In C^ V manca de merco- redi (f) Mss. i382 (g) Così C C O O' R^ S' ; S V^ Natolo e Petruccio di Sao C M R Sacco C^ Natale
(i) Cristoforo di Piacenza a questo « dratis lapidibus marmoreis altissimis
modo scriveva a Ludovico II Gonzaga « valde magnis compositos et etiam
da Roma, « die .xxiv. iunii » : « A mo- « muros archi seu carceris dicti castri
« dicis diebus circa domini cardinales « ex similìbus lapidibus factos dirue-
« ultramontani novis captatis excusa- « runt ».
« tionibus et coloribus receperunt li- (3) Fu nel 1379. Cf. Leit. degli
« centiam a domino nostro, dubitantes « Antepositi super guerris Ro. pop. »
«de ayere estivo, prò eundo Ana- al comune di Orvieto, edita da L. Fumi,
« gnìam dominus noster ipsos Roma, 1886, p. io.
«fccit citari ut certa die mensis iulii (4) Nel 1379 il di 9 di novembre
« debeant in civitate Tiburtina, que cadde di mercoldì.
« distat ab Urbe per miliafia .xv., ubi (5) Malgrado il consenso dei mss.
« tunc dominus noster propter calores ci parve di porre la data vera, essendo
« estivos erit, se apostolico conspectui ovvio che gli amanuensi ebbero a
« comparerò ». Cf. Pastor, Gesch.der scambiar di leggieri il 9 col 2.
Pàpste, app. p. 637. (6) Cf. Niccolò della Tuccia,
(2) Th. de Nyem, De schistnate, I, Cronaca di Vitàrho (ed. Ciampi), p. 46
e. 20: «Romani muros eius ex qua- sgg.
[1404] DIARIA RERUM ROMANARUM. 9
Roma, acconzia W Castiello S. Angelo ». et lo papa lo fece ; et poi che l'ebbe fornito (''), lo merito che li dao a Natolo et ad Pe- truccio si è che li fece tagliare la testa W, et disse lo papa : « co- storo me hanno dato lo Stato et ora me lo volevano retogliere » <•). et poi lo papa manteneva lo Stato suo con molta pace et dovitia ; et faceva seminare a tutti H cardinali, et valeva un fiorino lo nibbio dello grano, e quando valeva 40 soldi.
Dell'anno .Mccccim. dello mese di iennaro, cioè lo primo die dell'anno, infira terza et nona si scurò io sole (**), et le stelle si vedevano in cielo come fusse stata mezza notte et una brigata che stava a pranzo in casa de Savo de Natolo si fecero accen- dere le candele a tavola perchè non ce vedevano lume, et fii una gran piovia (') et poi seguitò che le nebbie fuoro, e poco fo buon riempo fino al marzo venente, et a dì 17 de marzo a mezza notte
^5 fu lo terremoto, et durò poco.
Dell'anno .mcccciiii. dello mese di settembre die primo se|j morio papa Bonifatio nono, et Io puopolo di Roma si levò ad e. 4 b remore per rivolere (^^ la libertate, et fu sbarrata tutta Roma (*), et ruttai die se commatteva alle sbarre (s) : li Ursini d'una parte et
50 la Ecclesia, et li CoUonnesi per lo puopolo, et ribellosse lo Cam- pituoglio et la torre de Mercato (*■), et la sera lo tardo vennero li Ursini per porta Castiello et giro per soccorrere lo Campituoglio con molti Romani partesciani ('^ di S. Ecclesia, e quanno fuoro in casa delli Rosei ('), li Colonnesi con l'altro popolo si li iessiero
(a)/?^ acconza S^ avanzia V accontia (b) M R^ finito (e) A/ lo merito che diede a Natale & a Pelr accio per un tanto donativo fu &c. C e poi che l'hebbe fornito fece tagliare la testa a Natalo et a Petruccio (d) R' si scurò lo tempo col sole (e) Cosi
C O O^ R R" SV V^; S' piova C^ C* M pioggia (f ) R^ volere (g) A/ alle sbarre
egli Ursini (h) C de' Mercanti S de Mercati (i) R^ partisciani R O V V^ partesiani
. ' partisani 3/ partigiani (j) ^^ C M O^ R de' Rossi
(i)Cf.THEmER, Cod. iipZ. Ap. Sedis, circa la riduzione del Castel S. Angelo,
in, 93; Reg. div. Bonifacii IX, V, 98: ammessa dal Reumont e non contra-
« Natoli Buccii Natoli vineamcumeius detta dal Gregorovius. Cf. Die Zer-
K pertinentiis ob conspirationem in stòrung der Engelslurg unkr Urhan VI
« Urbis statum perturbandum capitis nelle Mitlheilungen d. Inst. fùr òsterr.
« damnati adiacenti Castro S. Angeli G. Forschttng, Vili, 619 e sgg.
« pontifex annect'it ». H Sauerland (2) Cf. Diario antico, III*, 844. crede senza valore l'aneddoto dell'I.
St. In/essura. \*
IO STEPHANI INFESSURAE [^4^4]
'ncontro et scaramucciaro, W et fuoro morti parecchi da parte et parte, tra li quali ne fu morto Poncellecto Ursino et molti altri fe- ruti et molti cavalli morti, et fuoro sconfitti li Ursini (^) et torna- rosene a Monte lordano, et sempre se ne havevano lo pelo li Ur- sini, et la maiure parte dello puopolo sequitava Colonnesi. 5
Dell'anno preditto del mese di ottobre a di .x. (=) entraro li car- dinali in conciavo nello palazzo di Santo Pietro (•), et fu molta di- scordia tra li cardinali per fare lo papa, et poi s'accordarono e fe- cero papa monsignore di Bologna da Sormona (^\ lo quale si chiamò papa Innocentio VII, et li Romani ne fuorono molto contienti et k ne facevano festa (^). e. 5 A A di 15 del ditto mese venne re Lanzislavo (^) de Napoli || ad
Roma, et entrò per porta S. Ianni, et lo popolo de Roma li ges- sin' incontra colli caporioni et feceroli molto honore, et stette la notte in Santo Ianni, et la domane (s) se partì con tutta la lente i et gio per prati et entrò per porta Castiello, et gio allo palazzo dello papa, et lo papa lo recepeo con molto honore come figliolo, et devoli Maritima et Campagna per cinque anni(^); et ancora stava , sbarrata Roma, et lo re fece tanto collo papa et colli cardinali, che fece rendere lo Campituogli alli Romani senza nulla questione, 2( et pose in pace li Romani et hebbero la libertate, et poi se partìo, et entrò per porta dello Puopolo et ad Santo Marcello lo re fece cavaliere Galeotto Normando ('), et in quello die se gessi de Roma et giosene a Napoli allo suo reame.
(a) e M andarono avanti et scaramucciato (b) Così A B' B3 B^ C C^ E F' G
U U M' \P M} O O' P R R^ S S' T Y; A' B B^ B4 B^ C O C^ F L U U M KH pt p2 p} p4 seguono la legione et furono sconfitti li Colonnesi che quasi sempre si havevano la peggio, se bene buona parte dello populo seguitavano li Colonnesi F^ imbroglia il testo in modo da non rendere né la prima né la seconda legione. (e) Così R^; O^ 5 5^ F^ a dì IO Fa dice M a di dodici C C^ a dì 20 C a dì 30 (d) A/ da Sarmona C C^ O O^ R^ S S^ V V da Sermona C^ da Sermoneta R da Solmona (e) C^ M R
e fecero gran festa (f ) C^ M O Ladislao V Lancilao V Lancellavo O' R' Lancilavo C Lancislao R Lanzislao (g) C M e la mattina
(i) CoNTELORi, Elenchus S. R. E. « Petrum numero novera » &c.
carda, p, 131; «Die dominico de (2) Cf. Diar. ant. IIP, 844.
« sere .xii. octobris cardinales (3) Cf. Diar. ant. IIP, 844.
«intrarunt conclave apud Sanctum
[1405] DIARIA RERUM ROMANARUM. II
Del 1405 dello mese di aprile li Romani -giro ad hosteW alla Molara, et poi seguitò lo priore di Roma (") per far li concordia W, et fecela contro la volontate delli signori di Roma, et fatta che fu, li Romani levare campo et tornaro ad Roma lo die de santo Marco 5 delle letanie, et poi fecero pigliare lo priore de Roma et fecerogli tagliare la testa, perchè haveva fatto l'accordo senza loro volon- tate, et fu offiti^e Sao de Natolo e Paolo Marazano W con | li compagni.
Dell'anno 1405 (**> a di 2 d'agosto ("=) li Romani giro la notte
IO per toUere ponte Molle et misseronce foco, et commattiero lo di seguente et nollo potiero havere, et furo de molti feruti d'una parte e d'altra, et a di 3 (^) del supraditto mese si ferono li patti fra papa Innocentio et li Romani che li rifacesse lo ponte et lo papa non li lo volle refare, et poi s'accordaro che lo mozzasse et
15 cosi fu mozzo per mezzo lo ditto ponte; et poi io papa fece fare in pie di piazza Castiello per fino allo fiume le, sbarre.
A di 5 del ditto mese lo papa mannao petenno (s> li signori romani che U gisseno ^^ a parlare, et voleva fare la concordia con essi per una parte et per l'altra, et sì ce giero doi delli signori et
20 doi caporioni et alcuni imbossulatori, et delli altri cittadini; et poi che habbero parlato collo papa, lo papa U disse : « andate da missore Ludovico da Fermo, et con esso facciate li capitoH ». ionti che furo a Santo Spirito, come entravano allo terzo uscio, erano muorti, et finioli tutti ad imo ad uno ^ '\ furoli tolti li cavalli, et
25 morti fiioro spogliati et per più vituperio de' Romani, et buttati
(a) .V andarono a campo C andorno a campo (b) M per farli concordare e fu fatto la concordia (e) M Sacco di Natale e Paolo Morazzano C Sacco di Natalo et Paolo Marazzano C Saolo di Natale e Paolo Meracatro 5 Suo de Natalo (d) C^ R' dell'anno 1406 (e) Così M; C C^ CO O^ R^ S S^ V V^ & di 20 (f) Così C C^ C M O
O^ R S V V^; /?^ 5^ a di 23 (g) Così CC^ EOO^ R' S V V^; S^ petendo C M R
mandò a chiamare (h) C^ gissero C M che gii andassero (i) Cosi R^. Gli altri mss. erano morti tntti ad uno ad uno
(i) Cf. Antoni! Petri Diarium ro- « dato domini Innocenti! papae VII
manum ad ann. : a exivit dominus « ad faciendam concordiam inter
« Bartholomeus prior ecclesiae S. Ma- « dictos filios Thebaldi de Molarìa et
« riae de Aventino de Urbe de man- « populum Romanum ».
12 STEPHANI INFESSURAE [H^J]
per le finestre de Santo Spirito, et molti ne fuirono, et furono .xi. li e. 6 A morti, cioè (') : || Cenfia W Stefanello, Ianni de Paluzzo ^^\ Ste- fano dello Bufalo, Ianni di Riccarduccio, Ianni de Pazzi, Toma- ruozzoW Paolo Stati, Pietro Cartaro ('^), lacoviello de Ciuccolo (^), alias ditto lo Catanaro (^\ Ioanni de Nola, missore Gualtiero et 5 lo sio fameglio; et per questa cascione et in questo di lo papa si partìo de Roma et gì a Viterbo per paura delli Romani, et par- tisse con Ludovico da Fermo e con tutta la sua brigata (8\
A dì ^ de ditto mese ^^^ di agosto Ianni Colonna passò de là dallo ponte con molti Romani et messero lo palazzo dello papa W io a saccomanno ^'i\ et ancora tutte le case (') delli cortisciani fu- rono messe a sacco, et li Romani per li morti (■") stavano mal- contenti.
A di 20 di agosto (") venne la gente dello re de Napoli, li Romani si la fecero passare per la via pel aviello(°) (*> per fiume, et 15 passaro et giero verso porta Castiello et furo tremila cavalli; et li caporali furo lo conte di Troia (p) et lo conte di casa Benve- nuta (5) Gentile de Monteriano (1), et Ianni Colonna era con essi, et le some del conte de Troia giero per Roma, et a Santo Celso li fuoro tolte dalli Romani, et in quello subito lo Castello Santo 20 e. 6 B Angelo se ruppe colli Romani et comenzao || ad bombardare per
(a) R^ Cenfa A cioè confrate Stefanello (b) C^ de Palazzo A Giov. Palazzo
(e) Manca in A; COR Tomarozzo i?' Tomaruozzo C^ Tomarezzo C^ Tomasazzo M Tomasello (d) ACM Carraro (e) A R Ciucciolo O S^ Cruciolo (f) A Catav'aro R^ S^ Canotaro C Canatarc S Io Cantaro (g) A con tutta la brigata senza dimora
(h) M a dì cinque C^ a di 5 (i) In R' manca dello papa (j) C^ a sacco (1) R' le cose (m) M per li morti loro (n) 5 a di 6 del d" mese d'agosto venne la gente dello re di Napoli, ma è manifesta svista del copista che omette il passo della data precedente e registra ai 6 quel che gli altri mss. pongono poi a' dì 20 di agosto. (o) M R Pa- laciello £ Pellacciello A C^ Pellacielo C Peiaccielo C^ Pellavielo 5Pelavielo S^ pela- viello R' per el aviello (p) R' de Stura (q) A^ C C^ C^ E M O O^ R V V^ Gentile de Monteriano R^ Benvenuto da Monte Riano S' lo conte di casa Benut di Monte Riano S lo conte di Camerata Genut di Monterino
(i) Cf. I. Giorgi, Relai^ione di Saba (3) La graduale corruzione nei mss.
Giaffri in Arch. Soc. rom. st. patr. V, mostra come si andasse perdendo la
192 e sgg. menzione della casa Benvenuta, cui
(2) È ad intendere lungo il pomerio, appartenne Gentile da Monterano.
presso la piramide di Caio Cestio, Cf. intorno a quest'ultimo N. della
denominata « l'avello ». Tuccia, Cren, di Vìt. ed. cit. pp. 48-49.
[1405] DIARIA RERUM ROMANARUM. 13
Roma, li Romani Volsero fare le sbarre nello ponte, ma quelli ch'erano de là (*> dallo ponte nolU lassavano fare, et commattiero lo ponte, et fu messo foco in parecchie case da detto ponte, li Romani fecero patto colli detti caporali di darli la grascia et essi lasciare fare la sbarra nel ditto ponte, la notte venente vennero li Romani a murare la ditta sbarra 0) et, fatta che fu, non volsero poi dare la grascia (=), si che Castiello per questa cascione mai finao f-) de bombardare contra li Romani.
Lo di seguente, 2 1 d'agosto, si ribellao Campituoglio, et li si- co gnori che reggevano Roma W, con molti altri cittadini, si ser- romo dentro per paura (^) dello puopolo, et nello ditto di se ne fuggi missore Nicola Colonna et Battista Savello con altri Romani per paura di non perdere le persone ^s\
A di 23 (^) dello ditto mese di agosto si rendè Campitoglio a [5 salvare le persone, et furono gittati tutti li meroli a terra, et la torre de Mercato (*).
A di 26 (J) del ditto mese venne Paolo Orsino et Mostarda et Ceccolino da Viterbo et in prato (') se scontrò ("") colla brigata de Ianni Colonna et de Gentile (°) de Monteriano et fecero fatto 20 d'armi l'uno con l'altro et fuoro Ij remessi dentro a porta Viridaria la brigata de Ianni Colonna et furonce molti presoni et molti ca- valli perduti, et fuggi Ianni Colonna et Gentile di Monteriano con tutte le loro genti perchè ne hebbero lo pelo, et nello ditto dì entrò Paolo Orsino con Mostarda et Ceccolino de Brunuoro (°), et pre- 25 sero de là dallo ponte Santo Pietro, et poi se partirò, et stettero in bonaccia ^p) di quattro.
Lo di primo di settembre li Romani fecero le sbarre a Ca- stiello, et fiiro fatte appresso la conca della piazza ; et la notte ve- nente, passato primo sonno, fo una granne tempesta di vento et
(a) C C^ C S la gente ch'era de là de lo porto (b) In R^ manca da nel ditto a sbarra (e) M non vollero poi dare la grassa, ma la negarono (d) Così CCS S'; M R /?'
finio (e) Così R^ S S^; C^ M governavano Roma C regnavano a Roma C £ re-
gnavano Roma (f) C C C S^ per timore (g) C 5 S^ la persona C la propria
persona C M la vita (h) Così C C R S S^; C* a di 20 (i) In R' manca da A di a Mercato (i) Così C C^ C^ E M O O' R S S^; R' A di 23 0) C^ -^ in prati (m) C^ si sconciò (n) S Cenno S' Geno! (o) i4 C^ di Branzo R corregge su questa leiione di Brunoro .\/ Brunocco (p) E bonascia R su questa lettone corregge bonaccia
14 STEPHANI INFESSURAE [H^ì]
d'acqua, per modo che molte tevole de piombo de Santa Maria Rotonda cascaro et fecero molto danno nelle case appresso, et lo campanile de Santo Nicola fervitore W(') cascao con tutta la ecclesia, per la qual cosa tutta Roma ne stette in gran paura ; si che Ro- mani stavano con affanno et non potevano uscire di fuori, che 5 non fussero robbati et tolto loro lo bestiame, et per questa ca- ' scione li offitiali ne fecero lo conseglio se dovevano mandare per lo papa a Viterbo, et fu deliberato che ce se mandasse et che se e- 7 B li do vessino mandare le chiavi de Roma per || l'obedientia, et cosi
fu fatto, et gironce doi ammasciatori, cioè missore Ianni Baron- i celli et missore Antonio de Scoccola W, accompagnati da molti cit- tadini.
Dell'anno 1407 (=) del mese di marzo alli dì 13 ritornao papa Innocentio VII da Viterbo et entrao in Roma per porta Portese, et li Romani li fecero molto honore et gran festa et gironce li i locatori de Roma^^) colle facole 'n mano dicendo: « viva lo papa » ; et giya per Transtevere, et gio a palazzo di Santo Pietro sotto pallio.
Dello ditto anno 1407 W del mese di novembre die 7 CO morio papa Innocentio settilno, et fu de sabbato. fatto lo essequio, li 2 cardinaH sì missero in conclave allo palazzo de Santo Pietro die 14 di novembre, et stettero nello conclave fino a lo primo di decembre.
Del ditto anno et mese di decembre die primo fu fatto papa
(a) A e C^ dì Santo Nicola C E M R di Santo Nicola fervitore S fornitore S^ for- vitore (b) C C^ C^ Scaccola 5 Secola R^ Soccola R S' Scoccola (e) R R' 1406 (d) C C^ C^ S S^ de tutta Roma (e) R' corregge 1407 sopra 1406 (f) Così C C^ R R'; C S S' die sexta
(i) Intorno alla chiesa di S. Nicola « cura d'anime, fu unita a quella di de'Fervitori 0 «de Forbitoribus » « S. Marcello, Nel 163 1 a' di 18 di cf. Memorie diverse di Roma mss. nel- « marzo fu gittata tutta a terra per ca- l'Arch. Vat. Ili, 121, e. 24 e sgg.; « gione della fabbrica delli Giesuiti, e ToRRiGio, SacrtJ^roWé f^a/. par. 2% 263; «essi monaci andarono ad habitare Adinolfi, Roma nell'età di me^^^o, II, « in una habitatione tra la piazza di 368. Dal ms. cit. risulta che la sud- « S. Marco e dei Ss. Apostoli, fabbri- detta chiesa, prossima a S. Macuto, « candovi nova chiesa » (S. Romualdo, «nel 1566, al tempo di Pio V, fu data ora anche questa distrutta). « ai monaci Camaldolesi, e per essere
[1408] DIARIA RERUM ROMANARUM. 15
lo cardinale di Costantinopoli, lo quale se chiamò papa Gregorio 12, lo quale habitava in Campo Marzo, et incoronato che fu, si parti da Roma et gissene (*) a Bologna per paura delli Romani, et las- sao lo legato missore Pietro delli Anniballi ('')(') di Trestevere, lo
j; quale manteneva lo Stato della Santa Ecclesia, et per papa Gre- gorio, et li Romani quanno || fu fatto papa H fecero molto honore, e. 8 a et quando fu incoronato et girono li oratori de Roma, et gio sotto, palio da Santo Pietro a Santo Ioanni, quanto siW hebbero allegrezza, tanto rimasero tristi ^^^ quanno si partio per paura non
o venisse qualche scannalo W.
Et lo ditto missore Pietro cardinale delli Anniballi de Roma legato 'n tempo suo se faceva (^) li oflStiali de Roma (s), et squa- gliava de molti calici et croci de tutte le ecclesie di Roma per fare denari per pagare la gente d'arme, et rimase Paolo Ursino allo soldo di Santa Ecclesia una collo legato sopraditto ^^\
Dell'anno 1.408 'n tempo de papa Gregorio venne lo re Lanzi- lavo W de Napoli dello mese d'aprile a dì 18 ^^^ et messe campo a Hostia per mare et per terra, et hebbela per battaglia, et stava castellano missore Battista de Paolo de Goccio ('), et correvano
>o fino a porta Santo Paolo, et facevano Ci) molti danni de bestiami et presoni, (') et lì mercanti C") de Roma se rescotevano (") loro be- stiame, et li presoni pagavano le taglie, e per questo li Romani stevano (°) mal contenti, et a 21 de detto mese fu fatta la triegua
(a) Af andò C andossene C^ giosene R' et coronato che fu ne gio a Bologna et las- sao Roma per paura delli Romani (b) Così R^; C O Annibali C de Annibaiis
(e) R' ne hebbero (d) Così R'; gli altri mss. rimasero tutti (e) C che non ve-
nisse qualche scandalo allo detto ms. Pietro card'» delli Annibali (f) R' se facevano
(g) In C. manca da 'n tempo a Roma (h) C C M Ladislao R corregge sopra Lan- zislao R^ Lanzilavo (i) C^ E M misser Favolo di Battista di Govio C^ Paolo di Battista di Goccio R Battista de Paolo de Govio (j) M e fecero molti danni C et faceva (1) R et de persone (m) C E mercatanti (n) M bisognava che riscotessero i loro bestiami &c. (o) M assai malcontenti
(i) Cf. Regesta Gregorii XII, voi. 336, e. xxxlvi, Capitula Pauli Ur-
a e. Lxxi. Il breve è « Datum Rome sini. I cap-tolison fatti tra l'Orsini
« apud Sanctum Petrum .x. kal. augu- e Antonio (Corario) cardinale di Bo-
« sti pont. nostri anno primo ». Cf. logna, e non con Pietro Stefaneschi. anche Mem. della R. Acc. dei Lincei, (3) Cf. Antonii Petri Diarium,
Se. mor. Ili*, 178 e sgg. XXIV, 990.
(2) Reg. Gregorii XII, voi. 335, a
l6 STEPHANI INFESSURAE [^ioS]
collo ditto re et Romani per doi dy, e poi s'accordò (*) lo re e. 8b a II doi dy de poi colli Romani, et misse lo of&tiale suo in Roma et fece senatore missero Ianni Torto ^^^ (').
. Dell'anno 1409 W <^^) a di 25 del mese di aprile entrò lo re di Na- poli in Roma per porta Santo Ianni (3) et Santo Paolo, et gio fino 5 in Trestevere in Santo Grisogono, et li Romani li fecero granne honore, et li stette sempre et faceva lui li ofEtiali W de Roma, et fece acconciare tutte le porte et mura di Roma(+), et facevale ben guardare, et fece molti provesioneri de Romani et dava per cone- stabile due. quattro (^), et voleva molto bene a Romani. i
Ai 19 (^) del mese di iugnio venne Ianni Colonna, lacovo Orsino, Battista Saviello et molti altri signori con doimila cavalli et con molti fanti a piedi, et con tutti li sbanniti di Roma, et pre- sero porta Santo Lorenzo, et la mattina ad bora de messa Favolo Orsino cavalcò colla brigata soa per soccorrere la porta, et si habbe i presone <^s^ Ianni Colonna et missore Nicola (*") et lacovo Orsino et Corradino de lan Paolo nepote di Paulo Saviello et missore e. 9 A Galeotto Normando et Riccardo Sanguigno || et Ioanni Cecchi delli Cecchi et Tomao lannetti ('^ et molti altri compagni di Ioanni Colonna. 2
(a) Af e di poi s'accordarono a due dì dopo (b) E Terzo C Torso alias Torpo R messer Ioanni Torfo R^ Ianni Forso C^ Torto alias Tospo C M Torto (e) E^ De
l'anno 1409 a di 21 del mese d'aprile R 1409 a di 15 d'aprile (d) R dui offitiali, cor-
ruiione della legione lui li oditiali, donde gli altri mss. tutti li offitiali (e) M e dava
per connestavile un Romano, e voleva molto bene ai Romani E annota a pie di pagina : »Edi^ione Eccard per connestavile due quattro, ^or tósse due quarti» COR due quattro S^ V per conastavile quattro R^ per connestavile dua, quattro &c. S du, quattro C O^ V^ ducati quattro (f) E 29 (g) E presente M prigione (h) M e messer
Cola Colonna (i) E Sannetti M Ioannetti
(i) Antonii Petri Dìarium, loc. cit. (2) Erroneamente cosi i mss.; il Mu-
991 : « Domini banderenses omnes ratori corregge 1408.
« diraiserunt officia et mazas et ascen- (3) A. de Tummulillis, Notabilia
« dit senator prò domino rege Capi- tcmporum, p. 13: « et ipsam Romam
« tolium dominus lannoctus Torti ». « manu armata cepit et intravit in eam
Cf. il diploma di re Ladislao in cui « fractis et dirrutibus menibus suptus
parla «de fide, prudentia, legalitate viri « portam Sancii lohannisLateranensis
«magnifici Ioannis de Tortis » e lo « et inde progrediens die sequenti trans
nomina « senatorem nostrum Roma- « Tiberim optinuit totam urbem ».
« nae urbis » in Vitale, Storia dipi, dui (4) Cf. Diar. ant. IIP, 846. senatori ài Roma, II, 381.
[1410J DIARIA RERUM ROMANARUM. - I7
Et questi furo tutti presi, perchè missore Nicola Colonna, che stava suso nella porta di Santo Lorenzo, li mozzaoW la caditora della porta, p'er questa casione quanti n'entraro dentro della porta tutti fuoro pigliati, perchè Battista Saviello, che era remaso de fora 5 con tutta la gente grossa, venne per soccorrere quelli de dentro et trovao che la caditora della porta era mozata^''); per tanto non li poteo soccorrere; per tanto quelli di dentro furo presi ad mano salva (<=).
A di 21 del ditto mese di iugnio tagliaro la testa a missore ro Galeotto delli Normanni <^'') (') et fu de martedì W.
A dì 27 del ditto mese tagliaro la testa a Riccardo Sanguigno, et fu de iovedi, et (^) tutta questa parte voleva stare dinanti a quella deUo re.
Dell'anno 1410 dello mese di ottobre (J) venne a Roma lo duca
1 5 de Angiola (^) et Paulo Orsino in Portica ^^s) con ventitre migliara
di persone, et li stettero dieci dv (^\ et poi si partiero W, perchè non
trovavano quello che se credevano 0^ di cacciare lo re Lanzilavo 0).
In quell' ^'^^ anno a dì 27 del mese di decembre revenne j] Paulo <^- 9 » Orsino in Portica (°> et kcQ granne battaglia in Settignana tra Santo £0 Pietro et Trastevere, et morseronce (°) de molte persone di quelle dello re et de quelle de Paolo Orsino.
A di 30 decembre dello sopraditto anno Paolo Orsino fece un trattato colli Romani et entrò in Roma coUi Orsini tutti et par-
(a) A/ mozzò C smurava CE mozzava 5' mozzavo R' si mozzane (b) /?' era calata e manca da per tanto a salva (e) M a man salva e con poca fatica C furono
presi con poca fatica (d) Così R^. Altri mss. Nonnandi (e) C C C E R SS' de
lunedi R' de iovedi M e questo fu perchè tutta questa parte (f) R lo duca de Angiordi 5^ de Angiorei 5 di Agnorei (g) C C^ Min Portico (h) C A/ giorni (i) R' se party (i) C' M cioè (1) C' C M Ladislao (m) M in quell'istess'anno (n) C
C E M in Portico (o) C M e ci morirono
(i) Diar. ani. 844: « chiamavesi Io di lunedi o giovedì rispondono alle
e cavalieri della libertà, et poi certo date del 21 e 27 giugno ne per l'anno
e tempo li fu tagliata la testa per suoi 1408 né pel 1409.
« mali costumi che tenne centra de (5) Antonii Petri Diarium, XXIV,
« Roma, e che disse in consiglio, che 1021, pone il fatto in settembre
« voleva far manicare tutti li Romani a' di 20 e successivi, e cita col re Luigi
« alli cani ». il legato « ac etiam omnibus baronis
(2) Né il giorno di martedi, né quello « ac domo Ursinorum ».
St. Infessura. 2
l8 STEPHANI INFESSURAE [H^o]
tisciani di Santa Ecclesia et feceronvi W li officiali : per questa ca- sione lo re di Napoli si parti da Roma, et in questo tempo fu una grande carestia in Roma et in molti (>'> luoghi.
Dell'anno 141 1 po' alla (^) morte de papa Alessandro W fu fatto papa lovanni XXIII ^^\ et in questo li Orsini et partisciani di 5 Santa Ecclesia mantenevano lo Stato de Roma per la Santa Ec- clesia, et in questo (^) tempo venne papa Ianni in Roma, et molti cardinali se partiero (s) et andarono in Constantia dove se faceva lo concilio, et fecero citare papa Ianni che gisse allo concilio, et non ce volse gire, et subito papa lovanni se misse lo terzo allo ic vino et cresce tutte le gabelle de Roma, et ^^^ li Romani ne sta- vano male contienti, et fece fare una processione da Santo Ianni fino a Santo Pietro lo di di santo Marco, et volse che ne gisse la II testa di santo lovanni Battista processionalmente con inten- tione di mandarla a Fiorenza; et recevevane (') parecchie mi- ij gliara de ducata da Fiorentini, et per questa casione le moniche de Santo Silvestro et tutti li cittadini di Colonna una collo capo- rione (') et molti altri cittadini di Roma non la volsero mai lasciare, et reportarola sana et salva ad Santo Silvestro, et non li riuscì lo pensiero (J) allo papa et alli Fiorentini: et venne papa Ioanni a 2C Roma con otto cardinali nel sopradetto anno a dì .11. '^^^ del mese di aprile.
(a) M e furonci gli officiali C^ et forensi gl'officiali (b) M molti altri luoghi (e) R^ per la (d) R^ papa Alessandro quinto (e) R' 13 (f) M questo istesso tempo
(g) R' se partirono M si partirono d' Italia (h) M perciò tutti (i) E Capoccone
(j) Af ne allo papa ne alli Fiorentini (1) E M & 11 aprile C 7?^ a di 2 del mese di
aprile C^ S a di .xi. del mese d'aprile R alli venti d'aprile
(i) Galletti, Schede mss. Val. y^^^, « pactum de tradendo fecerat Floren-
par. 2% e. 85, sch. 3*: «Tra le accuse «tinis prò precio quinquaginta mil-
« date a Giovanni XXIII nel concilio di « lium ducatorum, quod et fecisset,
« Costanza si legge : "Itemquoddictus « nisi civibus Romanis id periculum
« dominus lohannes papa premissis « revelatum fuisset. Et quia aliqui
« noncontentusmonasteriumS. Alexii « eorum de hoc in aperto locuti fue-
« vendidit Baptistae de Sabellis prò « runt, capti et incarcerati fuerunt, et
« quodam impubere bastardo suo ; mo- « exbanniti. Et alios nisi se seu vitam
« nasterium S. Sabinae domino Nico- « suam redemissent, propterea deca-
« lao de Ursinis. Et quod deterius est v pitati fuissent eius iussu. Et ita ut
« caput sancti lohannis Baptistae quod « praedicitur fuit dictum, tentum, cre-
« erat in monasterio monialium S. Sii- « ditum et reputatum " », « vestri de dieta urbe vendiderat seu
[1414] DIARIA RERUM ROMANARUM. 19
Dell'anno 141 3 dello mese di yugno venne lo re Lancislao da Napoli a Roma et ruppe lo muro a Santa Croce, et entrò a Santo Ianni Latetano con tutta la sua lente, et in Santo Ianni stette pa- recchi dy, per fino alli 13 de marzo (»), et per questa cascione dello re se parti papa Ianni de Roma, et gissene a Fiorenza, et partivose nel mese di luglio con molti Romani et morseronce de molte persone de sete, et morsece Marco Meo de Cambio ('') et mis- sore Ianni, et molte altre persone, quando fuggivano ; et lo re hebbe Castello Santo Angelo, et dopo nello ditto anno et mese entrò lo
:o ditto reW in Roma, et fuli fatto molto W honore da Romani, et in questo tempo valeva lo rubbio || dello grano 18 fiorini et molte fa- meglie si morivano di fame, et lo re fece venire di Cecilia parec- chie mighara di rubbi di grano, e tutto lo sparse (') per Roma, et pochi denari se n'ebbe, perchè lo donava a tutti li Romani a chi
5 poco et a chi molto, et in questo tempo lo re si parti per gire a Fiorenza, et per lo viaggio fu attossicato, perchè volse usare con una donna, et li Fiorentini dissero (^) : « toi («^ in questo modo, che noi ti daremo granne ricchezze, metti nella natura questo ve- leno, esso morirà et tu camparai », et per questa cascione si mor-
o sero ambedoi ('\ et fu fenita la profezia sua, vedendo lo re che non potea campare, et parti et morse (*).
Dell'anno 1414 del mese de settembre a di 13 se levò su lo popolo romano a rumore et dicevano : « viva la libertate », et mi- sero dentro Orsino della Troyola (^) 0).
(a) M di giugno (b) C^ C^ M S Marcomeo di Cambio (e) M solennemente
(d) M grande (e) M lo distribuiva (f) M alla donna (g) M Piglia in questo modo C fa a questo modo R^ To' su questo modo (h) M Orsico della Toila C^ Orsicco
E F^ Orcino della Toila O Orsiceo della Ficola fi Orsiccio della Toila C Orcino de la Toiola 5 Orsino della Terla S' Orsino della Toila R' Orsino della Troila
(i) A. DE TuMMULiLLis, Xotah. 623, cita una lettera di Ladislao nel-
tempp. p. 14: « Set dum ipse rex l'archivio d'Orvieto a dat. in castro
« esset in castris suis circa pertinen- « Passarani, sub parvo nostro sigillo
« tias cepit infirmari ex febre, et qui- « die .xxiii. m. iulii .vii. ind. » non
« dam ferunt ex veneno mulieris con- sottoscritta « propter dolorem capitis
« cumbentis cum eo ». <c quem aliquantulum patimur de prae-
(2) L'I. tenendo dietro alla leg- «senti»,
genda, non cura l'ordine di tempo. Il (5) Venni alla ricostituzione di que-
Gregorovius, Gesch. d. Si. Rom. VI, sta forma, attraverso alla scorrettezza
20
STEPHANI INFESSURAE
[1414]
A doi di dopo andò lo popolo di Roma colli Offitiali a casa di Pietro di Mattuzzo W et fecerolo rettore de Roma ('), et Pietro non lo voleva, et li Offitiali et lo popolo sì lo fecero pigliare, et dissero : « noi et tutto lo popolo volemo che tu sii lo nostro offitiale ». 5
A di i^ settembre (''^ fu levato rumore in Trastevere, et dice- vano: « viva la Ecclesia et lo popolo » ; et vedendo || questo, Pietro di Mattuzzo ascese W di Campidoglio et gissene alla casa, et re- nonciò l'offitio (-^^
Nel mese di ottobre W di detto anno venne lo legato a Roma(3) io mandato per(*) papa Ioanni collo cardinale di Bologna, lo quale manteneva molto (^) la giustitia, et era governatore uno bolognese.
Nel di 9 de decembre^s) del ditto anno fu mozzo lo capo a
(a) C A/Matuzzo R' a casa di Pietro Ciolli offitiali di Mattuzzo S^ a casa di Pietro colli offitiali, di Mattuzzo (b) ^ A dì 26 di settembre (e) C M uscì K' scese
(d) M e rinunziò incontinente l'officio, e molto bene fece (e) M da (f) M i quali man- tenevano molto (g) M A di 19 del mese di decembre K' Nel di 8 de decembre
e alla discrepanza dei mss. , dopo molte indagini e avendo sott'occhi una pergamena della famiglia Anguil- lara, custodita nell'Arch. storico Co- munale di Roma (cf. Arch. Soc. st. patr. X, 252, n. xxxv). Essa è una procura fatta a tempo di Martino V, ai 26 di aprile 1423, L'atto è rogato a Ma- gliano da Bartolomeo di ser Pietro notaio. V interviene il « magnificus « vir Bertuldus domini Troyoli de Ur- « sinis germanus frater et heres quon- « dam Cole domini Troyoli de Ursi- « nis eius germani fratris ». Questa pergamena reca non poca luce al passo del nostro Diario. Il ramo della gente Orsina, che il Litta (Genealo- gia della famiglia Orsini, tav. xiii) chiama « dei signori di Camporese e « di Foglia », il ramo che riconosce in Troilo il suo stipite e che com- prendeva i baroni di casa Orsina che signoreggiavano la Sabina (cf. Thei- NER, Cod. dipi. Ap. Sed. Ili, cxi) ebbe
probabilmente ad essere designato a quei tempi come « la Troiola » o « Troila ». Il Litta ne scrive: « Que- « sta è una generazione che da alcuni «s'introduce e da altri si omette, at- ee tribuendo i discendenti ad Ettore « fratello di Troilo, che era un ve- ce scovo ». Ma di ciò non è bisogno. Nella pergamena sopraddetta Bertoldo comparisce come « heres quondam « Cole domini Troyoli de Ursinis eius « germani fratris prò medietate ac prò « iure sibi cesso per magnifìcum do- te minum lohannem domini Troioll ee de Ursinis eius germanum fratrem ee in omnibus melioribus via, iure et ee forma, quibus melius et efficacius « potest » &c.
(i) Cf. Antonii Petri Diariutn, XXIV, 1048.
(2) Ivi, 1049 : ee Die veneris 19 dicti ee mensis hora vesperorum ».
(3) Il cardinale Isolani.
[1417] DIARIA RERUM ROMANARUM. 21
Paulo de Palloni per commandamento dello detto legato, comò ad ribello della Ecclesia (*>.
Dell'anno 141 6 del mese di agosto Braccio et Tartaglia del- l'Avello furo alle mani con Paolo Orsino nello lenimento di Fo- 5 Ugno, et lo ditto Paolo O) fu morto, occisolo Lodovico Colonna che stava allo soldo con Braccio de Montone da Perosia (').
Dopo del mese di decembre del ditto anno lo Senatore (') mannao petenno (''^ Ioanni Cencio ^^'> che gisse a pranzo con esso, et quanno fu in Campituoglio, lo Senatore U fece granni vezzi ('^, et givano ^^
IO favellando in su et in giù, et quando lo Senatore vidde lo destro, lo pigliò, et subito li fece tagliare lo capo, et questo fu per sospi- tione che haveva lo legato, perchè stava allo soldo dello popolo di Roma, et fu de lunedì.
Dell'anno I4i7('') Braccio de Montone da Perosia si habbe
15 Roma<^), et faceva li OffitiaH, et combattendo (•) per bavere lo ca- stiello Santo Angelo con tiempo(') (■i\ mai lo potè bavere; et adri- zavano trabocchi O et bombarde, et lo Castello si teneva per la regina di Napoli, et manteneva tutto quello tempo in pace Roma, et non ci fu fatto mai danno et fu recolto lo grano in pace, et
20 non fu mai perduta una spica (") in tempo suo.
Del sopra detto anno a di 28 ("> d'agosto venne Sforza a Roma et entrò per porta dello Popolo per soccorrere lo Castello, mandato dalla regina di Napoli con molte gente ("), et cacciarono Braccio, et in questo dì ci fu morto Ioanni Colonna da un huomo d'arme
25 di Paolo Orsino, perchè voleva occidere Lodovico Colonna ; et non li venne fatto, perchè lovanni Colonna si mise in mezzo (?), et Lodovico campò et missesi in una barchetta in fiume a Santo Spi-
(a) C della Santa Chiesa M e questo fu &tto come a ribello della Santa Madre Chiesa (b) C^ MSS' Paolo Orsino (e) R^ Peroscia (d) C A/ a chiamare C petendo (e) /?' Ceccho (f) E lo fece grandi vezzi R' divezzi (g) C 3/ andavano (h) M venne
Braccio da Montone da Perugia, e si ebbe Roma (i) xM combattendo un tempo (j) Così /^^• C C R S S' un tempo (1) C M trabucchi C trabacche (m) E una pica
(n) R^ a di 23 d'agosto (o) M eoa molta gente (p) Af si mise in mezzo per difenderlo
(i) Giovanni Alidosi da Imola. « fids conservatoribus pacis civitatìs
(2) Cf. L. Fumi, Braccio a Roma. « Urbis Veteris, die .xvi. iunii ».
Lettera di Braccio « Montoni comes (3) Campani Vita Brachii, IX, 547.
« A. U. protector et defensor magni-
22 STEPHANI INFESSURAfi [H^?]
rito, et in questo modo si lo campò, et morsensi (*) Ioanni Co- lonna figlio d'Antonio Colonna, ch'era una franca lanza, et lo Fulvio ('') ne pagò ducati trecento, perchè era caporione de Campo Marzo perchè haveva lasciato entrare Sforza senza licentia delli Offitiali II romani ('=),
Et (-^^ Braccio quando se parti, perchè era venuto Sforza ('), et vidde che li Romani non facevano nulla defensione (^), se parti molto scorrocciato ; et per questa cascione tenne modo de rompere le marmerà dello laco de Pedelopo '^^\ et fecelo a 'ntentione de allacare Roma(«), et fecelo.
Et in questo tempo fu recitato ^^^ papa Ianni che andasse et dovessi andare ad concilio a Constantia; annoce^'), et fu privato dello papato (J).
IIII. HlSTORIE ROMANE DALLO PONTIFICATO DE MARTINO PAPA QUINTO. I5
ET come piacque alla Maiestà divina che tutte queste guerre et tribulationi havessero fine, providde alla città de Roma, et volse che queste cose mancassino; U cardinah et moltissimi si- gnori che erano nello conciho providdero, et fecero papa missore Oddo Colonna, lo quale fu dopo chiamato Martino quinto, lo 20 quale quanno fu fatto tutto lo monno se ne allegrò, massime la
(a) Me morì C^ morsenci (b) Così R' ; £ A/ lo Fallivo 5Mo Pallaio C C^
lo Fallvio C^ lo Falvio S Falluvio (e) M officiali di Roma (d) M Ma poi (e) C M alcuna difesa (f ) M R^ del lago di Pedelupo C^ del luogo di Pedebepo C dello luoco di Pedelupo 5 loco de Pedelepo C de Pedelopo S^ dello laco di Pedelupo (g) C come fu fatto M come poco dopo fu fatto /m C i?^ m^nca et fecelo (h)M citato Ci? ricitato (i) In C lacuna. M et andovvi R andoece ()) C M et carcerato in una fortezza nella Baviera M della Baviera In R queste parole son cancellate. E in queste due legioni se- guita il testo setija interruzione né titolo nuovo o rubrica.
(i) « Non obstante i decti Romani « nostro iuxtaNarniam die. xxmi.aug.
« avevano fatto condurre Sforza ap- « .x. indictione ». Cf. L. Fumi, op. cit.
«presso a Roma a cinque miglia», p. 32; Leodrisii Cribelli Vita SJor-
Lett. di Braccio « Datum in campo tìuò, XIX, 679.
[1420] DIARIA RERUM ROMANARUM. 23
città de Roma, et fecerone granne festa, et missore lordano <^*) fra- tello di papa Martino subito hebbe lo |i Stato di Roma pacifico, et fu fatto nell'anno Domini 1417 ^^^ a dì .xi.W de novembre lo die de santo Martino, et poi si parti da Constantia, et vennese in Fio- renza, et li stette anni doi et mesi ('^\
Anno (^) Domini 1420 dello mese di settembre a di 28 (') de sabato venne papa Martino in Roma et entrò per porta dello Po- polo et stette tutta notte in Santa Maria dello Puopolo, et la domenica a demane (^) se ne gio a palazzo di Santo Pietro, et gio
IO per Colonna per fino a Santo Marco, et poi gio per via dello Papa coperto collo palio, et per ogni rione si fecero otto giocatori gen- tilhomini (8\ et folli fatto grannissimo honore; et li conservatori et li caporioni con molti cittadini di Roma parecchie sere si gi- vano ('') colle torcia in mano accese, la sera sempre dicendo : « viva
15 papa Martino, viva papa Martino».
Et gionto che fii papa Martino, volle administrare giustitia, perchè Roma stava molto scorretta <•>, et era 0) piena di ladri <*), et subito provide a tutte le cose, massime a quelli che rubbavano fuor di Roma, et tutti quelli che rubbavano H poveri romieri^'")^^),
20 che venivano alla perdonanza di Roma ; et hebbe ("^ notitia come
(a) £ et messer lordano... di papa Martino (b) E nell'anno Domini 1415 (e) M R S S' Si dì 11 C^adi.ii. C-' a di .x. C /? a' .xl (d) C^ et mesi (e) 3/ Nel- l'anno Domini (f) C M la domenica mattina (g) M gentiluomini romani (h) ^f gi- ravano C E rigiravano C givano (i) E surretta (j) In C M manca era (1) E la- droni (m) M R' romipeti R romei C C 5 romiti S' eremiti (n) M et ebbe anco notizia
(i) Arch.Vat.Ms.F.CoNTELORii Dd «ibidem moritui^s (per moraturus)
pontiff.etcardd. a Mart. V ad Pium II, «ad exaltationem Ecclesiae Sancti
I, e. 20 v: a Die 28 mensis septembris « Petri». Il Contelori cita queste no-
« indictione 1 3 Sanctissimus D. N. papa tizie ex manuali Ioannis XXIII et Mar-
« Martinus V die sabbati introivit Ro- tini V, fol. 41. Cf. la sua Martini V
« mametmoramfecitin Sancta Maria Vita ex Ugitimis documeniis coìUcta,
«de Populo per diem dominicam ibi Romae, 1641, p. 17.
« moram etiam faciens, et die lunae (2) Non dubitammo di restituire a
« ultima dicti mensis in solemnitate questo modo il vocabolo tanto scon-
« introivit per Romam descendens ante ciato nei mss., sull'esempio di Paolo
« basilicam principis Apostolorum de dello Mastro, Diar. 47, lin. 6 : « qua-
« Urbe et intravit eamdem, postea a- « lunque romiero verrà per lo per-
« scendit ad palatium apud S. Petrum « dono ».
24 STEPHANI INFESSURAE [1420]
Monte della Guardia, et Montelupo, et alcuna altra terra rub- c. 13 A bava (*) : per questo || la Sua Santità subito provvedde.
Dell'anno Domini 1422 die 30 novembre, in festo sancti An- dreae, si fu una piena d'acqua sì grande a Roma (''), che allagò la maggior parte di Roma, et fece grandissimo danno, et tanto j che non se poteria contare '^'^\ et di questo ne fu cascione Braccio da Montone, perchè partendosi molto scorrucciato di Roma quando perde lo Stato di Roma, ruppe le marmora W dello laco (^) di Pe- deluco, et questo lo fece per dispetto CO delli Romani; et di questa pur ne restale) la memoria in una preta ^^^ nella faccia della ec- io desia della Minerva (').
Dell'anno 1423 dello mese di maio l'hoste de Roma per com- mannamento de papa Martino gio allo conte Bertuollo, cioè a Piano, Leprignano, a Montelopo <^') et a Monte della Guardia, et stet- teci lo campo a Montelopo de molti di, et poi 1' habbe lo papa ij con tutte l'altre terre, e poi che l' habbe, fece spianare Montelupo nel detto anno, perchè rubbava, e questo fece papa Martino per dare essemplo a tutte l'altre terre (').
Et fece mozzare lo capo a Tartaglia dello Avello W (*), capo di squadra, perchè derobava quando ("> lo bestiame et quando le per- 20 sone; et ancora fece morire tutti quelli latria che rubavano da Monterotonno a Campagnano, lo signor Ulisse de Magnano (°) [| e. 13 B et lo signore di Montelopo (p), et quanti ne furo grandi (1) ruba- toti de strada, sì che in tempo suo W si poteva andare con l'oro in mano da ogni parte (*). 25
(a) C A/ et in alcun altri luoghi si rubbava, et (b) A/ allo Tevere (e) In C^ manca da et tanto a contare Aggiunto in R. S' poteria C poteva R' S polria (d) C li
marmi (e) C del luogo di Pedeluco C^ dello luoco di Pedelupo M ruppe di nuovo li
marmi dello lago di Pedelupo E ruppe li manni dello luoco di Pedeluco 5 li marmi dello loco S^ li marmi dello laco (f) £ rispetto (g) M ne fu fatta (h) R resta la me- moria nella faccia della ecclesia della Minerva in una preta Gli altri mss. in una parte (i) R' Montelupo (j) A/ a tutte l'altre terre e luoghi C a tutti li luoghi et terre
(1) E Arcello (m) E derobava lo bestiame (n) M tutti li ladri C tutti quelli
(o) M Magnano In C manca da lo signor a Magnano (p) R^ et li servitori de
Montelupo (q) /?' ne furo rubatori de strada (r) A/ in questo tempo (s) In R'
manca da ogni parte
(i) Cf. BoNiNi, Tevere incatenato, (2) Cf. N. della Tuccia, Cron. di p. 53. Vit. p. 116.
[1424] DIARIA RERUM ROMANARUM. 25
Del 1424 die secunda iunìì (*5 fu occiso Bràccio de Montone, capitano ^^ in quello dell'Aquila ('), et per questa cascione ne fu fatta granne feita et letitìa («) in Ronìa de fochi et de ballare ; et ogtii Romano givo colla torcia a cavallo ad accompagnare missore e lordano Colonna fratiello de papa Martino, perchè era morto lo inimico dello papa; et morti che furo questi, se rimase papa Martino senza alcun altro impaccio, et manteneo nel suo tempo pace et divitia, et venne lo grano a sòldi quaranta lo mbbio (^\
In tempo suo fu pentato W Santo Ioaimi Làteranò, et fece [O racconciare lo palazzo de Sàiito Apostolo, dove che esso stette la malore parte dello riempo suO, et habbe la rocca di Suriano à tempo suo; et nel ditto anno 1424 del mese di iugnio a dì 16 mori messor lordano Colonna, fratello dello ditto papa, e morse in Marino, et stetténce lo papa presente, [j In quell'anno frate Bernardino (^^ fece ardere tavolieri, canti, brevi, sorti, capelli ^s) che fiicavano ('') le donne, et fu fatto uno talamo di legname in GampituogHo, et tutte queste cOse jj ce foro e. 1+ a appiccate et atse, et fri a 21 di iuglio W.
Et dopo fu arsa Finicella strega, a di 8 del ditto mese di iu- gho ('), perchè essa diabolicamente occise de molte criature ^^ et affattucchiava (") di molte persone, et tutta Roma ce andò a vedere.
Et fece frate Bernardino (**> iil Roma de molte pad, et de molti abbracciamenti, et benché ce fiisse stato homicidio (^) W.
(a) i?^ die .XI. iunii (b) A/ bravo capitano (e) C^ 3/ e allegrezza (d) C a sdffi
quaranta lo nibbio et anche meno (e) C piantato R' restaurato (f) M firate Bernar- dino da Siena, ch'era un buono frate (g) In C manca capelli 3/ cappelli (h) E M fu- ravano (i) £ a 21 di iugnio .V e fu a di 25 di giugno C^ et fu a di 25 di luglio C e fu a dì undici di luglio (j) 3/ E dopo a di 28 del detto mese (di giugno) ^' a di 38 de detto mese de luglio (1) 3/ diabolicamente uccideva di molte persone (m) Così C B}; £ adatti una C^ 3/ affatturava (n) R^ Belardino (o) 3/^ benché fossero state per cause d'omicidi, e fece fare altre opere buone, sicché da tutti era tenuto p>er sant'uomo, perchè faceva anco miracoli, e sanava di molti infermi pericolosi, e qualcuno stroppiato C^ benché fosse stato homicido. hoggi é santo et si chiama san Bernardino da Siena, il suo corpo riposa in una città dell'Aquila in un'arca d'argento.
(i) Leonardi Aretini De tempori- (2) Circa la dimora di san Ber-
hus suis, p. XXXI ; Graziavi, Cron. di nardino in Roma cf. Le prediche vol-
Perugia, p. 286 ; A. dei Veghi, Diario, gari di S. Bernardino da Siena, ed.
«d. Fabretti, p. 3. Bianchi, pred. IV, voi. I, 98.
St. Infesmra, • a*
26 STEPHANI INFESSURAE [H3^]
Dell'anno 143 1 die 12 februariW scurì lo sole, et fu lo lunedi^) de carnevale.
Del preditto anno et mese (=)(') a di 19 cade la lotta W a papa Martino nella lengua, et fu de lunedi, et lo martedì seguente morse su nell'alba W dello dì, et fu a di 20 di febraro, et tutta Roma ne fu addolorata della sua morte.
A di primo di marzo tutti li cardinali si messero in conclave in nella Minerva, et fu sbarrata tutta la piazza fino alla piazza di Santa Maria Rotonda.
Die 3 (^) martii die sabbati creatus fuit Eugenius quartus (s) frater Celestinus et Venetus, lo quale fu menato incontinenti in Santo Pietro 0\
Die 1 1 martii (') fu coronato lo ditto Eugenio secondo lo stile de (J) Santo Ioanne Laterano, et po' alla sua coronatione tornò a e. 14 B palazzo, et fece concistoro generale, et foncé de || molta gente nella sala ^^^ granne, in nella quale per la ditta pressura si ruppe lo arrizatore ('), et credendo la gente che cadesse la sala grande, ogni homo con festinanza (•") si die a fuggire, et per la detta pres- sura ce affocò (") lo vescovo de Senegallia (*) fratello di Pietro Mei- lino, et hoc fuit in modo praedicto die 16 (°) martii.
Et subito che fu fatto lo ditto papa bave et pigHò tutte le for- tezze (p), et massime Castiello Santo Angelo, lo quale teneva lo principe, dallo quale lo ditto papa habbe parecchie migliara de ducati, che li fece dare Stefano ("i) <^3) Colonna dal ditto principe W, et anche (*) messer lacomo Caldoro (*) havé dallo preditto molte ("^ migliara.
(a) e C' E M ianuarii C R februaril (b) S lo dì (e) In C^ M manca et mese In R^ manca la menatone del giorno. (d) C^ C^ M goccia (e) E albo (f) C^
Die triginta martii (g) M pontifex, qui erat frater &c. (h) C^ e poi a Santo Ioanni
secondo lo stile, e doppo la sua coronatione ritornò a palazzo mancando quel che seguita sino a et fece concistoro generale (i) S Die 22 (j) A/ in (k) i?^ scala (I) E
S accrizzatore C M acrizatore C^ adrizzatore R aggrezzadore K' lo accidatores S^ assi- datore (m) C^ Af prestezza (n) Af soffocò (0) C die 26 (p) R' fortellezze (q) Mss. Antonio (r) C^ M che li fece dare Antonio Colonna dal detto principe C allo detto principe (s) E erano (t) C Caldaro (u) R^ parichie
(i) Arch. Colonna. Lettera del- (2) Francesco Mellini. Cf. Gams,
. l'oratore P. de Michelibus alla Series epp. Eccl. Cath. p. 727.
Balia diSiena,«exUrbedie.xx.men- (3) Non esitai a correggere il ma-
« sis februariì anno 1430» (st. sen.). nifesto errore dei mss. Essendo An-
[1452] DIARIA RERUM ROMANARUM. 27
Dell'anno 1432 a dì 15 W d'aprile fu pigliato Oddo Poccia vicecamarlengo (■), et pigliollo Stefano Colonna per commanna- mento di papa Eugenio per volere sapere li denari et le robbe di Sancta Ecclesia, et ^^ dove stavano, et commandò lo papa a Ste- 5 fano che lo menasse W honestamente denanti ad esso ; et lo ditto Stefano fece lo contrario et deservòlo ^^\ et per questo lo papa l'habbe ad granne desdegno, et menacelo ad(*) Stefano Colonna; et per questa cascione Stefano preditto si partì da Roma et cor- sene (^) a Palestrina, et trattao collo principe (s) de | venire a Roma e. 15 *
IO per tollere lo Stato allo papa, et vennero, et pigliaro porta Accia (^^^--^ lo dì di santo Iorio (') a dì 23 (') di aprile, et stava nella porta messere Antonio Battista delli Albertoni, et lo secondo dì entraro in Roma, et commattiero per Colonna (') et Santo Marco, et per- diero, et foronci de molti presoni ('"), et perdiero de molti cavalli ("^
15 et arme, et quanno se ne retomaro, depredaro molti bestiami de Romani, et fecero molto danno, perchè in Roma vi era de molto bestiame, et lo danno che fecero fu inestimabile, et tennero la ditta porta parecchi dy, et ogni dì sincì (°) combatteva, et mentre che ten- nero la porta, lo puopolo de Roma stava sospetto ^\ et non fa-
20 ceva niente, et fo sbarrata tutta Roma, et givano i Romani tutti armati, et li cortesciani, et lo popolo menuto; sì missero a sacco
(a) M a di II di aprile (b) In C M manca et (e) R' menassero (d) Così C ; M desertollo In C^ manca, C e de robollo E desertolo R^ de servirlo (e) In C^ manca ad (f) C Mandò (g) R^ e trattao de venire a Roma (h) C Avia C Anna R' Auia
(i) E santo Torio {]) E a. di 25 di aprile (I) M per tutta piazza Colonna (m) E personi (n) M e presero, e fecero di molti prigioni e presero di molti cavalli e armi (o) R' se ce (p) C C^ S S' in sospetto R sospetto correggendo sopra soggetto C M stava sospeso
tonio il Colonna principe (di Salerno) (2) La porta Appia o di S. Seba-
di cui nel testo si parla, è chiaro che stiano. Cf. Ms. Vat. 7977, Memorie
qui deve leggersi Stefano, Cf. Ca- di casa Colonna; Lettera di Niccolò
RiNci, Docc. dill'Arch. Gaetani nel Sag- di Pietro da Siena « a di 26 d'aprile
giatore, Yl, 264. « 1431 ». Dzl Libro dell'entrata e uscita
(i) Oddo de Varris. Cf. Regesta della Tesoreria dal 146/-6S, citato dal-
Martini V, offic. 348, e. 262 ; Garampi, 1' Adinolfi, Roma nell'età di me-^o, I,
Saggio di osservazioni sul valore delle ma- p. 40, lacomo di Meo sborsa « per la
nete pontificie, app. pp. 79-80 in nota ; « senseria de porta Latina et de Accia
Mandalari, Pietro Vitali e un docu- « fiorini 1 3 ». Cf. Paolo Lelli Pe-
mmto inedito risguardante la storia di troni, MesUcunxa, XXIV, col. un,
Roma, p. 6 e n. 11. lin. 31.
28 STEPHANI INFESSURAE [H3^]
casa di Stefano Colonna, casa dello cardinale Colonna, et casa de Orlanno, et casa de Pietro Paolo Sartore, et de molte altre case, et tutta Roma stava in gran timore, et lo papa et li cardinali et tutta la Corte, perchè dubitavano dello peio; et lo grano salì a fiorini cinque, et sei e mezzo lo rubbio (*), et non potevano gire 5 per lo Latio O*) che non fussino derobati. e- 15 B Eodem anno die ultimo mensis mail fu retolta porta Accia W
allo signore Stefano ^^\ et ad missere Antonio Battista.
Dell'anno 1432 a dì 3 iugnio fu battuta a terra Wlacasa di mes- ser Antonio Battista Pietro Mattheo (^), perchè tolse la porta pre- 1 0 ditta, et questo (s) commannò papa Eugenio.
Et in questo anno, et mese di iugno a dì 20 (^) fu preso l'ar- civescovo di Beneviento, figliolo di Antonio Colonna ('>, et frate Masi W, et fuoro messi in Castiello, et fu detto che volevano tol- lere Castiello Santo Angelo. 15
A di 17 <^J) del mese di iulio fu impiccato frate Masi(^), et poi fu squartato, perchè se diceva che aveva ordinato di toUere Ca- stello Santo Angelo ^^\ et fare de molto male, et voleva mettere lo principe in Roma, esso et molti altri traditori, et per essempio dell'altri lo papa fece fare questo, et la detta giustitia fo fatta nella 20 piazza de Campo de Fiore (™>.
Eodem anno, a dì 22 (") del mese d'ottobre fu attossicato papa Eugenio dallo soldano (°) suo scudiero, et lo papa se crese^p) morire,
(a) R^ S^ a cinque et sei fiorini lo rubbio (b) E C? Datio (e) C C^ R^ Avia E porta di Acciaia S S' de Accia (d) M R Stefano Colonna (e) E M gittata per terra (f) M da Pietro Matteo C di Antonio Battista predetto (g) R' et quanto (h) Cosi C C^ C^ R; R' a di .x. 5 S^ a di io (i) C' S frate Massi R Maso (!) C C^ E M R 5 a di 14 C /?^ 5^ a di 17 {]) In R' S' manca da A di 17 a Angelo (m) C^ con grannissimo concorso de popolo e nobiltà (n) In C manca la data del giorno. (o) C soldato (p) R se credette R' ne crcse
(i) Gaspar Colonna, figlio d'An- qui fuit degradatus Rome
tonio, principe di Salerno. Cf. Gams, et suspensus ad furcas et
Serks epp. 672; Coppi, Mem. Colon- tandem divisus in .iv. par-
nesi, 189. tes, factus per Barth. de Za-
(2) Il Pastor, Gesch d. Pdpste, I, barellis archiepiscop. Spa-
218, cita da un ms. della biblioteca di lat. qui sentenciavit et de-
Kremsmùnster un Serrao contra gradavit eundem. fratrem Thoraam priorem,
[1433] DIARIA RERUM ROMANARUM. 29
et fecelo ad instantia de casa Colonna; et per questa casione ne rimase stroppiato da uno Iato sì che non poteva alzare lo braccio ritto W (•).
Nell'anno 1432 adi 4 di iugno^^^ venne una grande grandine, e. 16 a 5 et acqua, et li ditti giazzoli W erano grossi (^) come noce, et durao tanto che allacao tutta S. Maria Rotonna con tutto lo porticale, et gy in fino alla Matalena, et non fu mai veduta la simile (*=), et fece de molto danno.
Dell'anno 1433 a di 7 d'aprile fu pubblicata la pace de papa pò Eugenio collo imperadore Sigismondo re delli Romani, ad es- sere uniti in buona pace, et tranquillità et unione insieme, et fo lo martedì Santo, et gine lo bando a suono de tromme, et fuoro fatte granne feste in Roma (*> W.
Lo mercordì Santo del ditto anno furono pigliati in Santo 5 Pietro quattro schiavi, perchè robbavano intra Civita Castellana et Arignano («) molti cortesciani, et portavano de quelle robbe ad- dosso, et quelli cortisciani le riconobbero, et però furono presi et appiccati caldi caldi (^\
Dell'anno 1433, fo d'aprile alli 17, fo occiso Stefano Colonna, *'0 et ammazzoUo Salvatore Colonna W suo nepote, et Mataleno figlio di Vergorio G) pentore, et per questa cascione quelli di Palestrina si ammazzaro Salvatore Colonna, et Mataleno, et molti altri, et fii ammazzato | detto Stefano a Genazzano (3). e. 16 b
(a) M S' dritto C E alzare lo braccio In M manca ritto (b) In C^ C S^ S^
JTUznca iugulo (e) 3/ giacciuoli i?^ gianzoli (d) i?^ granni e grossi (e) 3/ cosa simile che nissuno si ricorda (f) C M per tutta Roma (g) E M Acignano R Rignano
(h) E M R' et appiccati caldi In C manca da Lo mercordi a caldi fi) M et arrivò
Nolo Salvatore Colonna suo nipote in compagnia di Mataleno figliuolo di Vergurio pittore Forse era a leggere et arrivonnolo (j) C C E M Vergurio C Mercurio pentore R' S Valerio S' Vergorio pretore R Verginio
(i) Di questo fatto non parlano né (2) Cf. Martene, Ampi coli. VUI,
Vespasiano da Bisticci, né l'Anonimo 580.
del Baluze, biografi di questo ponte- (5) Cf. N. della Tuccia, Cron. di
fice. IIPlattsa, Vitae pontiff. m Viti Vit. 122. Il Della Tuccia pone l'uc-
Eug. IV: « At vero cumEugenius in cisione di Stefano Colonna a Ma-
« aegritudinem quandam incidisset, zano. Probabilmente è a leggere Naz-
« vel dolore animi . . . , vel veneno quo zano, castello sulla destra del Tevere ;
« appetitum a Soldano suo quidam nel qual caso è facile che anche i
«dicebant...». mss. dell'I, abbiano corrotto il ff Ca.
30 STEPHANI INFESSURAE [^43S]
Eodem anno a dì 21 W di maio venne ^^^ lo imperatore Gi- smondo (■=) ('), et fo lo di dell'Ascensione, et venne per porta Ca- stello W et givo a Santo Pietro con granne solennità, et anna- ronce tutti li OfEtiali di Roma, et fuoro fatti locatori per ciascuno rione, et giro ad accompagnare lo imperatore, et lo papa venne 5 perfino alle scale di Santo Pietro de incontra ad esso, et pò in- traro nella ecclesia tutti doi.
Eodem anno die ultima mail fo incoronato lo imperatore in Santo Pietro da papa Eugenio, et fo lo dì de Pasqua rosata, et gio poi ad Santo Ianni Laterano, et papa Eugenio si li fece com- io pagnia per fino ad piazza Castiello (^^ (^), et poi lo papa tornao allo palazzo suo, et foncé de molta gente, e lo imperatore sullo ponte di Santo Pietro fece de molti cavalieri, tra li quali ci fo missore Stefano PauU Stati ^^\ et lo cavallo dello imperatore fu adde- strato dallo soldano, et da Mancino (s) (^\ quali stanno scolpiti nella 15 porta di metallo di Santo Pietro a mano dritta quando s'entra ^'^\
Eodem anno die 17 iunii die mercurii circa 22 bore scuri lo e. 17 A sole, et lo imperatore preditto stava in Roma, || cioè ad Santo Ianni, et lo papa ad Santo Pietro W.
Et a dì 25 d'agosto del ditto anno venne Nicolò Fortibraccio 20 ad Roma bostilmente, et prese ponte Molle, et venne fino ad porta dello Populo, et feceronce de molti presoni, et furono presi Liello
(a) £ a di 20 (b) Mvenne in Roma (e) Così in R^ S S^; CC C^ R Sigismondo (d) In R manca da et fo lo a Castello (e) C C^ M di Castello (f) M Stefano di
Paolo de Stati C C^ E Stefano Paolo de Stati (g) £ Manurio C C^ C^ M et da Man- cino li quali stanno scolpiti (h) In C^ manca da Eodem anno a Santo Pietro
Nazani » (Castrum Nazani) in Gè- Cron. di Vit. 126.
nazzano, come pareva ovvio. Sopra (3) Cf. in Petrini, Meni, prenestine,
Stefano e Salvatore Colonna cf. Pe- p. 449, fra i « conservatores Camere
TRINI, Memorie prenestine, p. 444. « alme Urbis Laurentio Petri Omnia-
(i) N. DELLA Tuccia, Cron. di Vit. «sancti dicto alias lo Mancino de re-
5 5 ; Fl. Biondo, Decad. Ili, lib. v, 469 ; « gione Trivy ».
Leon. Aretinus, De temporibus suis, (4) Cf. Muntz, Les arts à la cour
fol. xxxii. des papes, 1, 41. Questo particolare
(2) Platì-ì^a, Vitae pontijf. in Vita dell'I, viene accennato dalla descri-
Eug. I V, p. 237: « Sunt qui scribunt zione del Grimaldi, ms. Barberini
« Eugeniura hominem usque ad pon- XXXIV, 50, colle parole : « subtus
« tem comitatum ad Sanctum Peirum « pedesb. Pauli. . . cernitur . . , coro-
« rediisse ». Cf. N. della Tuccia, « natio Sigismundi imp. ».
Tav.L
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Eliotipia MaiteUi.
[1433J DIARIA RERUM ROMANARUM. 31
de Ciuffolo et molte persone che stavano per le vigne W; de pò gi ad ponte Mamolo (^) (0^ et piglialo, et fonci preso lacoviello W de Cecchino, et missore Mattia di Pietro Palozzo ^^\ et curse tutto lo Lazio, et tolse tutto lo bestiame che vi era, et fecero di molti presoni, et fecero in quello di grandissimo danno alU poveri Romani.
Et lo sesto dì prese ponte Salaro, et ponte Lamentano, et fii sbarrata Roma, et lo lunedi venente fu retolto ponte Molle, et fu gittato tutto lo ponte de legname, et foronci prese W de molte persone de Castelnovo ; et lo secondo lunedi ^^^ si fo preso ponte Salaro, et durò questa tenebra mesi nove, perchè Nicolò Forte- braccio tolse la abbadia di Subiaco, et poi se ne venne in lan- nazano (s), et mentre stava li vi andò lo campo di papa Eugenio, et nolli potè nocere; et esso Nicolò dopo tolse Tivoli, et cavone lo conte di Tagliacozza (^\ et tolselo nell'anno Domini 1454 W a dì 7 del mese di ottobre, et li stette || per tutto lo mese di maio seguente <J) dell'anno Domini 1435; et vedendo W esso Nicolò che Roma era in libertà, lo habbe molto caro, et reassenò Ti- voli allo popolo romano a di 20 ("^ del mese di iugnio.
Dell'anno Domini 1433 (°) a di 5 di decembre" foro appiccati .XVII. huomini nelle forche a Campituoglio, et fu de sabbato sera, et fiiro presi in Campo Salino, et fiioro de quelli de Nicolò della Stella, et lo regimento lo fece per dare essempio ad ogni parte (**>, che rubbava, perchè Romani erano derobbati da ogni parte, et foro schiavi prò malori parte.
(a) e et feronci di molti prigioni, et corse tutto il Latio, et tolse tutto lo bestiame che v'era et fecero di molti prigioni Ac. 3/ R S S^ e fece di molti prigioni, e furono presi Liello di Ciuffola e molte persone che stavano per le vigne, e lacovello di Cecchino e messer Mattia di Pietro Palozzo, e curse tutto lo Lazio &c. (b) C E a ponte Mollo S' Mammelo (e) C laconello (d) C Palazzo (e) R^ perse (f) C M e lo secondo di (g) Così R^. Gli altri mss. Genazano (h) M Tagliacozzo (i) R' .Mccccxxxiii.
(i) R^ per tutto lo mese de maio dell'anno seguente 1435 (1) E concedendo} (m) C^ C^ £ 3/ a di 21 C} R & di 20 S S^ a di io (n) M 14.34 £ 1435 R sopra 1434 cor- regge 1433 C C C S S' 1433 (o) E M e gli altri mss. persona
(i) Cf. N. DELLA Tuccia, Cron. di ViU p. 129; A. dei Veghi, Diar. p. 12 e sgg.
e. 17B
32 STEPHANI INFESSURAE [l434]
V. QUANNO FU PERDUTO LO StATO DE <*) PAPA EuGENIO.
D'
^ELL'anno i434<^'') a di 29 di maio (') fo levato Io Stato dì mano a papa Eugenio per la libertà de Roma W, et foro fatti li sette signori per la libertà ^^\ et chiamaose governatori della Re- ' pubblica de Roma, et fuoro questi, cioè : Ianni Matteio de Santo 5 Agnilo, Liello Paoli <«) Stati, Ciecco de Scrocco ^^\ Ioanne i Cuccio de Viello de Ripa, Ioanni Toma ^s) de Colonna, missore 1 Antonio de Scoccola C') della Revola (') W, Iorio Tasca( i> da Treyo, j e. 18 A et||Poncello de Pietro Venerameri W si fu fatto connestavole de
Campitoglio. et questi offitiali se presono lo camarlengo ^^\ ne- io potè di papa Eugenio, et misserolo in Campitoglio nella ca- mera dello senatore, bene guardata dalli Romani ; et per questa cascione se partì papa Eugenio ("^, et per paura lassao ogni cosa ("), et vestiose a modo de uno fraticello in Trestevere ('^), et poi se misse in una barchetta esso et frate Arsenio <°) (5)^ et come fu 15 saputo la soa partenza, li andato in (p) piedi, et seguitarolo colle saiette <^i), et lui si salvò, et gio a Fiorenza, e li stette fino che tornò a Roma; et subito che fu partito. Castello Santo Angelo roppe con Roma, et mai non finio de bombardare W, et li signori
(a) M da (b) Af 1435 (e) In E R manca per la libertà di Roma (d) C S per la libertà di Roma (e) 3/ Liello di Paolo (f) 5 Scrocco C Strocco (g) A/ Giovanni Somma C^ S^ Soma C^ 5 Ioanni Somma (h) E Scovola M Scorsola C Scorcola
C R^ S S' Scoccola (i) S S' Regola (j) E Trasca C Tresca (1) E Veranieri
C S' Poncello Veneranieri C^ Poncello di Pietro Viranieri /?' Vennamiere CMS Ve- nerameri (m) M si partì papa Eugenio da Roma (n) R^ lassao gire ogni cosa (o) E Arsencio C C M R Arsenio C R' S S' Arsenico (p) C M a. (q) M R^ S^ saette
S sagette C segette (r) C^ combattere R sopra a combattere corregge bombardare
(i) Cf. N. DELLA Tuccia, Cron. di (4) Cf. Fl. Blondi Decad. hist. Ili,
Vit. p. 136; A. DEI Veghi, Diar. p. 15. lib. VI, p. 482 e sgg.; A. de Tummu-
(2) Cf. Registro degli officiali del co- lillis, Notab. tetnpp. pp, 18-19. mune di Roma esemplato dallo scribase- (5) Di questo «Arsinius monachus» nato Marco Guidi nelle Mem. Acc. Line, si à una lettera nell'Archivio di Stato III*, 208. dì Sì^m, Concistoro, lett. ad ann,
(3) Francesco Condolmieri, cardi- 1447, febr. 23, citata dal Pastor, naie. Gesch. d. Pàpste, I, 656.
[1454] DIARIA RERUM ROMANARUM. 33
di Roma si facevano le sbarre ^^^ nello ponte di Santo Pietro con un forte muro, et fu fatto capitano della sbarra W Paolo delli Tosti (') con cinque provisionati^'^), et tenevanci la bombarda, et l'altra sbarra fecero a (') Santa Maria Traspontina et in piazza Castello ^^) ; et
5 lo ditto papa si partì a di 14 di iugnio (').
Eodem anno et mense quelli di Castello Santo Angielo tennero modo de tradimento ordinato de darsi allo popolo (s) de Roma ^^\ et grida vono tutti quelli di Castello: |j « viva lo popolo et li Offitiali » ; e. 18 b et tutto lo popolo se lo crese, et tutta Roma corse a vedere, et
o missore Balthasario da Fida W W, che stava in Castiello, diceva con alcuni delli altri: « vengate (') et pigliate lo Castello», et li Ro- mani ci giero. entrati che furo dentro, furo pigliati; et li cittadini pigliati furo questi W : lacovo da Roma C'), cioè, de missore Ga- leotto Normanno, Valeriano Muto, Ioanni Somai ("") de Co-
5 lonna , Iorio W Tasca de Treio, Mattia Crampone (°) de Co- lonna (p). Paolo lacovone ("i^ de Campitiello, et un altro; et subito presi che furo, lo Castello gittò una W bombarda, et deo nello muro della sbarra et ogni persona si fuggì per paura della bom- barda, et tutta Roma ne rimase sconfitta; et li offitiali se ne giero
(a) E le staue (b) E et fu fatto capitano Paolo delli Josti (e) S Pietro delli Tosti (d) E piutre C C^ con cinque picche C^ con cinque... RS con cinque... peufe S^ con cinque parenti M con cinque aiutanti R' con cinque ponti È evidente la corruzione del testo per mala interpretazione dell'abbreviatura prov«i (e) M in (f) M in piazza Castello; e tutti quei contorni stavano in arme; et il detto papa (g) M al popolo ro-
mano (h) R^ al papa (i) M e Baldassarre di Nino C Baltassario di Niro R da Rido
C C^ da Nino S' Baìthusario R^ Baldassario da C^ Baldassarre da Offida (j) C^
M venite (l) M furono questi, cioè Galeotto Normanno (m) C Somur 5^ Soma 5 Suonia R Suomai (n) E Torio (o) E M R Mattia Campione C Matthia Campionto C R' S S' Crampone (p) In C manca da Iorio a Colonna (q) E R lacovo (r) E gittò in bombarda
(i) Data erronea. L'anonimo Dia- « Subito in Firenze si cominciò a so-
RisTAFioRENTixo, XIX, c. 975, scfìvc : « narc tutte le campane ; e fecesi gran
<f A dì 12 di giugno 1434. Ci fu no- «fuochi nei palazzo»,
avella come papa Eugenio IV era (2) Cf. S. Antonini C/;ron.tit. XXII,
« giunto a Livorno la sera ; che s'era p. 528: « Baltasar de Offida qui
« fuggito da Roma segretamente come « fuerit ».
« monaco; entrò in Tevere in su uno (3) N. della Tuccia, Crott. di FU.
« schifo, poi entrò in una galera di 142 : « un capo squadra di Micheletto
Madama e se ne venne a Livorno, a chiamato lacovo da Roma ».
St. Infessura. ,
34 STEPHANI INFESSURAE [l434]
ad Campituoglio, tristi et dolenti, et molti dicono che questi cit- tadini da uno de essi furo W menati (').
Dell'anno Domini 1434 del mese di ottobre, nella vigilia de santo Simone et Inda, a di 27 W, si fu perduto lo Stato dello popolo W, et rehebbe lo Stato la Ecclesia, et gesse fuori lo camar- 5 lengo de Campitoglio; et erano Offitiali questi, cioè Paulo Por- caro Wj Massimo Liello Cecco W, et Bartomeo Pezanello (^), et e- «9 A foncé fatta gran festa per Roma per quelli che erano dello || Stato ^s) ecclesiastico, et subito abandonaro lo Campitoglio, et fo fornito in continenti de fanti della Ecclesia et di vittovaglia, et tutti li io OfBtiali se ne gero a casa tristi et dolenti, et in quello dì foro fatti li Offitiali per la Santa Ecclesia, et subito venne lo patriarca Vitellesco C') de Corgneto, homo diabolico W, et messe paura rwi ogni persona, et stette qui per legato, et lo camarlengo se ne andò allo zio papa Eugenio. 15
Dell'anno 143^ del mese di marzo a di 20 Poncello tolse porta Malore (i), et fo Poncello figlio de Pietro Venerameri ('), et da Paolo Frate, et da Antonio de Paolo lannuccio, et da Ioanni Romano; et la ditta porta la diero allo conte Antonio de Pon- tadera (") (*), et subito fu sbarrata Roma, et teneronla dy tre ; e 20 lo conte Everso et molti Romani li diero battaglia ("); et arren- derose, et funce trovato Antonio di Paolo lannuccio, et Ioanni Marcone (°), e fu lo dì de S.*^ -J- in lerusalem (p), che ne gio tutta Roma.
Dicesi che Poncello fece questo, perchè lui si operò che Roma 25
(a) e ferono C^ furono A/fossero (b) MEodem anno d'ottobre £adi23 (e) 3/ dello popolo romano (d) E Povaro (e) M Massimo Liello, Cecco (f) E Rezzunello C Pezzunello L R Pezzanelio S Peronello R^ Pezanello (g) M dalla parte dello Stato
ecclesiastico (h) M Vitelleschi (i) In C M manca homo diabolico (i) C^ S S^
Maiore C Maiure C M Maggiore (1) C Veuiermor C Venermei R Veneraniero
S Vernarmeri S' Venermeri R^ Vememeri (m) C^ C^ E S Caldara R' S^ Carrarn
Cd MR Caldora (n) Così R^ ; gli altri mss. la battaglia (o) £ Mauone 5 Mannono
S^ Mariano (p) C^ lo di di Gierusalemme S S' la dì de Hierusalem C M e fu il
giorno di S'» Croce in lerusalem
(i) Cf. N. DELLA Tuccia, Cron. di Ct. N. della Tuccia, Crow.dtTt/. 157;
Vit. 143. Paolo Petroni, Mesticatila, XXIV,
(2) Restituimmo la lezione «Antonio col, in 4, ove è chiamato «lo conte
« da Pontadera » corrotta dai copisti. «Antonio da Pontadera di Pisa».
[l43^] DIARIA RERUM ROMANARUM. 35
tornasse alla Ecclesia; et nella liberazione del camerlengo fecelo,
et foroli promessi cento migliarajjdi ducati W, et non li furo dati^''^ <^- '9"
però lui si disperò, et fece cosi ("=).
('^) Eodem anno mense mail fo messo a sacco ^'^ Castello Can- dolfo (^) dalle genti dello Patriarca, et fo arso, et gittato a terra, et lo simile fo fatto allo Borghetto (s), et fu gittato a terra casa de Poncello di Pietro Venerameri ^^^ et de Cola dello Tronco, et de Paolo Frate W, et de Antonio de Paolo de lannuccio, perchè tolsero la porta, et foro banniti della testa.
Ci') Dopò lo Patriarca mosse la guerra in Campagna, et pigliò tutta Campagna et Civita Innivina W (') et Castelnuovo, et detto Patriarca pigliò lo conte Antonio de Pontadera (") W, et appiccollo a- Scantino in MaritimaW in una oliva, et fu a dì 19 del mese di maio ('). et a dì 3 di iugnio raisse campo a Zagarolo W et ad Pelestrina, et givonce lo Patriarca collo populo de Roma, et stette ad campo fino che hebbe Zagarolo et Pelestrina, et tolselo d'agosto, et subiugollo alla Ecclesia, et poi tornao a Roma, et folli fatto tanto honore che ad uno papa non se saria fatto, et gio sotto palio dall'Arco de Santo Vito fino ad Santo Lorenzo in Da- maso, con tutti li Offitiali de Roma, dicendo : « viva lo Patriarca, che è lo padre della città » (■*), perchè era stato una grande ca-
(a) E però lui si disperò (b) In R^ manca e non li furo dati (e) C et fece questo (d) R^ S^ rubrica Quando furo gettati a terra lo Borghetto et Castello Gandolfo et molte case de cittadini. (e) E a. sauo (f) C M Gandolfo (g) In R' manca da et lo simile a Borghetto (h) C^ Veniemer C^ Venermei R^ Venamiere 5^ Veneraniere S Vene- rameri (i) E Ficco R^ Picco (i) R^ postilla Quando lo Patriarca pigliò Zagarolo et Pelestrina. (1) C^ E M S S' Innivina C la Campagna, et Castelnuovo R R^ Qvita
Nevina (m) CE 3/ S Caldora C^ Caldara C^ Caldera R^ S' lo conte Antonio...
(n) C Teantino in marittima (o) E Tagarola
(1) Civitalavinia. Cf. Paolo Pe- « mente»;PL.\TiNA, in Vita Eug.IV: TRONI, Mesticatila, XXVI, col. 11 15 : « Captum Antonium Pontaderam ho- « Mercordi a di .xxxiii. dì maggio il « stem Ecclesiae apud Frusinonem ad « patriarca pose campo a Civita Ne- « olivam turpi laqueo suspendit ».
« vina». (4) Cf. in Petriki, Mem.prenestitie,
(2) V, nota 2, p. 34. p. 451, il parlamento del Co-
(3) Cf. Paolo Petroni, Af«/ica»:(fl, raune a a. 1436 mensis septembris XXIV, col. 1 1 15 : «il detto patriarca il « die duodecima » in cui gli si decreta « fece impiccare per la gola in nello te- il titolo « tertii ab Romulo Romanae « nimento di Piperno molto onorevol- « urbis parentis ».
S6 STEPHANI INFESSURAE . [H3^]
restia, et invilivo W lo grano per amore suo, et lo palio suo fo sciliato dinanti a Santo Lorenzo, come fosse stato uno || papa o imperatore.
W Et dopò lo ditto Patriarca -prese Poncello preditto, et delio ditto mese lo fece attanagliare per Roma, et depò in Campo de 5 Fiore lo fece appiccare ('> et squartare, et li quarti W appiccò per Roma, et lo ditto Patriarca fece spianare ed abbrusciare Pele- strina, perchè Stefano Colonna se era trovato ('^) centra lo papa, et tutti li Pelestrini (*) giro presi (^), et in Roma venne la nova preda (s) (^\ i e
Dell'anno 1437 del mese di aprile lo ditto Patriarca già campo nello reame de Napoli et trovò che lo re d'Aragona haveva havuto Napoli con tutte le castella, et per questa cascione se ne 'tornò ad Roma.
^^^ Del mese di iugHo retornò in reame, et prese lo prencipe de i j Taranto con domiHa presoni W et tutte le terre dello conte de Nola, e le terre dello prencipe vennero ad obedientia della Ec- clesia <J) e dello ditto Patriarca, et fecensi di gran fatti (').
Dell'anno Domini 1438 (') morse Sigismondo imperatore de Roma ('"). 2C
<^") Del 1438 a di 12 d'aprile <^+) Capocciolo et Garofalo (°\
(a) C M calò (b) R^ postilla Quando lo patriarca prese Poncello. (e) E li parti (d) E era tornato (e) R Pellestrini R^ S Pelestrinesi 5^ Palestrinesi (f ) M furono
pigliati C furono presi (g) E la nona C C M R R^ S nova S^ venne la preda
(h) R' postilla marginale Quando prese lo prencipe di Taranto. (i) E con molti presoni (j) In M manca della Ecclesìa E et le terre dello prencipe, et fecensi di gran fatti e manca il resto. (!) R' et fecese gran fatto (m) In S manca da Dell'anno a Roma (n) R' postilla marginale Quando furo derobbate le gioie delle teste de s«> Pietro et santo Paulo apostoli. (o) M S^ da Capocciola C C^ E Capolacciola (C E e Garofolo doi beneficiati di San Gio. Laterano) S Capolocciola C R Capococciola
(i) Cf. Paolo Petroni, M«//Van:(rt, « chivii Lateranensis tunc temporis
XXIV, col. II 17. . « descripto, nec non ex miscellaneis
(2) Cf. Petrini, Metti, prenestine, « Pauli de LelHs Petroni (sic) atque p. 176. «ex diariis Stephani Infessurae . . . )
(3) Sigismondo morì il 9 die. 1437. « fures praedicti feria secunda pascha-
(4) Cf. SoRESiNUS, De Capilihus « tis noctu abstulerunt . . . balassios Ss. App. Pàtri et Pauli iti sacrosattcta « duos . . . quorum sacrilegorum no- Lateraiietisi eccl. asservatis, Romae, «mina et cognomina ad pcrcnncm 1673, p. 53: «Anno enim a Chr. « ipsorum ignominiam hìc ponimus «nato T438 (ut habetur ex mss. ar- «ex eodcm Latjrano archivio de-
-/U. c^
=^i
L^.
Eli.^tipui MuiliAb
II
[1438] DIARIA RERUM ROMANARUM. 37
doi beneficiati di Santo Ioanni Laterano, furoronoW molte prete ^) pretiose, zafiri, baiassi, diamanti, ametisti et perle (*=) dello capo di santo Pietro e santo Paolo, che stanno ("^^ nello tabernacolo di Santo Ioanni preditto in doi volte, et || furo retrovati per questo 5 modo. Servestro (^) de Pallone comprò una perla de grande va-
? lore (^) per trenta ducati (s)^ et fu una contesa con l'orefice et questo Servestro ; et in questo modo venne ad notitia de molti, et quando fo saputo chi W V haveva venduta, subito fo sospicato et fo scoperto ^'\ et subito fu preso misser Nicola de Valmon-
10 tone, canonico de Santo Ioanni, perchè Garofolo (') suo nepote li lo deo a tenere, et lui lo iuravo che non era vero, et che non ne sapeva niente, et esso lo sapeva ; da poi che fu saputa la ve- rità, et retrovate le pietre tutte W foro reportate a Santo Ioanni a di 22 de agosto ("") con tutta la processione di Roma e giro lo Se-
15 natore di Roma (') con tutti H OffitiaH con tutto lo popolo, et lo Senatore lesse la scommunica che fece papa Urbano V, lo quale pose 11 quelle teste et ornolle colle ditte prete <^°) W.
Eodem anno die quarta de settembre furo desgradati questi malfattori, idest missore Nicola da Valemontone canonico, Capoc-
20 ciola et Garofolo, beneficiati, nello altare maiore dell' Aricielo (°); et dopo foro rencarcerati (p) nella piazza di Campo de Fiore rele- vati (^) su in alto, et lì stetteronce dy quattro, et dello ditto mese foro iustitiati in questo modo, videlicet Capoccciola et Garofalo furo strascinati per fino alla piazza di Santo Ioanni W, et missore
25 Nicolao gio a | cavallo nello somaro, tutti immetriati (^\ lo ditto
(a) E furono M furono rubate R furo robbate C C^ C farorno (b) Altri mss.
pietre (e) E perche (d) R} stavono (e) C^ M Silvestro (f ) R^ de gran valuta (g) R^ per 300 ducati (h) E che (i) E suspetto (j) EGalerazzolo A/Grassolo R' Garolfo (I) R' le pietre foro reportate (m) C^ C E M R z di 20 di agosto 5 S' a di 2 di agosto /?^ a di 22 C a di 25 (n) R pretiose prete (o) M S' Aracielo C
Avocillo C^ E Arco cello R Auricielo R^ dell'Arcielo C S Aricello (p) E riscarcerati (q) C^ S S' relevata In C M manca. (r) M di San Giovanni Laterano (s) In C
manca da et missore a immetriati C immitrati R^ invetriati per inmetriati
« sumpta, quae talia habentur: Do- (i) Francesco de' Salimbeni da
« minicus de Tito Capocciola apulus Siena.
« et lohannes Christophorus Garo- (2) Cf. Paolo dello Mastro,
« phalus Castri Vallis montanae lS:c. ». Diar. ed. nel Buonarroti, X, p. 12.
38
STEPHANI INFESSURAE
[1438]
messer Nicola fo appeso nell'ormo della piazza di Santo Ioanni, ad Capocciola et Garofalo li foro mozze le mano ritte, et poi foro arsi nella ditta piazza, et le ditte mani furo chiavellate (^) accanto alla lopa (^) (') de metallo, in quello muro, come delle pre- ditte cose si vede la memoria penta come s'entra la ecclesia de 5 Santo Ianni ad mano ritta su ad alto.
Del ditto anno 1438 del mese de novembre a dì 8 fu iusti- tiato lacovo Gallese W et Riccio W, perchè volevano guastare lo Stato dello Patriarca et volevanolo pigliare, et folli W mozzo lo capo e poi furo appesi tutti doi per li piedi in nelle forche di Campi- io toglio, et le teste foro messe in doi lanze, et portate per Roma, et in Campo de Fiore per essempio (^\
A dì 2 (s) del mese preditto Rienzo Colonna tolse Zagarolo '^^\ et la Rocca, et gionse a campo Ranallo Orsino et messese in Gallicani, et lo Patriarca se n'era gito ad Corgneto, et come seppe 15 la novella se ritornao (') a Roma; et sempre piobbe quelli di, et per la ditta piovia (') cresce fiume et gi per tutta Roma, l'Austa (') (^), et per molti altri lochi ; et accampò a Zagarola, et gi molta lente de Roma, et lo || Patriarca se gi ad campo lo di de carnevale, che fu alU 17 di febbraro, et foro fatte le processioni, et fo mo- strato lo Volto Santo et le teste de s. Pietro et s. Paolo per
(a) E chiaccillate (b) C C^ C^ E M R S S' all'opera R' alla porta (e) C^ S S' Galese (d) C^ Reccio (e) E furonli (f) E M per essempio degli altri (g) R cor- regge 2 sopra 12 R^ A di doi (h) £ Tagarola (i) E ritornaro (j) K' per la tanta pioggia (1) C^ M et andò per tutto, et a campo a Zagarola ci andò molta gente di Roma S et gi per tutta la città E et gi per tutta l'Ausse C C^ Aussa R^ S^ etgi per tutta l'hoste
(i) La lezione a all'opera » è forse dovuta agli amanuensi i quali credet- tero di interpretare un'abbreviatura nella lezione « alla lopa ». Cf. Paolo DELLO Mastro, Diar. loc. cit. : « et « lì li degano esser tagliate la mano « ritta e chiavellarle in quello muro « dove stao in mezo la lopa». Paolo Petroni, Mesticatila, XXIV, col. II 20: «furo chiavellate in quella « torre appresso all'olmo di sopra ad «una lepa di metallo, che sta « nella detta torre ». È ovvio che
sia da leggere : « ad una lopa » ; e tutte queste testimonianze si riferiscono alla famosa lupa di bronzo capitolina, che già, come è noto, si trovava nel patriarchio lateranense, innanzi alla sede dei « iudices palatini ». Cf. Bi;s- chreibung Roms, III', 507. Cf. anche RoHAULTDE Fleury, Le Latrati au moyeti dge, pp. 493, 496, 498; E. Muntz, Revue archeologi quc, 1876, p. 261.
(2) Cioè l'Agosta, il mausoleo di Augusto. Cf. Muratori, Hist. Rotti, fragmenta, III, col. 543.
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[1439] DIARIA RERUM ROMANARUM. 39
questa cascione et portare la brecciola W con molte bombarde ; la quale brecciola fo fatta nella piazza de Colonna, et stetteci (*") lo Patriarca ad campo tutta la quatragesima, et de pò a di 2 W di aprile fece la concordia con Rienzo Colonna, et fo lo giovedì santo; et sonò a gaio lo Campituoglio et tutte le ecclesie de Roma, et poi si parti lo Patriarca per gire a Fiorenza a dy 4 d'aprile.
^^^ Dell'anno Domini .mccccxxxix. dello mese de mayo, in tempo de missore Angilo Bonciano W ('), senatore di Roma, fu arso et buttato per terra Zagarolo.
(^) Eodem anno et mense novembris fo fatto papa Felice in Constantia (s) W dalli cardinali ch'erano allo concilio; et era papa Eugenio, et quelli dello concilio fecero molti commandamenti ad papa Eugenio (^) che se dovesse representare, et mai non ce volse comparire, et era in questo tempo lo scisma, et dopo se- guitare le cose infrascritte.
Lo Patriarca preditto nel sopraditto anno disfece lo signore (') di Foligno (5), et tagliaoli la testa ad esso et allo figlio nella rocca di Soriano, et papa Eugenio per timore j| dell'altro papa fece questo che seguita.
(0 Vedendo papa Eugenio che era abbandonato dalli cardinali per papa Felice che era in Constantia (■") , tenne modo le quattro
(a) Così E M; C C R R' S S^ breccola (b) E stattovi (e) R^ a di .ix. d'aprile (d) R^ postilla marginale Qnanno fu guasto Zagarolo. (e) E M Puriario S Putirano
R' S^ Puritano C C Furiano C^ Purciano (f) R' postilla marginale Quanno fo fatto papa Felice. (g) C^ M in Basilea O Di gbre d. anno in Basilea li cardinali ch'erano
al concilio fecero papa Felice (h) In R^ manca ad papa Eugenio (i) 5^ lo Senatore (I) R^ postilla marginale Quando papa Eugenio fece .xviii. cari». (m) M^ Basilea e Co- stanza C in Basilea Costantia R corregge che era in Const&ntìa sopra l'altra legione ch'erano in Basilea o Constantia
(i) Cf. Paolo Petroni, Mesti- p. 541, pone il fatto nell'anno 1440:
can\a, Ice. cit. col. 1122. Né il Vi- « Chunradum dominum Fulginei, qui
TALE {Storia dipi, de Senatori di Roma, « multum faverat Braccio contra Ec-
II, 411), né il Vendettini (Serig crono/. « clesiam certanti, et aliis inimicis
de' Senatori di Roma,p. 85) danno esatto « Ecclesiae, capta civitate Fulginei per
il nome di lui. « proditionem, cepit cura filiis et ca-
(2) Errore manifesto dell'I, corretto « ptum ad arcem Soriani transmisit, in alcuni mss. da amanuensi avveduti. « qui tandem sententiam capitalem
(3) Corrado de' Trinci. Cf S. An- « accepit ». Cf. Bonixcontri, An- TOKixi Chron. par. Ili, tit. XXII, nales, XXI.
40 STEPHANI INFESSURAE [l439]
tempore di Natale di fare .xviii. cardinali, et fece questi, cioè lo nipote di mons. de Roano W, lo cardinale de Brescia, lo cardi- nale di Roano, lo cardinale delli Alberti, lo cardinale de Capua, et li altri quali non sono scritti qui (').
(^) Dell'anno Domini 1439 adi 19 di marzo fu preso lo Patriarca de Corgneto (') (-) preditto, cardinale de Fiorenza, dello titolo di Santo Lorenzo in Lucina, et fu preso in porta Santo Pietro a Castello, et si lo prese missere Antonio de Rido, castellano de Castello (**), per comannamento de papa Eugenio, perchè poco lo apprezzava et procacciava di havere lo Castello; et addomannoUo più e più volte allo ditto missor Antonio, et ms. Antonio ne scrisse allo papa, et per questa cascione ne fu preso, et diceva che se voleva fare signore di Roma; et quando fo pigliato ce fo ferito, et stette presone dì 20 (=), et poi morse a dì 2 (^^ d'aprile de sabato, et lo corpo suo fo portato alla Minerva, et lo conte Averso passò de là dello ponte con tutta la sua brigata e non poteo intrare ad aiutare lo Patriarca, perchè fu gittata la |j cadi- tora (s), et subito lo conte prese le some et lo cariaggio (''), et por- toselo a Ronciglione.
Eodem anno et mense aprilis venne ad Roma l'altro Pa- triarca cardinale di Santo Lorenzo in Damaso per legato di Roma (3)^ et quanno venne li fo fatto grande honore da Ro-
(a) Così M R S C^ Rhoano C E R' S^ V Rollano C^ V Rocharo (b) R' postilla Quanno fu preso lo Patriarca card, de Fiorenza. (e) R' in Corneto t^) C R' S
S^ e si lo prese messer Antonio castellano di Castiello per comannamento C^ M et io prese mr Antonio Rito castellano de Castello (M del Castello Sant'Angelo) C^ messer An- tonio de Redi (e) M e vi stette pregione venticinque giorni e poi mori C C^ E et stette presone vinti di et poi morse (f) Così C C C^ C^ R S S'; R" a di .xi. (g) R^ cadi- toria (h) R' carreggio
(i) Cf. CoNTELORi, Pars altera elen- Rido nella sua lettera al Comune di
chi S. R. E. carditi, p. 4 e sgg. Firenze, pubblicata dal Pastor, Gesch.
(2) Cf. Paolo Petroni, loc. d. Pàpslc, I, 648-49, scritta non tanto
cit. col. II 22 e sgg.; N. della per notificare il fatto, quanto per dare
Tuccia, Cron. di Vit. 164. Errata è a intendere « che senza lizentia de N.
la data nell'ediz. del Diario di Paolo « S. lo habia fato per non haver ha-
DELLO Mastro, loc. cit. p. 37, che «buto tempo de notificarlo»,
pone la presura a' di 9 di marzo del (5) Cf in Pastor, loc. cit. p. 649,
1440, forse contando gli anni « ab in- il breve d'Eugenio IV al Comune
« carnatione », come fa Antonio de di Corneto : « datum Florentiae sub
[1442] DIARIA RERUM ROMANARUM. 41
mani, et gi sotto palio da Santo Pietro per fino ad Santo Lo- renzo in Damaso.
(*) Dell'anno Domini 1440 del mese di maio, la festa dello Corpo di Christo, li fraticelli di Sauto Ianni (*) volevano portare lo 5 corpo di Christo, et li canonici non volevano, perchè lo vole- vano portare essi, per questa cascione fu levato tumulto, et furo cacciati da Santo Ianni a furia ('') de popolo, et foro cacciati colle pietre, et quelli fraticelli se defendevano molto bene ; et per questa cascione andaro da papa Eugenio, et parte ne rimase nel palazzo ;
IO et allo papa li sappe molto rio, et però commannò allo Patriarca et allo castellano che fossino remessi W, et cacciati tutti li cano- nici ; et foro rimessi in Santo Ioanni li fraticelli, et questo fu del mese di iugno, et colla processione, et foro ad accompagnarli li conservatori et caporioni novi et vecchi, cioè sei conservatori e
15 vintisei caporioni ^^\ et in quel jj tempo erano conservatori Rienzo e. 23 a Mancino, Peronello de Cecchino (^^ et Cola Margano. li novi Offitiali iuraro lo offitio, ma non foro ammessi allo detto offitio, fino che non foro entrati li detti firati celli; però foro li Offitiali vecchi et novi.
20 Dell'anno 1442 a di 15 di decembre furono iustitiati li in- frascritti, cioè Gino (^) Albanese capo de squadra, et lo cancel-
(a) R' postilla Quanno furo cacciati li fraticelli de S. Ianni. (b) 5 a furore (e) E li fraticelli in Santo Ioanni, et furono ad accompagnarli li conservatori et 26 caporioni In E manca tutto il resto sino alle parole et in quel tempo erano conservatori (d) R^ cioè sei conservatori et 16 caporioni (e) M Bannollo di Cecchio C^ Baronello de Cecchio
(f) Cosi C C'C^R S S'; R' Gironimo Albanese
« anulo nostro secreto die 3* apri- S. Agostino e della congregazione di « lis 1440 pont. nostri decimo » S. Maria de Frisonaria, surrogati da in cui notifica che : « intellecto de Eugenio IV nella basilica Lateranense « casu quem in persona d. f. n. Io- ai canonici secolari, « qui apud eam « hannis card. Fiorentini, Apostolice « continuo residere et divinis inibi a Sedis legati, accidere fecerunt simul- « nocturnis atque diumis officiis ìn- « tates Inter praedictum cardinalem et « teresse noUeut, nisi aliarum eis fa- te d. f. castellanum nostrum S. Angeli « cultatuto suffragia, praesertim guer- « de Urbe, ilHco misimus ad Urbem k rarum temporibus provenirent ». « V. f. Ludovicum patriarcham Aquì- V. il breve « datura Florentie a. 1439, « leiensem , camerarium nostrum ». « 8'° idus febr. p. n. a. nono » nel (i) Erano fraticelli dell'ordine di ms. Vat. S035, par. 2*, doc. 25.
St. Infessura. 3*
42 STEPHANI INFESSURAE [l442]
lero W suo disino W; a esso li fu tagliatolo capo W^ et lo can- cellerò fo appeso, perchè Gino preditto ruppe la tregua contro Roma; et in tal di foro guaste tutte le tetta di Santa Maria Ro- tonna, perchè guastavano tutta la piazza, et dopo foro gittati tutti li portichi che stavano allo lato alle colonne dallo ditto porti- j cale et foro le pertiche queste : la pertica di Tomarozzo W, la portica di Ioanni Toscanella, de Cola de Mauto, et de lacovo Pucci (0,
Dell'anno 1443 ^^^ a di 27 de maio (') fu mozzo lo capo a Paolo della Molara in Campituoglio, et fecelo mozzare lo legato per so- io ' spitione che haveva, perchè era valent'huomo, et folli mozzo con gran fatica, perchè se defendeva da lo Senatore (s) (="), et folli mozzo senza confessione et commonione, et doi di denanzi foro appesi 1 quattro delH suoi saccomanni.
Eodcm anno a di 28 de settembre de sabato (5) venne a Roma 15 papa Eugenio, et entrò per porta dello Puopolo, et entrò nella ecclesia 0^\ et li stette tutto lo sabato con la notte W, la dome- nica pò si parti, et gi ad Santo Pietro con molta gente, et con J| cinque cardinali, et gio sotto palio, et misse lo terzo allo vino, et " raddoppiao tutte le gabelle, et lo popolo ne stava male contento, 20 et quando fo in Colonna fu strillato : « viva la Ecclesia, et mora lo terzo » ; et allora papa Eugenio fece questa gratia ('), et fo levato | lo terzo, et givonce tutte le clericie W di Roma con molte reli- quie, et folli mostrato lo Volto Santo, et stette in Santo Pietro dy 19, et poi se ne gio a Santo Ianni et li fo ordinato lo concilio, 25
(a) R^ cavalliero (b) C^ M cugino R' cuscino (e) C E M ìa testa // ms. R can-ì cella la testa e corregge lo capo (d) E M Tomarezzo (e) E M del Cola, del Mauto,| e di lacovo Pucci R^ de Cola Manto de Cola de Puccio In C^ manca da et foro Pucci (f) C^ C^ Dell'anno detto R sopra la legione di C^C^ corregge dell'anno 1443
(g) M e quello che è peggio, fugli mozzo (h) R^ nella ecclesia dello Puopolo (i) IiiK
C C^ E M manca con la notte (j) In E manca da et allora a gratia (1) C^ C^ de-
ricie C^ driace £ drive C A/ Chiese R^ S^ lacuna. S V^ clericie
(i) Cf. N. DELLA Tuccia, Cron. di « settembre papa Eugenio IV revenne
Vìt. 190. « a Roma, e fu uno sabato alle 22I
(2) Ludovico di Saliijibene Petroni. « hora ». Ma il sabato cadde preci-J
(3) Cf. Paolo dello Mastro, samente a' dì 28. Diar. loc. cit. p. 41 : « a dy ultimo di
[i44^]
DIARIA RERUM ROMANARUM.
43
et fo acconcia la sala dello concilio, et foro messe le scritte per tutta Italia W, et dopo tornò a Santo Pietro.
Eodem anno a di 8 de decembre fo lo ecclisse della luna W.
(<=) Dell'anno 1444 a di 12 de settembre ('^ fu occiso Angelotto 5 delli Foschi cardinale di Santo Marco, et occiselo uno suo came- riere, et robaolo, et per questa cascione lo detto cameriero subito fu preso ; et fu strascinato dallo Campitoglio fino aUa casa dello car- dinale, et poi fu messo in mio carro legato, et fu attenagliato per 1 fino a Campo de Fiore, et poi li furo mozze le mano, et pò fu IO appeso, et poi fii squartato, et posto in quattro quarti in quattro luoghi de Roma ^^\ uno a ponte MoUo, uno in Campo de Fiore, uno a Monte Mari W, et l'altro a porta Santo Ioanni. le mano furo chiavellate nello muro in porta Santo Pietro (*).
Del 1446 a dì 5 de luglio (^> (J>, lo di di pasqua rosata, fu ca-
(a) Mper tutta Italia per chi voleva venire allo concilio (b) Così R' S'; manca in C; M Eodem anno a di 7 di decembre, giorno di sant'Ambrosio, fu l'ecclissi della luna C^ E R S V V^ Eodem anno a di 8 di decembre. in die sancti Ambrosi!, fuit ecclipsis lunae C a di dicidotto di decembre (e) R^ postilla Quando fo occiso lo cardinale delli Foscb. Je S. Marco. (d) Così R^ ; gli altri mss. ed edi^. in quattro parti di Roma (e) Così R'; R corregge Mari sopra Malo 3/ S Mario S' Naro (f) C C C^ R R' S S^ juglio
E M giugno
e. 24 A
(i) F. CoKTELORi, Depontiff. et carda. a Mart. V ad Pium II, loc. cit. p. 145 : '< Angelottus Fuscus episcopus Caven- « sis presbiter tituli S^i Marci Romae « Interemptus a famulo die .xi. septem- « bris an. 1444 ».
(2) Cf. Paolo dello Mastro, Diar. loc. cit. p. 41 e sgg,
(3) Le edizioni correggono l'errore del testo. Rainaldi, Ann. ecd. IX, 491 in nota, osserva: «In diario re- " rum urbis Romae, quod Stephanus ce Infessura eiusque maiores scripse-
« runt s. Nicolaus Tolentinus or-
« dinis eremltarum S. Augustini ad- « lectus Inter sanctos legitur anno su- « periori 1446, die .v. iunii, eidemque « authori utpote suorum temporum « res describenti piena fides addicenda « est. Forte tamea pontificium ea de « re diploma ignota de causa retarda- « ium nonnisi sequenti anno 1447, die
« prima februarii, ut liquet ex anna- te libus, prodiit ». La bolla pontifi- cia reca : « Dat. Romae apud S. Pe- ce trum, anno incamationis dominicae « .M . ecce . XLVii. kal. februarii anno «.XVI.». Il Rainaldi, pertanto, po- nendo la canonizzazione a quest'anno, si maraviglia che altri l'abbia posta nell'anno precedente. Il Mansi, in nota, afferma d'aver fede aUa data cro- nologica dell' I., e si appoggia all'ar- gomentazione d'Antonio Pagi per ri- tenere inesatta la nota del diploma pontificio : « Cum enim curiae stilus K annum e martio tunc inciperet, an- « aus 1447 kal. februariis adiectus an- ce num redderet 1448 quo Eugenius « iam obierat. Quare prò anno 1447 « reformandum censet 1446, ex quo « conficit s. Nicolao die kal. februarii « anno 1447 divinos honores decretos « fuisse ». L'argomentazione del Pagi
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STEPHANI INFESSURAE
[144^]
e. 24 n
nonizzato santo Nicola di Tolentino dell'ordine di santo Ago- stino, et disse la messa lo papa, et gì la processione da Santo Agostino ad Santo Pietro solennemente con molti preiati, et popolo.
Eodem anno papa Eugenio cacciò tutti li canonici di Santo 5 Ioanni, et fece la canonica per li frati ^^\ et fece lo choro rele- vato, et acconciò tutta quella loggia che era de Santo Ioanni ad Santa Sanctorum ('\
Dell'anno 1447 die nona ianuarii die lunae entrò re di Ra- gona in Tivoli, et accompagnollo lo camarlengo et lo abbate di Santo Paulo, cardinale; lo vescovo di Tivoli con tutto lo po- polo di Tivoli et lo capo militia li assignò le chiavi per com- mannamento de papa Eugenio et dello Patriarca camerlengo, et lo ditto re non le W volse toUere, et depoì doi di le W tolse, et le soe II genti fecero in Tivoli molti danni de cose di mannu- care W (^).
Eodem anno a dì 12 de febraro lo papa processionalmente mandò ad Santo Ianni Laterano lo regno di santo Silvestro, cioè corone tre d'oro l'una di sopra l'altra, le quali donò Costantino allo ditto Silvestro ^i\ et lo ditto regno venne da Avignone (^).
(a) M per li fraticelli E per li (^) E non se volse tollera (e) E se (d) C^
mandare C M mangiare i(e) M venne da Avignone, dov'era stato portato C^ venne d'A- vignone di Pranza
è buona, ma il fatto non la necessita. In un ms. della bibl. Angelica, se- gnato Q., 6, 28, c^rt. sec. xv, si con- tiene una Legenda translata di latino in vulgare con molti miracoli li quali forno recitati ìnanti a papa Eugenio dal R/o di sacra theologia maistro Ambrosio de Luna p. sua devotlo. et è frate he- remitano di S.'" Angustino. In fine di detta leggenda è riportato il breve di ca- nonizzazione del santo colla seguente nota cronologica : « Date Rome apud « S.'"™ Petrura anno incarnationis do- « niinice .mccccxlvi. kalcndas februa- « rii pontificatus nostri anno sexto de- ce cimo, obiit autem hic vir stus Ni-
« colaus 1294 ».
(i) Cf. in Muntz, Les arts à la cour des papes, I, 48, le spese « facte nella « tribuna di S aneto lohanni incomin- « ciate nelo anno .mccccxxxvii. finite « nello anno .Mccccxxxviin. ».
(2) Cf. Paolo dello Mastro, Diar. loc. cit. p. 44.
(3) Cf. Ehrle, Der Constantini- sche Schat:(^ in d. pàpstlich. Kammer des Jj und 14 fahrhunderts ntWArchiv fùr Literatur und Kirchengeschichte des Mittelalters, IV, 195 : «Itcm corona que « dicitur regnum sive tyara, cum tri- « bus circulis aureis et multis lapidi- « bus pretiosis ».
[1447]
DIARIA RERUM ROMANARUM.
45
Eodem anno februarii die 23 die iovis morse papa Eugenio ad hore otto de nocte (').
Et depò fu ordinato lo concilio W per li Romani in Areceli di quello che si dovesse petere ^'> allo colleio, in nello quale ce 5 intervenne l'arcivescovo de Benevento (*), et molti cittadini W; nello qual conseglio arengo missore Stefano Porcaro, et disse al- cune cose utili per la nostra repubblica, tra le quali disse, che si dovesse vivere ^^ ad capitulo colla Ecclesia et collo sommo pon- tefice, attento che una trista et piccola terra W de quelle che erano
IO subiette alla Ecclesia viveva ad capitulo con dare un tanto alla Ecclesia, et Roma no ; et l'arcivescovo si li vetao, che non di- cesse più (^), et tutto lo consiglio se arreoni (s), et volevano ('') li cittadini che missere Stefano dicessi, et dopo fu rotto lo detto con- siglio, et depò li II Romani iterum reentroro ('> in nello refettorio
15 dove se faceva, et l'arcivescovo preditto si parti molto scorrocciato,
e. 25 A
(a) M il consiglio C al conseglio C^ lo conclave (b) C^ M domandare (e) R^ molti altri cittadini (d) C^ venire (e) In E manca terra (f) C^ et li Rornani no. l'arcivescovo si levao, e gli disse che non dicesse più C M et li Romani, et l'arcivescovo li prohibirno, che non dicesse più S^ che non dicesse più et tutto lo consiglio sì (g) E se arronci C si amovi C^ M si alterò R S V V^ arromi (h) R^ lacuna. (i) C C C^ S S^ entraro
(i) CoNTELORi, De pontiff. et cardd. a Martino Fad Pium II, ms. arch. Vat. t. I, p. 157: «Die iovis 23 februarii « circa auroram Eugenius IV Romae « apud S, Petrum ab hac vita migra- « vit et in basilica S aneti Patri sepultus «est, libro thesaurariae anni 1445 « et sgg. fol. 99 et in primo libro bull. K de curia Nicolai V, in princ. qui est « n. 22 ». Paolo dello Mastro, Diar. loc. cit. p. 45 : « doi hore anzi die morio « lo nostro pastore ». Arch. Vat. Acta consisiorialia, arm. 31, t. 52, e. 19'': « hora nona vel quasi ». La Epistola de morte Eugenii papae IV in Muratori, IIP, col. 902: « inter decimam et undecimam « horam ». Ed « infra le .x. e .xi. hore « proxima passata » è data in una lettera del vescovo di Forlì presente
in Roma, citata dal Pastor, Gesch. d. Pàpste, 1, 656. La questione dell'ora è tra quelle che uno storico può pre- termettere in questo caso; pur no- tando quanto varie informazioni gli giungono da chi fu tuttavia in con- dizione di poter conoscere il vero.
(2) Astorgio Agnesi, napoletano. Cf. Giacconi, t. II, p. 970. È sepolto nel chiostro della Minerva. Cf. nelle Memorie della R. A. dei Lincei, M. Ili*, 184 e sgg. // registro degli officiali del Comune di Roma, ove si commenta storicamente la parte coercitiva che esercitò ad offesa del Comune di Roma e che, morto, gli meritò il vanto dell'epigrafe sepolcrale: « cuius « prò. ro. ec. virtus et omnis vita « semper in actione fuil ».
4^ STEPHANI INFESSURAE [l447]
et non fu più fatto niente W per paura dello re di Ragona che stava in Tivoli (').
Eodem anno die quarta martii li cardinali entrarono nello con- ciavo, lo quale fu fatto ('') nella Minerva, et foro diciotto cardinali, cioè lo Colonna, lo Greco, Fermo, Capua, Bologna, Andegavensis, 5 Morinensis, Milano, Taranto, Portugallo, San Paolo, San Marco, San Sisto, Valentia, Santo Chiemento, lo camorlengo di Santo Lorenzo, Fiesco (*=) et Santo Agnilo ^^\
A di ^ (<i) di marzo li sopradetti cardinali fecero papa lo car- dinale de Bologna, lo .quale fu chiamato papa Nicola Quinto, et IO fo fatto grande festa in Roma.
Die i8 eodem mense, la domenica della Rosa, fu coronato papa Nicolò nelle scale di Santo Pietro, et depò se ne gi a Santo Ioanni, et folli fatto molto honore per li Romani allo andare et allo tor- nare (3), IJ
(*) Die octava iunii,lo di dello Corpo di Christo, papa Nicola fece
la processione in Santo Pietro et portò lui colle sue mani lo corpo
di Christo da Santo Pietro per fino ad porta Castello, et andonci
e. 2s B tutti li cardinah || et vescovi et arcivescovi, et tutta la Ecclesia di
Roma, et andonce a vedere tutto lo popolo, perchè da qui inanti ^^^ 20 mai fu veduta simile cerimonia, che lo papa andasse in processione
(a) E mente (b) E lo quale fu nella Minerva (e) E Fresco 5^ Fresco R^ Pesco (d) C^ S^ A di i6 di marzo (e) In C nuova intitolazione: Historie Romane del penti- ficate di Nicola V. In S postilla marginale. (f ) E manti fu veduta
(i) In una lettera di Conte de' Cac- « dragesime in qua cantatur 1 et are
ciaconti al Comune di Siena, citata dal « quae fuit .xix. mensis marcii, San-
Pastor, Gesch. d. Piipste, 1, 654, in data « ctissimus in Christo pater et dominus
de' 16 febbraio: «La Maestà de re di « noster N. divina providentia pp. V
« Ragona e pure a Tigholi et ongni k fuit coronatus super gradus ecclesie
« di rinforza più el campo . . . non si « Sancti Petri cum omnibus solepni-
K sa quale sia l'animo suo ; dà grande « tatibus in eadem fieri solitis ibidem
« sospitione a Romani e non minore « axistentìbus .xvii. cardinalibus su-
« a cortigiani ». k prascriptis. Deinde ascendit equum
(2) Arch.YsLt. Acta consist. a.rxn. ^J, «album et deferens rosam gressus t. 52, e. 19 b. St. Caffari, Diar. 570. « suos direxit ad Sanctum lohanncm
(3) Ardi. Vat. Ada consist. urm. « Lateranensem una cum dictis domi- 31, t. 52, e. igb: « Anno prae- « nis cardinalibus, episcopis, protho- « dicto, die vero dominico .un. qua- « notariis et aliis officialibus ».
[1448] DIARIA RERUM ROMANARUM. 47
alli di nostri ; et per questo in quel di non fu fatta la festa di santo Ianni, come se soleva (*) fare.
A di 24 W di iugnio, in die sancti Ioannis, lo papa andò ad Sancto Ianni, et li disse la messa con tutti li cardinali ; et li con-
5 servatori et li caporioni fecero correre lo palio che habbero nella coronazione de Nicola ('=\ et corsero da Santo Cosmo e Damiano per fino all'Arco de Costantino in piazza Santo Ianni, et habbelo Battista Renzo ^^^ Mancino.
Dell'anno 1448, nello di di santo Marco, a di 25 d'aprile
o papa Nicola fece una processione solennissima da Santo Pietro fino ad Santo Marco, dove vi andò lui a piedi con tutti li car- dinali, et con tutta la clericia ('), et con molte reliquie, et fu la più singoiar processione che mai fosse fatta in Roma; et depò lo papa disse la messa in Santo Marco solenne; et depò pranzò in
5 casa dello cardinale di Capua (^\ et alle vintidoi bore (s) se ne andò allo palazzo a cavallo, et folli fatto molto honore per li Romani, et foro coperte le strade de porta Santo Pietro ij fino ad Santo e. 26 a Marco.
Eodem anno die 23 de maio (^) lo ditto papa Nicola fece la simile processione ('^ ad Santo Ioanni, et portò lui a piedi lo corpo di Christo G) colle sue mani da Santo Tarmi per fino ad Santo Chimento, et depò de* W la volta, et ritornò ad Santo Ianni ("°), et la sera se ne andò a palazzo a cavallo per Trastevere.
Eodem anno a di 29 d'agosto, in die decollationis sancti
■5 Ioannis W Battistae, scuri lo sole tra terza (°) e nona, et in questo anno fo grande moria in Roma, et per tutto ^\
Et depò del mese di settembre venne a Roma frate Roberto (^('),
(a) E voleva (b) R' A di 29 (e) C C A/ dì papa Nicola (d) C^ Rienzo (e) R^ clerica {{) R^ de Mantova (g) Così C C C R S S': R^ et alle dodici bore (h) R ' a 13 de mayo (i) E A/ fece la cerinconia di fare una simil processione (i) R^ Sacra- mento (1) M diede E de là volta R die la volta (m) R ' Santo Ianni Lalerano, et dopo similmente lo papa disse la messa sua solenne e manca il resto. (n) M giorno di san Giovanni Decollato (o) /?' S S' tra sesta e nona (p) M per tutta Italia (q) M frate Roberto, gran predicatore et uom da bene
(i) Roberto da Lecce. Cf. Casimiro, Memorie d'Aracoeli, p. 419 e sgg. ;
Arch. stor. nap. VII, 141 e sgg.
4^ STEPHANI INFESSURAE [^H^]
et predicao nella piazza di Campituoglio, et fece fare de molte paci in Roma, et tutti strillavano misericordia per la grande moria ch'era in Roma; et a di 23 d'ottobre (^) andaro li garzoni nudi ('') frustandose (=) dall' Araceli per fino ad Santa Maria Malore, et gri- dando sempre misericordia ('') per la grande moria ch'era.
Et a di 4 di novembre del ditto anno fo in Roma lo terre- moto, et tremaro le case mirabilmente (^), et ogni homo fuggiva con paura (^) alla ecclesia.
Eodem anno a 20 de decembre (') papa Nicola fece sei car- dinali, cioè l'Ursino, l'arcivescovo de Benevento, lo fratello dello papa (^), uno franzoso ^^\ uno tedesco ^"^^ et dui altri ^^\
Eodem anno 1449 a di 23 d'aprile, lo di di s. Iorio, venne e. 26 B la novella a papa Nicola come papa Felice | antipapa con tutti li suoi cardinali havevano renontiato allo papato, et questa rinon- ciatione fece fare lo imperatore, perchè non voleva che fosse la scisma 0^^ ; et lo ditto papa Nicolò deo lo cappello a papa FeHce ì et soi cardinali, che prima volle che stesseno <^'^ a sua discretione ; et in Roma ne fu fatto gran festa (■'>\ et per questo in quel dì fu corso lo palio di ducati cinquanta.
Die 27 eiusdem mensis lo ditto papa per la cascione predetta rendendo gratie a Dio fece et ordinò solenne processione da Santo Pietro per fino ad porta Castello, et foro li cortesciani molto Heti.
Dell'anno Domini 1450, cioè dell'anno santo, papa Nicola con granne studio et diligentia, et coli' aiuto et conseglio de nullo, 2 fece provisione et ammanimento, si che nello ditto anno del iu- bileo mai mancò cosa alcuna, et a tante migliara di persone chi vennero a Roma, mai mancò niente.
(a) M ad istigazione di frate Roberto (b) E S inudì (e) E M fustandosi / mss.
frustandosi (d) M perchè seguitava a morire gran gente (e) R^ terribilmente (f) E et si salva all'ecclesia (g) Così R' S S'; in C C C^ R manca questo notamento.
(h) Af che fasse piii scisma (i) i?^ che stesse
(i) Cf. CoNTELORi, Pars altera elea- (4) Nicolò de Cusa.
chi, p. 35. (5) N. DELLA Tuccia, Cron. di Vii.
(2) Filippo Calandrini. 212, pone: « la gran festa fatta in
(3) Due francesi: Alano de Coe- «Roma li 20 d'aprile», tivy e Giovanni Rolin.
(
[145^ DIARIA RERUM ROMANARUM. 49
Del ditto anno et mese di decembre a di 19 W, et fu de sab- bato, fu mostrato lo sudario alli pellegrini che erano in Roma, et papa Nicola fece la beneditione a tutto lo popolo christiano che stava nella piazza di S.*° Pietro, et quando lo ditto popolo 5 volse tornare (^\ fu nello || ponte di Santo Angiolo una grande e. 27 a carica ^"^ et stretta per la moltitudine delli huomini, et li era una mula, alcuni dicono che fu di santo Marco; alcuni dicono che portava doi ceste con ^^^ doi femine che venivono allo perdono, et paventò la ditta mula et la gente per la calca granne cascava
IO in terra, et fo nello ditto ponte si granne pressura, che li vi mor- sero persone doiciento, et tre cavalh affocati, et la ditta mula et molti ne càscaro in fiume; et deUi morti parte ne gi ad Santo Celso, et parte a Campo Santo, dove ne furo portate deciotto car- rette piene de huomini morti, et mai non fu né odita né veduta
15 simil cosa (=> et un caso cosi horribile ('\
In nello anno 145 1 papa Nicola se deo allo edifitio(^) et ad acconciare Roma, et prima restaurò («) le mura et turricelli, et le porte di Roma et massime quella di Testacelo, et fece acconciare Campituoglio, et fece (*■) la torre de Castiello Santo Agnilo, idest
20 che ampliò quella che fece Bonifatio ('), et feceli le stantie di là et de qua, et fece uno muro grosso ad 0) torrioni con tre turri- celli tondi, et fece lo muro intorno allo palazzo con una rocca tonda, appresso porta Viridaria; fece lo muro a Ripa, et fece lo palazzo a Santa Maria Malore (^), jj et uno muro a canto (""^ fiume, e. 27 b
25 ad Torre de Nona, et fece la canonica alli canonici de Santo Pietro, et edificò lo palazzo delli Conservatori ; fece lo muro a ponte MoUe, et fece doi cappelle tonde W in nello ponte di Santo Pietro, et dotolle per l'anima di quelli che morsero fi l'anno pas-
(a) Cosi e e C^ AfRR'S S^■ E a dì 29 (b) £ cornare (e) C^ MR^ SS'
calca (d) R' dove erano dui femine (e) R' tale cosa eoa terribile (f) Così R' ; S' sedè allo defitio C C C E .\[ R S allo edificare (g) E et prima restaurò Roma, cioè
le mura (h) R' tt rifece (i) M Bonifecio ottavo (i) E al (I) S" Malore
(m) E M avanti (n) E ronde
(i) Paolo dello Mastro, Diar. Pastor, Gesch.d. PàpsU,l, ^^^ e sgg. loc. cit. p. 48. Cf. le minute notizie in nota, di fonti contemporanee raccolte dal
St. Infessura. 4
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STEPHANI INFESSURAE
[1451]
e 28 A
sato (') ; et fece la piazza di Santo Celso <^^) con gettare molte case in terra et quelle che stavano nello ponte, et fece racconciare lo palazzo dello papa, et fece allargare la piazza di Santo Pietro con gittare molte case in terra ('^), et fece di nuovo la chiesa di Santo Theodoro doi volte; la prima acconciò la vecchia, la quale ac- 5 concia che fu cascò dalli fondamenti, et lui la rifece un poco più là, et poco menore che non era. item fece coprire et acconciare ^'') la ecclesia di Santo Stefano Rotonno et lo loco delli frati, et dottóli, et acconciò di molte ecclesie (*=) per Roma, et racconciò la fonte de Treyo W, secondochè se demostra per lettere et arma sua in più lochi, et questo lo fece in tempo suo W.
Dell'anno Domini 1452 (^) lo imperatore Federico venne a Roma a coronarse (3)^ et folli fatto molto honore in ogni parte, massime a Fiorenza, a Siena et ad Viterbo et dovunque stette; et (g) per questo papa Nicola ne stava suspetto, et ]| per questo fece venire tutta la gente della Ecclesia in Roma, et fanti a piedi ^^\ et fece commandare in ogni terra, che mandassino genti a lui;
(a) In E M R manca da et quelle a in terra (b) -R^ rifare (e) In E M manca da et acconciò a ecclesie (d) E M di Trevi (e) In M manca da et questo a tempo suo (f) In C^ C E M R^ S S^ manca l'indicazione del giorno. Trovasi in C R a. dì 8 di marzo, de giovedì (g) Così C C C^ E R R^ S S^; M ma perchè (h) Afe fanti a piedi e soldati a cavallo e fece comandare
(i) Questo paragrafo accenna alla moltitudine dei lavori compiuti da Niccolò V ; ma 1' I. non segue rigo- rosamente l'ordine di tempo; quindi se le cappelle presso il ponte Sant'An- gelo ebbero ad esser condotte nel 145 1 (cf. Muntz, Les arts à la cour des pa- pes, I, 153), gli altri lavori vennero in vari tempi eseguiti.
(2) Cf. Muntz, Les arts à la cour despapcs, I, 140. A p. 1 58 egli scrive : « Les extraits d' Infessura, qui sont « reproduits en note, et ceux de Ma- « netti . . . serviront de commentaire à « ces documents ». Qui è il caso di dire l'inverso, corroborando l'affer- mazione dell'I, coi documenti pubbli- cati dal Mijntz, pp. 1 10-160.
(3) Il Pastor, Gesch. à. Papste, 1, 375, scrive: « Am Abend des 8 Màrz nà- « herte sich der ròmische Kònig der « ewigen Stadt ». Ma quel giorno cadde di mercoldi. L'interpolazione in R della data erronea seguì dall'aver confuso insieme i due fatti che ben distingue Paolo dello Mastro, Diar. loc. cit. p. no: «se ne vennero « tutti insieme per infino a Roma e « desmontaro nella casa de Tommaso « Spinelli ... et lì stette una notte ; ella « imperatrice desmontao nella casa « de Francesco della Rocca, che è de- ce scontro a quella de Tomasso, e « questo fu de mercordi a 24 hore, a « dy otto de marzo ; allo iovedi entrao « in Roma &c. ».
[1452] DIARIA RERUM ROMAN ARUM. 5I
et se fortificò molto bene, et fece tredici marescalchi W, uno per rione, et ad essi et a tutti li altri cittadini Offitiali de' le cropa de rosato 0\ et de' tutte le porte alli cittadini, idest doi cittadini per porta W; et cosi sicuro lo imperatore entrao in Roma collo
5 re d'Ongaria, et con molti baroni et cavalieri; et la prima po- sata fece in casa de Thomaso Spinelli fora de porta Viridaria alla croce di Monte Mario, et accompagnollo (^) tredici cardinali et molti vescovi et prelati et il Senatore con tutti li Offitiali ro- mani Ce), li quali li giro incontra, et quando li detti cardinali et
IO genti li andarono incontra (f), lui si fermò nello suo cavallo, et recepè le salutationi da tutti coloro che lo vennero ad visitare, et quando li cardinali si li parlavano ^^\ appena lui inchinava un poco la testa, et così et non tanto faceva alli vescovi; et depò venne lo Senatore romano con li altri Offitiali (>'> et cittadini ro-
15 mani, et lo Senatore (') stava vestito de imbroccato con quella barretta et con maniche et ornamenti de pelle con le quali va allo Testacelo et Nagoni ^'\ et quando se li posò innanti et | sa- e. 28 b lutoUo, lo imperatore addomandò lo suo interprete chi era questo, et lui li disse : « lo Senatore di Roma ». all'hora lo imperatore se li
20 cavò lo cappello et abbracciollo, et feceli molto honore, et ogni huomo si maravigliò che alli cardinali appena haveva inchinato lo capo, et allo Senatore se li cavò lo cappello W.
(a) E monascaldi S^ meniscalchi C^ marescialli (b) Così C R S S'; C et ad essi e tutti gli altri cittadini et Officiali dete copra di rosato R^ incerto se debbasi leggere creppa, croppa o cappa In M manca da et a tutti a rosato (e) C M ed a tutti gl'altri cittadini diede tutte le porte, idest doi per porta In R^ manca da alli cittadini a porta (d) R^
accompagnarolo (e) In C manca da et molti a romani (f ) In E manca da et quando a incontra (g) E parlavano (h) R' con tutti l'OflStiali (i) M co' quali va alle feste di Testacelo e Nagone
(i) Nicolò de Porcinario. Cf. Vi- osservare che l'unico testimonio che
TALE, op. cit. II, 421. avrebbe avuto interesse a rilevare e
(2) Il Gregorovius, Gesch. d. St. registrare il fatto, sarebbe stato Paolo
Rom, VII, 122, osserva: « Infessura deUo Mastro, il quale non vi assistè;
« bemerkte dies mit republicanischem altrimenti ne avrebbe dato ragguaglio,
« Entzùcken », Il Pastor, Ice. cit. come fece quando incontrò l' impe-
p. 376, trova questa notizia data dal- ratore a San Paolo, reduce da Na-
r I. « sehr unwahrscheinlich » perchè poli : « et io Pavolo ce annai colli
niun' altra testimonianza di presenti « altri Officiali, perchè me trovai ca-
al fatto la contesta. A questo è da a porione de Ponto » (loc. cit. p. iii).
52
STEPHANI INFESSURAE
[1452]
e. 29 A
Depò alli 9 del ditto mese entrò lo imperatore Federico per porta Castiello et gi sotto palio per fino ad Santo Pietro colla pro- cessione delli preti, et colli cittadini et Officiali, li quali per com- mandamento dello papa li fecero grande honore (*); et lo papa colli cardinali lo receperono nelle scale di Santo Petro; et collo ditto imperatore dereto (^) a lui ce giva la imperatrice soa sposa figliola del re di Portogallo, iovane polita et bella quanto si po- tesse dire, con molte donne et damiselle; et depò lo imperatore fo collocato in quello palazzo che sta sopra le scale di Santo Pietro.
Et depò lo seguente dì, idest lo io de marzo, lo imperatore arrò la ditta sposa depò la messa, la quale la disse lo ditto papa Ni- cola, et habbe la messa della pace, et in quella cerimonia vi fu- rono infinitissime persone; et depò a dì 18 (') lo ditto impera- tore Federico || Terzo fu incoronato da papa Nicola, et folli data la corona dell' imperio insieme colla soa donna imperatrice, et depò foro onti de olio santo, et in quel dì si parti da Santo Pietro et andò a Santo Ioanni Laterano, et in nello ponte fece de molti ca- valieri ; et perchè in quel di era la domenica della Rosa, lo papa li donò la rosa, et depò se ne partì di Roma (').
(a) C^ gli fecero honore grandissimo; e lei andava dietro una balestrata dietro (e) Cosi C C C' R S ; i?^ S^ a di 19
(b) E deretto
Inoltre era naturale che diffidando papa ed imperatore l'uno dell'altro, non andando ora il papa ad incon- trarlo e atteggiandosi, come osser- vava il PiccoLOMiNi, Hisi. Frid. p. 75, a potestà superiore, Federico mo- strasse di accarezzar l'opinione salda- mente propugnata dal Valla: « mi- « rum sipapasibi arrogat coronationem « quae populi romani esse deberet». (Cf. De falso eredita Constant, donat. p. 286). E Stefano Porcari « sparlava «contro il papa dicendo: "quando « l'imperatore sarà venuto noi piglie- « remo la nostra libertà " » (N. della Tuccia, Cron. di Vit. 226). L'aned- doto raccontato dall' I. à in bocca sua lo stesso valore che quello raccontato
da un canonico lateranense contro uno « ex canonicis antiquìs . . . quos senator « maior cum conservatoribus et aliìs « officialibus romanis expulerunt, ac « unum caeteris audaciorem pugnis et « calcibus percusserunt » ; il qual fatto ci vien solo tramandato per una lettera di Aurelio Piacentino, priore di San Giovanni in Laterano medesimo, e che nessun'altra testimonianza contempo- ranea riferisce. (Cf. Vitale, op. cit. p. 422 e sgg.). Né pertanto è meno attendibile.
(i) Cf. Chmel, Regesten des ròm. Kais. Friedrich'' s III, app. n. 98 ; Go- swiNi Mandoctae Descriptio introitus intp. Frider. Ili in urbe Roma et suhse- culae coronalionis. V. l'enumerazione
[1453] DIARIA RERUM ROMANARUM. 53
Et depò a dì 22 d'aprile retomò lo imperatore a Roma, et venne per mare, et venne ad Santo Paulo, et non se sa perchè tornasse; depò se parti de Roma per terra a di 26 del ditto mese, et andossene nella Magna, et doi cardinali li fecero compagnia per fino ad Acquapendente, et fo lo cardinale de Bologna fratello dello papa et lo cardinale di Santo Angiolo ('), et papa Nicola ri- mase molto lieto et contento che lo imperatore s'era partito W con buona pace.
Del 1455 C'') a di 5 iennaro fo scoperto lo trattato di missore Stefano Porcaro, et fo pigliato lo ditto missore Stefano in casa
! de Rienzo de Liello de madonna Gasca W ad hore nove de notte W, et stava serrato in una cassa W; et lui s'era fuggito da Bologna, dove lui stava I confinato et cridato in guardia ad mano, che li era le- e 29 b gato ; et aveva commannamiento che ogni di si dovesse appresen-
) tare allo legato preditto ^% et Battista Sciarra nepote del ditto mis- sore Stefano fece remora in Roma, et scontrocense lui con li suoi compagni con uno manescalco, lo quale armava con cento fanti ad palazzo, et ferivo a morte lo ditto manescalco et alcuni delli ditti fanti (s), et scoperto che fu lo ditto trattato, andò lo Sena-
) tore, lo quale era missore lacovo deUi Lavagnuoli (*) da Verona, insieme collo vice camerlengo et con molti fanti a casa di mis- sore Stefano, et trovaro 1' usci ^^ serrati, et . de dentro vi era de molte gente, et derono la battaglia all'uscio, quelli de dentro buttavo per le fenestre certe tavole, et quelli che erano dentro, ve-
) dendo la cosa scoperta, uscirò per la porta de reto alla casa, et lo ditto Battista Sciarra con quattro compagni li bastò l'animo de iessire fuora, et combattere con quelli fanti; et così gessio, et la
(a) C^ E panilo da Roma (b) C' 1455 (e) E M Guasca C^ R R' S^ Gassa C Cascia S Grassa (d) In C M manca da ad a notte (e) £: cascia (f) Così C ER; A/ e dato in guardia al cardinale che li era legato R^ et gridato a guardia in mano chel- l'era legato S^ in mano che li era legato S in guardia a mano C^ cridato in guardia a chi si era legato (g) In C manca da et Battista a fanti (h) C M le porte
delle altre copiose fonti storiche in (2) Cf. Documenti relativi a Stefano
Gregokovws, Gesch. d. St. Rom, YU, Porcari ntlVArch.Soc.rom. sl.palr. Ili, \
r 22, e in Pastor Gesch. d. Pàpste, 1, 3 80. 65 - 1 5 5 . (1) Giovanni Carvajal.
54 STEPHANI INFESSURAE [HJS]
corte li fo addosso, et loro se difesero et campare tutti, eccetto uno, el quale combattendo se li stroncò la strenca della calza W, et cascando le calze non se potè adoperare, et fo pigliato, et nella 30 A ditta casa foro pigliati questi che non erano ancora || fuggiti, cioè : Sao ('') de Ottaiano sartore, Chiumento ("=) de missore Agnilo de 5 Mascio ^^\ e certi altri schiavi che aveva menati con esso lui lo detto missore W Stefano e Francesco Barbiero. et nella detta casa de missore Angelo de Mascio similmente ce foro trovate de molte partesciane et arme, et per questo fo pigliato lo ditto mis- sore Angiolo, lo quale era cugnato dello detto missore Stefano (^), io et Roma stava tutta in tribulatione granne <^s).
Et a dì 9 (''HO di iennaro de martedì fu impiccato missore Stefano Porcaro in Castiello in quello torrione che sta quando vai in là a mano destra (') a quelU meroli, et veddilo io (') ve- stito di nero in iuppetto W et calze nere pennere (") quell'huomo 15 da bene amatore dello bene et libertà di Roma (^) ; lo quale per- chè si vide senza cascione essere stato sbannito da Roma, volse per liberar la patria soa da servitute mettere la vita soa, come fece lo corpo suo. alcuni diro W che fo sotterrato in Santa Maria Traspontina (°), alcuni diro che fu gettato in fiume.
(a) M delli calzoni C C^ C^ R R^ S S^ delle calze (b) M Sarro R^ Savo C C
C E R S S' Sao (e) E Chiunciento R^ Climiento S^ Chimento (d) C Angelo de Massio C Angiolo de Marsio (e) R^ signore (f) In C C^ M manca da lo quale a Stefano (g) E M R ei Roma stava in grande tribulazione C S S^ in tribulatione et
grandi C? e ne fumo gìustitiati molti e Stefimo a di 9 gen.» di martedì fu appiccato in Ca- stello in quel turione che va alla mano destra vestito di nero in giuppone e calze nere e fu sepolto in S. Maria Traspontina, alcuni dicono che fu gittato a fiume (h) Così C C^ C M R S S^; E Et a di 19 di iennaro (i) C C^ E M che va alla mano destra e manca a
quelli meroli R' in quello torrione quando vai in là (j) R' veddilo io Stefano (I) E in vipetto M giuppetto C R iuppone (m) Così R in cui tutto il brano da pennere a
sotterrato è aggiunto in margine, correggendo. S li pendente 5^ se perdette C si se perdette R^ et cosi si perdette A/perdette la vita (n) R' dicono (o) C veddilo in giubbone et calze nere et il suo corpo fu portato a sotterrare in Santa Maria Traspontina
(i) N. DELLA Tuccia, Cron. di Vit. loc. cit. p. 113: « e mess. Stefano fu
226, pone l'appiccagione del Porcari « appiccato in quello torriciello dello
« alli 18 di detto mese su le nove ore... «Castiello de S.^° Agnilo sopra lo
<f impiccato a uno torrione sopra la « ponte, una mattina tre bore nanti di,
« porta de bronzo con una scritta che « lo quale era uno delli più valenti
« ognuno la potesse leggere ». « huomini che avesse Roma, allo
(2) Paolo dello Mastro, Diar. « quale Dio l'aia misericordia ».
[1455] DIARIA RERUM ROMANARUM. $5
Et in quel dì foro impiccati nelle forche di Campituoglio senza confessione et communione li infrascritti, cioè : missore Angelo de Mascio, primo; et dopò lo figlio Chiumento, lo, quale per non ve- dere lo padre impiccato pregò che li fosse messo lo cappello W
5 tanto innanti l'occhi ^\ che non lo potesse vedere, et cosi fb fatto, et stettero impesi (^) l'uno ad canto all'altro, item con essi fo im- piccato lo II detto Sao de Ottaviano W, et molti altri li quali in e. 30 b tutto furo nove, et folli letta la sentenza ('> o cascione perchè foro impiccati, et fo questa, che missore Stefano Porcaro se rechiese
0 certi suoi seguaci, et ordinaro de pigliare papa Nicola et alcuni delli cardinali et mettere ad sacco de molte case et violare de molte citelle, et per questo li faceva iustitiare W, et fo de lunedì.
Et in quello tempo foro pigliati ancora missor Ioanni Cesare et missore Cornelio canonico di Santo Pietro, li quali perchè non
5 foro trovati in colpa, depò foro relassati, et missor Nicola Gallo (5), canonico de Santo Pietro, se ne fuggi, et gissene in Damasco, e W h stette fino che fu morto papa Nicola.
A dì 12 di iennaro (^) f-^) fo appiccato Francesco Gabbadio, et uno dottore, perchè accompagnaro missore Stefano Porcaro; et
o dissesi che avevano notizia delio ditto trattato.
(a) M ?a beretta (b) R' tanto innanti die (e) C^ impisì (d) M Sarro di Otta- viano R^ Savo (e) 3/ e disse non voler più tornare a Roma, fino a che non sentiva nuova che fosse morto papa Nicola (f) Così C C C M R S; CJ Alli 12 genn» furono giustitiati altri due complici £ A dì 8 gennaro /?' S^ A di i3 S^ A di 31
(i) Cf. G. De Rossi, Gli statuti p. 94, in nota. dd Comune di Anticoli in Campagna con (4)Cf. Lettera di Bartolo-
un atto inedito di Stefano Porcari, Roma, meo de Lagazara al Comune
1881, p. 93. di Siena, da Roma 14 genn. 1453 :
(2) V. in Pastor, op. cit. p. 666 « Giovedì fu impiccati 2 di quelli, cioè e sgg. la confessione giudiziaria del « un Romano et uno dottore che aveva Porcari, intitolata in un codice di « menato seco da Bologna et promes- Tieviri: Gesta Romanorum nova in con- «soli di farlo senatore... ». Cioè fusionem eorum. Acta sunt die septima Paolo di Alba. Cf. Documenti relativi mensis ianuarii anno Domini .M.cccci.in. a Stefano Porcari, loc. cit. p. 107; De
(3) Erra il Pastor, op. cit. p. 667, Rossi, op. cit. p. 96. Il giorno di in nota, quando afferma che V I. con- giovedì cadde àgli 1 1 ; quindi o è er- fuse « misser Cornelio canonico di rata la data dei migliori mss. che tra- « S. Pietro » con Niccolò Gallo, in- scrissero 12 in luogo di 1 1,0 fu errore tomo al quale v. De Rossi, op. cit. dell'I.
$6 STEPHANI INFESSURAE [l453]
Et dopo andò uno hanno, che chi sapesse dove sta Battista Sciarra, missore Nicola lancola W, nipote di detto misser Stefano, et lacovo de Liello Ciecco, che lo dovessino revelare, et guada- gnavano ducati mille, e chi li dava morti cinquecento, et lo papa fece cercare per tutta Italia per questi delinquenti, et tandem fece 5 pigliare Battista de Persona (''), alias ditto Peccatore W, mastro Pietro 31 A di Monte Rotonno ^') || con li altri fuoro pigliati chi a Padua, chi in Venetia, et allo ditto mastro Pietro et Battista Sciarra con molti altri li fo tagliata la testa alla Città de Castiello. et lo ditto Peccatore fo menato ad Roma, et a dì 30 di iennaro fu sonata la i( campana di Campitoglio doi volte W ad iustitia, per volere iusti- tiare lo ditto Battista de Persona W ; et li soi parenti hebbero re- corso ad uno cardinale detto Metensis (^), lo quale habitava in nello palazzo di Santa Maria in Via Lata W, che volesse supplicare allo papa, che questo povero huomo non morisse, attento che lui non sapeva niente de quello trattato; per la qual cosa lo papa concesse la gratia (§) allo ditto cardinale; et fu mannato subito uno messo allo Senatore che non lo iustitiasse, perchè lo papa li haveva perdonato per amore dello ditto cardinale, et soi parienti foro assai contienti.
(a) C C^ C^ S Imola R^ Jocola (b) S de p» C de p"» R'^ de prima C C^ E
M R de persona (e) S Eccatore C C C^ peccatore C^ pescatore (d) I71 R manca doi volte (e) E M R^ de Persona C R \o ditto Batista 5 de prima (f) ES Inviolata (g) In R^ manca la gratia
(1) Cf. Gesta Rovianorum nova (ed. sona fosse il cognome di Battista, e
Pastor), pp. 669-70 : « Item quod lo stampò con lettera minuscola e
a fuerat locutus cum magistro Pe- senza dar segno d'essersi accorto che
« tre de Monterotundo medico non il documento trattava di esso. « aperiendo sibi materiam et quod (2) Ugo Guglielmo d' Estain, fatto
« ipsum requisivit cum .xv. armatis se- già cardinale da Amedeo di Savoia
«cum causa se de quodam eius ini- (Felice V). C{.Cikccot<ìii Vitaepontiff.
« mico vindicandi, et quod ipse ma- et cardd. II, col. 977 ; Contelori,
« gister Petrus assensit et quod op. cit. II, 38. Il Pastor, a cui l'apo-
« idem magister Petrus tunc respon- logia è a cuore più della verità, nulla
« dit quod erat familiaris et medicus può opporre contro queste che non
« SS. domini nostri pape et nolebat de può a meno di chiamare « gehàssigen
«hoc se cum Persona impedire». Il « Einzelheiten » dell'I. Pastor non sospettò neppure che Per-
[1453] DIARIA RERUM ROMAN ARUM. 57
A di 3 1 di iennaro, cioè lo seguente di, fo iinpiso (') lo so- praditto Battista per commànnamento dello papa, et la sententia disse come haveva sentito lo trattato da misser Stefano, et haveva ordinato cioè di pigliare lo papa, et de ammazzare alcuno cardi- 5 naie lo di di pasqua Pifania <^) quando lo papa giva ad messa | ad e. 31 b Santo Pietro, et de mettere a sacco de molti Fiorentini, et alcuno Romano, et poi partire intra loro questa robba(=).
(■^^ Et odendo questo lo ditto cardinale Metensis, che lo papa per suo amore li haveva perdonato lo di inanti, et depò senza 0 altra cascione lo dì seguente lo haveva impiso ('), se n'andò con grande furia ad palazzo, et quello che disse allo papa non se sa (^); se non che tornando lui a casa incontinente fece mettere in ponto tutta la soa fameglia, et cavalcò, ed andossene in Franzia con Dio, et non volse mai più tornare a Roma ('>. questo lo fece per grande disdegno che haveva contro allo papa, massime che conosceva le cose apposte contro lo ditto Battista non essere vere, attento la buona vita et anche la purità dello detto huomo, dello quale lui ne haveva notitia, attento ancora che non era atto a simile cosa.
Et in quest'anno (e) per questa cascione non fu fatta la festa de Testacelo.
Dell'anno preditto 1455 del mese di iuglio a di 8 venne la novella allo papa et ad Roma, come lo Gran Turco haveva pi- gliato Costantinopoli, et questo con grande occisione et crudel- tate de' Romani (^); et frate Roberto (•) |j certificò allo popolo questa e. 32 a novella essere vera, per la qual cosa lo papa, la corte et tutto lo popolo ne stettero mal contenti, attento che li ambasciatori dello imperatore di Costantinopoli erano stati qui allo papa per
(a) e e C^ E M R S impiccato (b) R^ Befania (e) E nobba In S' manca da partire a robba (d) R' à la rubrica Qnando Metensis si parti da Roma fuggendo.
(e) E M R' impiccato (f) A/ et qaello che disse allo p>apa furono parole ingiuriose
(g) E et in quell'anno (h) M de' cristiani R romei E e lutti gli altri mts. Romani
(i) M e il buon frate Roberto
(i) Invece mori a Roma, a' di 28 ot- bina riferito dal Giacconi, Ioc. cit tobre 145 5. Cf. l'epitaffio presso l'ai- coL 977. tare maggiore della chiesa di S. Sa-
St. Infessura. 4»
J8 STEPHANI INFESSURAE [HSS]
aiuto et sussidio circa ad tre mesi, et mai havevano potuto ba- vere espedimento ^^\
1454, 'a di 12 d'ottobre papa Nicola fece pigliare Angelo Roncone, im però che deo lo passo allo conte Averso, quando gì A«d campo ad Norcia contra la volontate dello papa, lo quale ha- j Veva. mannato tutte le genti della Ecclesia in aiuto de Norcini, et per pigliare lo conte Averso. vedendo questo lo conte pro- cacciò di tornare alle terre sue, et Angelo Roncone vedendo che io conte stava a mal partito, lo aiutò a darli lo passo, et aiutollo, et lo papa V habbe a grande desdegno, et havendo fallito, lo ditto i Angelo non si fidava dello papa et delli cardinali (''), lo quale lo mandò cercando, et volse lo salvo condotto dallo papa e dalU cardinali^ et W col ditto salvo condotto (^^ venne ad Roma, et qU'èUo non ostante, fo preso in Roma et messo in Castello; et io papa li fece mozzare lo capo a di ij d'ottobre "^f^ (')ad tre bore i di notte, et lo dì seguente lo papa domandò allo castellano che li menasse Angiolo Roncone; et lo capitano se ne maravigUò, et disse che Angiolo era morto, et che la Soa Santità l'haveva 32 B commandato, et lo papa se ne || maravigliò et afflissene, et disse che non se ne recordava ; per la qualcosa si stimò, che per l'ebrietà - l'haveva ditto, perchè H sapeva molto buono lo bevere ^^\
Del .wccccLV. die 11 martii(«)Wfo annonciato allo popolo per hanno mandato co lo trombetto come era fatta la pace de Italia, cioè tra lo re de Ragona, Fiorentini, Venetiani, e col duca
(a) M resoluzione e spedimento (b) In MR manca et delli cardinali (e) Da lo quale a cardinali, et trovasi ^solamente in S. È evidente come per svista degli amanuensi, forse non disinteressata, /' inciso sia scomparso dal testo. {d) C M e volse lo salvo
■condotto, e venne a Roma ; e con tutto lo salvo condotto fu preso in Roma Gli altri mss. et con salvo condotto (e) Così C C^ E M R R^ S; in S' è aggiunto in margine. C C^ a di 12 d'ottobre (f) R R^ molto bene lo bevere C^ S S' molto buono lo bevere C C^ E M molto buono lo vino In O manca l' inciso dopo se ne ricordava (g) 5 die 2* martii C O C^ E S^ die .w. martii C^ R R^ die .xi. martii M die undecima ,
(i) N. DELLA Tuccia, loc. cit. « gione in Castel Sant'Angelo ... li
p. 234: «Agnolo di Roncone stava «fu tagliata 'f la testa all'i i di otto-
«di malavoglia sentendosi perso In- « bre 1454».
«gnanello; e cercando riaverlo dal (2) V, il testo della pace, bandita
« papa, andò a Roma in persona e anche in Viterbo a' di 8 di marzo, in
«il papa lo fé' pigliare e metter pri- N. della Tuccia, loc. cit. pp. 23 7-2}8.
[1455] DIARIA RERUM ROMANARUM. $9
di Milano, e col conte Francesco, et fo fatta per vinticinque anni, et pò tutte queste genti d'Italia se radunare insieme, et giero contro lo Turco, et per Roma ne fu fatta grande festa della pace. Eodem anno et mense die 24 W, la vigilia della Nontiata, 5 ad bore cinque ('^ morse papa Nicola Quinto nello palazzo di Santo Pietro, et fuit die martis ^^\
Et finito lo exequio a dì 8 d'aprile, lo martedì di pasqua circa horam sextam (*) fu fatto papa Calisto, idest lo cardinale di Va- lentia Catelano, et vocatus fuit Calistus III, et fo coronato a dì 20 IO del ditto mese('=\
^^^ Et in quello dì che fu coronato, uno huomo d'arme da Monte Rotonno chiamato Santo, et un altro huomo d'arme ■|^ dello conte Averso, habbero parole insieme per uno ragazzo, Hvt per questo vennero alle mani (') et ferirose a morte, et mor- l^^ero, et per questa cascione quelli jj dello conte Averso tolsero e. 33 a doi cavalli ad quelli di Napolione, et sentendo questo Neapolione con tutta la soa fantaria se ne andò ad Campo de Fiora W, all'ho- steria dove stava lo conte, la quale era di Bartolommeo di Ne- rone, et missela ad sacco con tutte quelle case dove alloggiavano, 20 et ogni cosa li tolsero, et gridavano : « chi vole bene ad casa Orsina, venga ad aiutare ». et allora tutti li servitori di casa Orsina giero ad Monte lordano armati, et foro tremilia persone, et Neapolione con tutti quelH volevano gire ad Santo Ioanni, et li
(a) In M manca die 24 (b) £ Af et fessi l'essequio R et fuit die Inne, sed martis
inclusive (e) R del ditto mese in domenica (d) In C^ si trova premesso a questo
punto il titolo: Historie romane del pontificato di Calisto III. Altri mss. anno varie po- stille e intitolazioni marginali, come: Mors Nicolai (in S), Creatio Calixti, Risse tra Io conte Averso et Napolione Orsini, le quali per offrire grande varietà di forma tra i di- versi Codd. e per andare poco oltre l'anno 1482, ci parvero opera solo di trascrittori. (e) Cors. C^ S di fora E Fiora Af di Fiore
(i) Arch. VaL Acta consistorialia, (2) Arch. Vat. Acta consistorialia ,
arra. 31, t. 52, e. 24^: a die lune... hora arra. 51, t. 52,0. 24''; Contelori,
« quinta circa sextam noctis » ; N. loc. cit. a e. 378. DELLA Tuccia, op. cit. p. 238: «lu- (3) Cf. N. della Tuccia, loc. cit.
« nedì, 24 di marzo, a ore cinque di p. 240. Il Della Tuccia fu testimone
e notte »;Paolo DELLO Mastro, Diar. oculare dell' incoronazione, ed ogni
loc. cit. p. 1 14 : « a dy 25 de marzo, la particolare da lui descritto si concorda
« notte della Nunziata, a sei bore ». col racconto dell' I.
6o STEPHANl INFESSURAE [i455]
cardinali tutti stavano per questo turbati molto ; et non sapevano che se fare; et finalmente mandoro lo cardinale Orsino, che re- tenesse Neapolione, che non venisse; et lo papa mandò missore Ioanni Baroncello et misser Liello della Valle ad fare che non venisse, e cosi lo rapacificaro, perchè voleva venire ad trovare 5 lo conte ad Santo Ioanni, et commattere con lui.
Eodem anno die 29 iunii fu canonizzato W santo Vincenzo nella Minerva, et andò la processione da là fino ad Santo Pietro (').
Eodem anno mense novembris die 21 ('') fu occiso uno figlio e. 33 B ad lacovo Savello in Palombara dalli forusciti || de essa Palom- io bara et de Aspra, et a di 23 del ditto mese si fo occiso l'altro figliolo, et fo di domenica; et depò si diero alla Ecclesia; et lo papa Calisto non la volse pigliare per la Ecclesia, et mandocce li lo cardinale Colonna che acconciasse ogni cosa (^). et entrato che fo in Palommara, li Ursini dubitaro che non se la volesse repi- 15 gliare per esso, et subito Neapolione et molta gente ce gi ad campo et stettence parecchi dì, et depò ne andò Matteo de Por- caro (*=) et Francesco Savello con molti altri per commandamento dello cardinale della Colonna e dello papa; et entrati che foro in Palommara, pigHaro di quelli circa ad trenta, et foro morti ^^^ 20 de quelli de Palommara circa 22, et ne foro squartati et appesi per memoria, et folli fatto quanto male fo saputo.
Del 1456 del mese di iulio apparve in cielo la cometa con una granne coda, la quale haveva voltato lo capo verso (^) oriente, et depò ad essa fo in Roma granne carestia et gran peste et 25 guerra et Decisione, et per questo in Roma foro ordinate le pro- cessioni che Dio ce revocasse ogni rea sententia.
(a) M da papa Calisto (b) E die 22 (e) E Chatteo de Porcaro (d) R corregge così sopra molti comune a parecchi mss. (e) R' ìa quale haveva voltato lo capo verso
(i) Cf. la bolla di Pio II « dat. « nuntiavit atque decrevit Vincentiur
« Romae apud S. P. a. D. .mcccclviii. « praefatum esse canonizandum, quoc
« kal. oct. » riferita dal Rainaldi, Ann. « publice et solemniter faciendum ini
eccZ- ad ann. 1455, n. 40: « Idem quo- « festo apostolorum Petri et Paul
« que Callistus praedecessor dieta die, « proxime sequenti, videlicet .111. kal,|
« videlicet tertia iunii, pontificatus sui « iulii, pontificatus eiusdem anno prae
« anno primo, in ipsorum cardinalium « dicto statuit et etiam ordinavit ». « et praelatorum praesentia de ipso- (2) Cf. N. della Tuccia, Ioc. cit
« rum omnium consensu unanimi prò- p. 244.
[1457] DIARIA RERUM ROlvLANARUM. 61
Del ditto millesimo die 24 de jugLio li christiani j| habbero e. 34 a vittoria contro dello Turco, dalli quali ne foro morti più di ses- santamilia, et lo Turco campò lui con poche persone, et li chri- stiani tolsero al ditto Turco circa ad ducente bombarde, et tutta
5 l'artigliaria et vittovaglia, et di questa nova lo cardinale di Santo Angiolo ne scrisse allo papa et allo cardinale di Fermo ^'^ et la ditta novella venne a di 22 d'agosto.
Dell'anno 1456 a di 24 (*) de decembre fo su le 22 hore de sabbato lo terremoto in Roma, et durò poco.
0 Item fo molto malore a NapoU et in tutto lo reame C^); per la qual cosa lo re de Ragona con li soi baroni se vennero a despa- rere^'') contra allo re loro.
Dell'anno 1457 la vigilia di Natale papa Calisto fece nove cardinali, cioè doi soi nepoti, lo vicecancelliero collo titolo di Santo
5 Nicola delle Carceri (3), et lo suo fratello del titolo di Santi Quat- tro (+). item lo frate di mastro Simone medico (>\ titolare di Santa Nastasia; lo figHolo dello re di Portogallo (^; lo vescovo di Mela, titolare di Santa Prisca (=) ('); lo vescovo di Sena, titolare
(a) C a dì 29 (b) Così R^; C vennero desparere E despacere M disparere (e) / mss. lo vescovo de Nola titolare de Santa Croce
(i) Annota il Pastor, loc. cit. « beiden Nepoten in aller Stille stat ».
p. 555, che questa lettera del cardi- E reca in app. il breve di creazione per
naie Carvajal al pontefice e al cardi- Roderigo Borgia, «datum Rome apud
naie Capranica è perduta. « S. Petrum, a. i. d. 1455 decimo kal.
(2) A. DE TuMMULiLLis, NotabiUa « marcii, pont. nostri anno primo ». temporum, p. 69 : « fuit mangnus ter- Ibid. p. 690.
« remotus in tota regione Ytalie, set (4) Juan Luis Mila.
« hoc rengno Sicilie fuit gravior ». (5) Iacopo TebaldL Simone, fra-
(3) Il Pastor, loc. cit. p. 588, scrive: tello di lui, fu medico di Nicolò V e « Bereits im November 1455 batte der di Calisto III. Cf. Giacconi, op. cit. « Erzbischof von Pisa, Filippo de' Me- II, 994; Marini, Archiatri, I p. 161 « dici, hier^-on Kunde ; man erwartete, e sgg.
<f dass die Emnennung schon im fol- (6) Giacomo di Portogallo.
« genden Menate vorgenommen wer- (7) Malgrado il consenso dei mss.
« den wùrde. Es miìssen sich jedoch credemmo di restituire la lezione vera.
« diesem Piane Hindemisse entgege- Cf. Goktelori, Pars altera elenchi,
«stelli haben, denn erst am 20 Fé- p. ^jiCiA-CCOìtn Vitaepontiff. et cardd.
«bruar 1456 fand die Erhebung der p. 993.
62 STEPHANI INFESSURAE [l457] :
di Santo Stati W (0; lo vescovo di Pavia, titolare di Santo Chi- ] mento (^); lo arcivescovo di Napoli <^'>. ò\
e- 34 B Dell'anno 1458 (''> lo conte Averso tolse Monticelli del || mese |
di febraro, et guerreggiò colli Orsini, perchè dicevano che la he- I redità dello conte de Tagliacozza toccava alla nora, moglie del 5 figliolo W, et davano uno grande scandalo ad Roma una parte et l'altra, et fo lo primo dì d'ottobre (•=).
Et a di 13 luglio in ditto anno morse lo cardinale di Napoli, lo quale fo fratello di madonna Lucretia, femina (J) de lo re de Raona (''). K
Eodem anno papa Calisto coronò Borgia suo nepote prefetto di Roma.
Dell'anno Domini 1458 morse lo re de Ragona, et fo fatto Ferdinando suo figliolo bastardo ^^\
Eodem anno mense augusti die sexta (^) (7) morse papa Ca- r listo, et un di inanti Borgia prefetto et capitanio con tutti li Ca- telani si partiero di Roma et giero ad Civitavecchia.
Et in quel dì morse Tomaso Spadaintesta cavaHere, et se-
(a) M Stazio E Stachio R Eustati (b) C E Lo detto anno 1458 R lo sopradetto anno 1457 (e) In M manca da et fo a ottobre (d) Così C MS; manca questo in- ciso in ce E R R^ S S'. (e) Così C C C^ C^ E M P R R' S S'.
(i) Enea Silvio Piccolomini. la casa e le vicende di Lucrezia d' Alagno,
(2) Giovanni Castelli. Napoli, 1886, p. 58; Paolo dello
(3) Rinaldo Piscitellì. Mastro, loc. cit. p. 114.
(4) Maria di Giannantonio Orsini (6) A questo punto C3, più diffuso e di Giovanna Cossa, moglie a Dei- del testo dell'I., attinge al diario di febo dell' Anguillara (cf. Litta, Gè- Paolo dello Mastro.
nealogia degli Orsini, tav. XIX). Pii II (7) Il Platina pone la data a' dì 8.
Comment. II, 39 : « Eversus nepotum E così il Muratori, a. 1458, il quale
« tutelam iniit: denique Vrsinorum fa risaltare questa divergenza dell'I.
« relieto foedere , Columnensibus Paolo dello Mastro, Diar. (ed.
« iunctus est, cum de successione co- cit.), p. 115: « Recordo io Pavolo
« mitis Taliacottii cum illis non con- « che nelli 1458 a dy 6 di agosto, e
« veniret, diuque bellum inter Vrsinos « fu domenica, a 23 hore morì papa
« et ipsum agitatum est eventu vario ». « Calisto » &.c. Contelori, ms. cit.
(5) Il Muratori, IIP, col. 1138, t. I, a e. 378: « (Calistus III) die stampa: « moglie del re di Aragona ». « dominico 6 augusti bora .xxin. anno I mss. che recano « femina » sono nel « 1458 migravit ad Dominum ». vero. Cf. G. Filangieri, La famiglia,
[I459Ì DIARIA RERUM ROMANARUM. 6}
aatore dì Romà<»), siche Roma stava <*) senza papa, €t senza Se- natore.
A di 14 d'^osto<''> morse lo cardinale de Fermo (*\ et fo se- pellito alla Minerva, et non fo fatta la festa W quell'anno per le 5 cose preditte.
Anno Domini 1458 a di 19 d'agosto ad bora terza (*^) fo fatto papa Pio Aenea senese, cardinale senese del tftolo di Santo Stati <«).
A di 3 (^ di settembre fo incoronato in Santo loanni^*). e. 35
0 ^s^ A di 22 di decembre papa Pio fece prefetto di Roma lo principe di casa Colonna ^■♦^ perchè era morto Borgia, nepotc di Calisto.
A di 22 di geànaro papa Pio se partì de Roma per annare a Mantova (5), et fo de luttedi, et lo sabbato innanzi in Santa Maria 5 Maiore fece la benedittione con remissione delli peccati, secundum formam Ecclesiae.
Et remase in Roma legato lo cirdinaie todesco ('"^ del titolo di Santo Pietro ad Vincala (*), et governatore ms. Galeazzo ve- scovo di Mantova, et non fo fatta festa lo carnelevare. IO Del 1459 del mese di marzo (^') papa Pio fece quattro cardi- nali : maestro Alessandro, generale di Santo Agustino ('); lo suo oe- jx)te, vescovo di SenaW; lo vescovo de Reate, fr^ello del car-
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(a) E sicché se stava (b) C C^ E a di 4 d'agosto (e) M et non fu fatta verana
festa quest'anno R et non fu &rta la festa delli 15 d'agosto